“I cittadini della regione Lazio hanno bisogno di risposte, a partire dalla sanità. Ho avuto modo di incontrare il presidente Zingaretti e di affrontare con lui le problematiche riguardanti questo settore, facendo espressa richiesta di implementare i servizi, valorizzare le professionalità sanitarie ed aumentare il livello di efficienza di tutte le strutture ospedaliere del territorio”. Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di FI è stato ricevuto dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Un colloquio che ha visto al centro il tema scottante della sanità. “Le condizioni in cui versano i servizi della nostra regione sono sotto gli occhi di tutti –dichiara Fazzone- dopo 11 anni di commissariamento il ‘paziente’ Lazio non è uscito dalla convalescenza. Speravamo in un’inversione di rotta, anche in virtù dell’annuncio fatto nel 2017 sull’imminente uscita da questa fase. Purtroppo così non è stato. Siamo rimasti in una fase emergenziale che passa per ospedali depotenziati e servizi erogati solo grazie al personale e alle eccellenze che operano nelle strutture sanitarie del Lazio. Peccato che i livelli essenziali di assistenza siano ancora appesi ad un filo tra inadempienze ed omissioni e che le liste di attesa siano ogni giorno più lunghe, nonostante ben tre piani straordinari siano stati promossi per accorciare i tempi. La razionalizzazione delle liste di attesa rappresenta un obiettivo prioritario, al fine di ottenere che l’inquadramento diagnostico e le successive terapie non siano ingiustificatamente procrastinati compromettendo la prognosi e la qualità della vita. Esiste purtroppo nel Lazio, una forbice molto ampia tra la percezione reale che i cittadini hanno della sanità e dell’accesso alle prestazioni e alle cure e la realtà dei fatti. Altra piaga è quella delle ambulanze bloccate fuori dai Pronto Soccorso. Un problema non solo di Roma, ma di tutte le province. Ma noi siamo quelli che non vogliono solo criticare, bensì crediamo nelle proposte concrete. Abbiamo sentito il governatore parlare di una ‘Quota 10’ sulla sanità. Se davvero per il prossimo triennio ci dovesse essere un aumento del fondo sanitario nazionale di 10 miliardi, con 100 mila assunzioni nello stesso periodo saremmo ben contenti. Perché in questo modo si potrebbe garantire e difendere meglio il diritto alla salute dei cittadini”.
Nel corso dell’incontro si è fatto il punto sullo stato dei servizi sanitari, con particolare riferimento alla provincia di Latina. “Ho voluto ricordare al presidente la situazione di assoluta precarietà del sistema ospedaliero nell’area pontina –afferma il senatore di FI- a partire dalla situazione, costantemente in emergenza dei Pronto soccorso, sempre più affollati e alle prese con gravi carenze strutturali e di personale. Ha ragione chi dice che ormai si sono trasformati in veri e propri ‘gironi infernali’. Per questo ho ribadito la necessità di potenziare la rete territoriale di assistenza, puntando su una sinergia tra Case della salute, ambulatori di medicina generale e ospedali. Occorre pensare ad una programmazione vera, che partendo dalle criticità che vanno dal sottodimensionamento delle dotazioni organiche, passando per le carenze strutturali arrivando sino alla insufficienza di posti letto e alla costante emergenza dei Pronto soccorso, possa dare nuova linfa ad un settore vitale per i cittadini.
Il primo esempio è l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, il più grande sulla direttrice Roma-Napoli e che rappresenta la ‘verticalizzazione’ della sanità in provincia. Il nosocomio è il punto di riferimento principale dell’utenza pontina. Il Dea di II° livello però non deve essere una semplice ‘etichetta’, ma è di primaria importanza che diventi il valore aggiunto del territorio. E’ interesse di tutti che lo sia. Per gli utenti di Terracina, come per quelli di Fondi, Gaeta e Formia. Ho quindi evidenziato la necessità di accelerare i tempi per la realizzazione dell’ospedale del golfo. Si deve far presto per migliorare la qualità dell’offerta sanitaria di tutto il comprensorio del centro-sud pontino. Giusto creare un ospedale più moderno rispetto al Dono Svizzero, innovativo e strutturalmente all’avanguardia e tale da innalzare gli standard qualitativi e quantitativi della sanità locale. Non ho certo dimenticato la difficile situazione in cui versa l’ospedale Fiorini di Terracina. Si tratta di un nosocomio strategico per tutta l’area che va da Roma a Napoli. Alla scelta di localizzare l’Università in questa struttura deve corrispondere il potenziamento delle attività ospedaliere, a partire certamente dall’emergenza. Un lavoro importante occorre farlo sull’ospedale ‘San Giovanni di Dio’ di Fondi. Il nosocomio della mia città versa in uno stato a dir poco comatoso. Con il presidente Zingaretti ho avuto un confronto molto franco. Ho preso atto dell’impegno assunto dalla Regione di affrontare nell’immediato le priorità assolute di questa struttura, che sono: 1) il potenziamento del Pronto Soccorso, vitale per poter assicurare urgenze ed emergenze di ogni ordine e grado; 2) la necessità di garantire l’attività del day surgery multidisciplinare; 3) il rafforzamento dell’area chirurgica, evitando così di intasare le sale operatorie di Latina e Formia; 4) rendere operativi h24 i laboratori analisi e radiologici, soprattutto attraverso l’ingresso di ulteriore personale attinto dalle nuove graduatorie. Quindi ho rilevato l’urgenza di potenziare il tavolo operatorio, attivando servizi efficienti anche per la sala di endoscopia, oltre alla gastroscopia e colonscopia diagnostica di base. Prendo atto che anche relativamente a questi punti la Regione sembra voglia venire incontro alle nostre richieste.
A Zingaretti l’ho detto chiaramente: c’è bisogno di una sterzata a 360 gradi per la sanità locale. Vigileremo costantemente il quadro degli interventi che verranno eseguiti e giudicheremo l’operato della Regione dai fatti e non dalle promesse. Per noi di Forza Italia è fondamentale la cura, la tutela e il rispetto dei pazienti. Un diritto e un dovere che non deve risparmiare nessuno. Il Lazio e in particolare la provincia di Latina, non possono continuare a posizionarsi all’ultimo posto in termini di efficienza delle strutture sanitarie. Abbiamo chiesto un cambio di rotta ed ora dopo le belle parole ci aspettiamo risposte concrete”.