“Sull’atto aziendale della Asl di Latina presenterò una interrogazione parlamentare. Perché questa opera d’arte merita di conquistare una vetrina nazionale. Un testo di tanta e tale summa intelligenza non può restare all’interno dei confini provinciali e regionali. E’ giusto che se qualcun altro volesse prendere spunto da questo Einstein della sanità possa goderne a pieno. Sono rimasto incantato dalla lettura di questo documento e per questo credo sia importante rivolgere i miei complimenti, e quelli di tutti i cittadini pontini, al direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi, che facendo leva solo sulla collaborazione del direttore sanitario e del direttore amministrativo è riuscito a confezionare un documento che riguarda le sorti della sanità della provincia di Latina, e la salute dei cittadini, in modo del tutto autonomo. Non è da tutti riuscire ad assumere decisioni tanto importanti senza confrontarsi con alcuno, senza recepire le proposte dei medici e degli operatori del settore, senza ascoltare la voce dei sindaci, a cui tra l’altro sono state date ben 72 ore per leggere, analizzare e comprendere l’atto aziendale. Mi conforta che almeno Caporossi in questo lungo e faticoso lavoro si sia avvalso almeno della professionalità del Direttore del presidio sud, Sergio Parrocchia, che in questi anni si è distinto per la sua qualificata competenza, per essere uomo a servizio dei cittadini scevro da qualsiasi monopolizzazione politica e a cui tutti riconoscono i meriti legati alla sua autonomia, alle sue capacità, al suo ingegno. E sono felice che nel cerchio magico di Caporossi sia entrato anche qualche altro amico intimo che si è sempre contraddistinto e affermato per la sua rettitudine, moralità, indiscussa autonomia e pervicace conoscenza del sistema sanitario pontino. Ed è grazie a questo gruppetto di lavoro che dall’atto aziendale della Asl non si comprende quali siano parametri, budget e caratteristiche del rapporto con l’università che doveva essere una risorsa ma che, come ha sottolineato durante l’incontro che abbiamo avuto recentemente il presidente della Regione Lazio Zingaretti, non può diventare un pozzo senza fondo per le risorse ma deve essere complementare ai reparti e alle attività sanitarie, un valore aggiunto e non un limite per la sanità. Ma probabilmente Caporossi non dedicando neanche una riga al rapporto tra Asl e università ci voleva solo tenere con il fiato sospeso in vista di qualche nuovo e geniale colpo di scena. Non è cosa comune riuscire con chirurgica precisione a cancellare proprio quello che funziona nel sistema sanitario della provincia di Latina. Perché questo significa aver studiato e avere esperienza. Non è facile avere coraggio e capacità tali per distruggere un sistema come quello della rete pontina per l’infarto, dividendo la cardiologia dall’emodinamica al Santa Maria Goretti di Latina, che è diventato simbolo dell’efficienza della sanità non solo nella provincia di Latina ma in tutta Italia. Non è da tutti riuscire in cinque righe a collocare una bomba ad orologeria nel cuore degli unici servizi che funzionano nella nostra sanità. Per il San Giovanni di Dio di Fondi poi è stato realizzato il capolavoro dei capolavori visto che in una pagina e mezza, o poco più, Caporossi è riuscito ad infliggere un colpo mortale ai reparti di neonatologia, pediatria ed ostetricia che diventano servizi fantasma visto che a questi reparti non è stata fornita alcuna garanzia nelle strutture di supporto come la chirurgia d’urgenza. Con una sola riga è stato depotenziato il pronto soccorso e, per la gioia di tutti, non si è provveduto a garantire alla comunità alcuna rassicurazione non solo sul futuro ma sull’identità stessa di questo ospedale che da anni è oggetto di tagli di personale e chiusure di reparti diventando quasi l’ombra di se stesso. Per il sud pontino e il Dono Svizzero di Formia, il direttore generale, si è dedicato ad applicare la legge del taglione a cardiologia rendendola una sterile cellula del Goretti di Latina, ha spazzato via come se non fossero mai esistite le specialità di oculistica, urologia, rianimazione, riabilitazione, radiologia, chirurgia vascolare e pneumologia. Decisioni che il sindaco di Formia Bartolomeo ama condannare in privato e lodare in pubblico, sottraendosi al suo compito che è garantire il rispetto dei diritti dei suoi cittadini e non nascondersi dietro a mere logiche di partito. Mi auguro che Bartolomeo trovi il coraggio di emergere dalla coperta del Pd e di denunciare la vergognosa decisione di Caporossi di rendere il Dono Svizzero di Formia un Dea di I livello ma solo sulla carta. Ci conforta in questo tetris di Caporossi la nomina di 10 neuropsichiatri che andranno a risolvere i problemi che, senza dubbio, questo atto aziendale creerà a 600 mila cittadini della provincia di Latina. Non basterebbe una enciclopedia per rendere merito a Caporossi e al suo qualificato team del miracolo che hanno compiuto e per questo, in assenza dell’apertura di una fase democratica di confronto sull’atto aziendale con i sindaci, i medici, i sindacati, le associazioni datoriali, le forze politiche che rappresentano il territorio, ricorreremo a tutte le azioni possibili, occuperemo gli ospedali, le strade, le sedi istituzionali, saremo al fianco dei cittadini in tutte le manifestazioni, scateneremo una guerra di cui Caporossi non ha minimamente idea. Perché Caporossi non è un burocrate ma un grande chirurgo, che la nostra provincia è grata di avere tra le sue professionalità, uno di quelli per cui l’operazione è perfettamente riuscita, peccato che il paziente sia morto. Mi aspetto solo che minacci di querelare anche il sottoscritto”. Lo dichiara in una nota il Senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, Claudio Fazzone.