Da circa 5 anni Salvatore De Meo sta governando Fondi da “fuorilegge”, a capo di una giunta del tutto illegittima. Ancorché dal punto di vista giuridico, evidenti sono le responsabilità di ordine politico e istituzionale di De Meo. Dall’alto della sua arroganza di potere, ha applicato la regola di esclusione totale delle donne dal preminente organo di governo della città.
Una discriminazione odiosa che descrive e misura quale convincimento questi ha della pari dignità di genere, della partecipazione dei cittadini alla vita democratica e amministrativa.
La legittimazione del voto del marzo 2010 non può essere strumentalmente invocata poiché il sig. De Meo, anche e soprattutto nella veste di sindaco, al pari di tutti i cittadini, è tenuto al rispetto della legge. Non basta il voto per garantire i cittadini dall’uso arbitrario del potere.
Che un sindaco di tal fatta, a circa tre mesi dalle elezioni, ripresenti la sua candidatura senza mai aver reso conto e giustificazione di così grave violazione di principi costituzionali, di leggi nazionali, di inosservanza della stessa carta normativa del comune di Fondi (Statuto), configura una palese delegittimazione del principio di legalità, un arbitrio di proporzioni mastodontiche. Con quale credibilità egli possa richiedere l’osservanza di leggi, procedure, regolamenti, atti amministrativi all’apparato burocratico comunale e ai cittadini, ai gruppi sociali, risulta arduo immaginarlo.
La delegittimazione della capacità prescrittiva della norma giuridica avviene ad opera di De Meo, altresì, nella veste di eminente rappresentante di interessi economici e mercantili, responsabili di una gestione disastrosa del Mof (mercato ortofrutticolo di Fondi). Proprio tramite il De Meo, ed altri, hanno mirato ad una pervasiva penetrazione nella dimensione politica e nella guida del governo cittadino. Anche qui con risultati nefasti per il paese.
Gli interessi privati assediano gli spazi della politica, dell’amministrazione pubblica, producendo un inaudito svuotamento valoriale della democrazia, della legalità, e con danni rilevanti sull’assetto socio-economico della comunità cittadina.
Il difficile equilibrio che anche nelle realtà locali come Fondi intercorre tra le difesa degli interessi generali e la prevalenza di quelli privati non legittimi, diventa sempre più fragile.
Una doverosa riflessione, a circa tre mesi dal voto amministrativo, si pone per tutti coloro che propendono per un governo della città impegnato a lottare le consorterie di varia natura e perseguire, invece, “nuovi orizzonti” di ampia partecipazione popolare, di crescita civile, culturale, socio-economica.
In tale scia si pone il movimento “Fondi ci chiama”, con la lista elettorale ed il candidato a sindaco Gianfranco Antonetti.
Movimento “Fondi ci chiama”
Gianfranco Antonetti