Altro che strumentalizzazione. Altro che sterile polemica. Il neo consigliere regionale del PDL Giuseppe/Pino Simeone farebbe bene a ripercorrere gli anni in cui è stato un personaggio di rilievo nella nostra provincia di Latina, ente che risulta essere azionista di minoranza all’interno della società del MOF.
Troppo comodo parlare ora di baratro nel quale si troverebbe la piattaforma logistica di Fondi senza fare alcun accenno alle vere responsabilità di un fallimento annunciato.
Quando gli attuali consiglieri di minoranza del comune di Fondi imploravano un intervento concreto sulla gestione del MOF, venivamo accusati di catastrofismo dalla maggioranza comunale e non mi sembra che l’attuale neo eletto consigliere alla Pisana abbia mai voluto prendere alcuna posizione, insieme all’ente provinciale di cui era un noto rappresentante.
Oggi risulta troppo facile cercare di farsi sentire dai banchi dell’opposizione regionale, partendo da una questione troppo melmosa come quella del MOF.
Troppo facile non voler cercare responsabilità, colpe o virtù precedenti, soprattutto per chi dovrebbe ammettere di essere stato rappresentato in regione da chi ha saputo solo lapidare soldi dei contribuenti in festini vergognosi e prebende di partito esagerate.
Se prendesse atto del catastrofico periodo Polverini, il neo eletto consigliere regionale potrebbe, con un minimo di onestà intellettuale, cominciare col chiedere la rimozione immediata del presidente del MOF nominato dalla precedente giunta Regionale. Quel presidente che l’opposizione di Fondi ha chiamato spesso alle proprie responsabilità ma che purtroppo ha rivestito un ruolo irrilevante in tutti gli anni di amministrazione Polverini, confermando ancora una volta che la regione Lazio serve al MOF solo per rimpinguare le casse ormai a secco.
Il neo eletto consigliere regionale dovrebbe, per onestà intellettuale, chiedere quali siano state le responsabilità dell’amministratore delegato Enzo/Vincenzo Addessi, nella gestione economica che ha portato il MOF ad una situazione così drammaticamente in crisi.
Il neo eletto consigliere regionale, dovrebbe, per senso di responsabilità e onestà intellettuale ed amministrativa,pretendere dal neo eletto Presidente regionale una più attenta gestione dei soldi pubblici da sborsare, diversamente da que3llo che è stato fatto dall’amministrazione Polverini e non solo, pretendendo una verifica periodica di come quei soldi vengono spesi da una società che sembra non avere ormai più alcun controllo.
Se è vero che ciascuno deve fare la sua parte, sarebbe auspicabile per esempio, che il presidente Zingaretti iniziasse a fare la sua parte, visto che a più di quattro mesi dalla sua nomina ancora non si decide a sostituire i rappresentanti della Polverini sul nostro territorio, occupato ormai militarmente dagli amici del neo eletto consigliere regionale Giuseppe/Pino Simeone.
Sostituisca immediatamente l’attuale rappresentante regionale alla presidenza del MOF con un esperto di contabilità e finanza (anche a livello investigativo), al quale delegare un ruolo concreto e non vuoto di contenuti. Un presidente che sappia far valere la voce della Regione Lazio, pretendendo una rendicontazione continua e sappia rovistare nelle voci di bilanci che tardano ad essere pubblicati da una società troppo importante per il nostro territorio.
Prima di pagare le cosiddette rate dovute al MOF, il presidente Zingaretti, sia meno “romanocentrico” e si faccia spiegare con conti alla mano che fine abbiano fatto i progetti finanziati dalla regione Lazio con milioni di euro e approdati a niente come la cosiddetta Filiera Corta di cui anche la neo eletta assessore regionale Sonia Ricci dovrebbe essere esperta e conoscitrice. Qualcuno è in grado di fare un resoconto sui sei milioni di euro finanziati? Quali risultati tangibili ha prodotto il marchio SIMOF e soprattutto sono proporzionali ai sei milioni di euro investiti dalla Regione Lazio?
Si faccia spiegare il presidente Zingaretti da persone fidate e capaci e non da politici ritrovati, e magari faccia aprire una indagine interna, sulla parabola della vita della Comitaly nata come SPA e al momento di dichiarare l’insolvenza morta come Consorzio, dopo aver lapidato circa due milioni di euro.
Prima di cadere nella trappola della crisi delle società di servizi all’interno del MOF, si faccia spiegare il presidente Zingaretti, in quali termini la Regione Lazio vuole rispondere, se già non l’avesse fatto, alla richiesta di messa in mora e diffida da parte della Mof Spa, per il pagamento di oltre 2 milioni di Euro derivanti dalle sentenze scaturite dai licenziamenti che la Best Service effettuò nel lontano 1996.
Prima di rispondere alle interrogazioni vuote e sterili del neo eletto consigliere regionale Giuseppe/Pino Simeone il Presidente Zingaretti abbia la capacità di liberare il MOF dalle tante opacità che negli anni precedenti lo hanno caratterizzato e pretenda di far valere fino in fondo il peso economico e politico nelle scelte del MOF.
Vincenzo Trani
Consigliere Comunale
LISTA CIVICA LIDO DI FONDI
9:41:41 am
Purtroppo la cattiva gestione da parte dell’Amministratore Delegato della MOF Spa che ha giocato con i soldi degli operatori e dei cittadini ha portato il mof nel baratro.Tutti accusano La Regione che non ha provveduto ad inviare i finanziamenti,ma nessuno ha mai evidnziato che è necessario un cambio della guardia.