L’esclusione di alcuni candidati della lista “Riscossa fondana” decisa da una sorprendente quanto irragionevole decisione del Consiglio di Stato non produrrà alcun impedimento alla vittoria finale della coalizione civica di Luigi Parisella.
E’ doveroso evidenziare che solo qualche settimana fa, nella adunanza del 27 agosto scorso, la stessa Sez. III del Consiglio di Stato ebbe a rilevare, per inciso, che “l’omessa dichiarazione delle modalità di identificazione del sottoscrittore costituiscono una mera irregolarità per l’imperfezione della formula di autentica, tale da non comportare alcuna esclusione delle candidature”.
Desta pertanto meraviglia, sgomento, rabbia, indignazione, che per un analogo caso il collegio ribalti la decisione assunta in precedenza. Sono i misteri della giustizia italiana che testimoniano il grado di condizionamento della stessa nonchè l’elevata sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di essa e delle istituzioni in genere.
Occorre tuttavia sottolineare che colui che ha originato a livello locale detto contenzioso non potrà uscirne indenne, una sorta di boomerang si abbatterà sullo stesso e sui suoi scherani il 20 e 21 settembre prossimo.
Il deplorevole comportamento del (n)europarlamentare locale,degradadosi addirittura a delegato di lista è stato del tutto mirato a condizionare dall’alto della sua carica la decisione della sottocommissione e della commissione prefettizia, e non solo.
Di ciò la cittadinanza fondana, gli elettori, ne sono ben consapevoli, ne hanno piena ed assoluta contezza.
Si è andati molto in là rispetto alla stessa pagina etica, morale, del senso comune, e l’indicato comportamento penso che sia tempo di archiviarlo, dichiararlo “fuori corso”, come si fa con le monete, con le quali tal signori sono molto bravi a mercanteggiare.
L’auspico è che ciò possa durare ancora per poco, vista la mediocrità delle ambizioni di costoro, di una presa di dominio sistemico sull’intimità stessa della persona, della loro volgare intrusione e mortificazione del libero pensiero e dunque della dignità umana, di un esercizio del governo della città non più tollerabile, la presenza di un pantano melmoso che rischia di degradare in una voragine di sabbie mobili dalla quale il paese non avrebbe più niuna possibilità di scampo, di salvezza.
Non possiamo consentire che ciò avvenga. La fatica di una rinascita è una consapevolezza, una condizione ineludibile che ci tocca, insieme, uniti, quale che sia la nostra fede, la nostra appartenenza. Siamo sul punto in cui la nostra libertà incrocia la nostra responsabilità, la nostra pesonale responsabilità.
Uniti ce la possiamo fare…ce la faremo!