Vincenzo Trani
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Italia
Consiglio di sicurezza dell’Onu
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Oggetto: Rifiuti tossici – Crimine contro l’umanità
Da circa tre mesi, un noto delinquente, pentito di mafia, Carmine Schiavone sta rilasciando pubbliche dichiarazioni riguardanti il preoccupante attentato alla salute pubblica che i clan camorristici avrebbero messo in atto nei primi anni ’90 su diverse aree del territorio campano, laziale e del molisano.
Dichiara il mafioso che fin dalla fine degli anni ‘80 la camorra ha trasformato in un vero e proprio business economico la gestione dei rifiuti provenienti da lavorazioni industriali prevalentemente del nord Italia ed Europa.
Migliaia e migliaia di fusti tossici interrati in quella parte della Campania che oggi chiamiamo “Terra dei fuochi” ed in altre zone del Lazio meridionale e del Molise.
Altri fusti tossici sarebbero stati interrati durante i lavori per la costruzione di tratti autostradali e ferroviari laziali e campani.
Un intero territorio devastato e destinato a non avere più un salutare sviluppo economico e demografico. Un vero e proprio cimitero per le popolazioni che continuano a vivere su quelle zone, coltivando quelle terre impregnate di rifiuti e respirando quell’aria infestata di sostanze tossiche.
Prodotti agricoli coltivati su quei terreni e commercializzati in tutta Italia.
Schiavone prevedeva conseguenze apocalittiche di cinque milioni di morti per tumore.
Secondo il mafioso Schiavone, la camorra avrebbe gestito tali attività con la compiacenza di alcune parti delle Istituzioni a tutti i livelli, addirittura anche a livello del Parlamento Italiano.
Nel 1997 infatti il camorrista Schiavone fu ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia che secretò le dichiarazioni rilasciate senza intervenire immediatamente per verificarne la veridicità ed eventualmente correre ai rimedi.
Afferma Schiavone che in quegli anni la camorra campana aveva sul proprio libro paga forze dell’ordine dai carabinieri alla polizia alla guardia di finanza, gestendo addirittura decine e decine di migliaia di voti politici nelle tornate elettorali e quindi influendo notevolmente sulle scelte politiche locali e nazionali.
Sembrerebbe che Schiavone non sia stato l’unico collaboratore di giustizia a parlare e che altri ancora abbiano detto le stesse cose ed abbiano aggiunto ulteriori elementi. Ma le Procure interessate non avrebbero dato seguito ad alcun intervento.
In molti hanno taciuto, con gravissime responsabilità.
Di fronte a tali dichiarazioni e soprattutto alla luce dell’indifferenza dello Stato Italiano sulle possibili conseguenze sulla salute delle popolazioni interessate, non si può più rimanere a guardare facendo finta di niente.
Se la commissione parlamentare antimafia ha tenuto per così tanti anni nascoste tali gravissime dichiarazioni è chiaro che potrebbe esserci del vero nelle responsabilità istituzionali denunciate da Schiavone. Se nessuno ha mai voluto scavare per verificare l’entità dell’inquinamento e del possibile rischio della salute dei cittadini, se nessuno ha mai voluto indagare sulle complicità politiche ed Istituzionali, nonché sulle compromissioni anche di parti importanti delle forze dell’ordine, e di molte Procure territoriali della Repubblica, è palese che nel nostro Paese non ci si possa affidare più a nessuno.
C’è gente che ha nascosto e vuole continuare a nascondere la realtà.
Chi è stato indifferente finora e per troppi anni non può garantire una vera risposta di trasparenza e di sicurezza per le popolazioni interessate. Quelle popolazioni che continuano a morire di tumore senza che nessuno istituisca nemmeno un osservatorio sullo sviluppo delle malattie oncologiche nei territori in questione.
Tale comportamento non può non essere considerato un crimine contro l’umanità alla stessa stregua del comportamento della camorra e di qualsiasi altro intervento sovversivo nei confronti di popolazioni in genere.
I morti di tumori conseguenti all’attacco della camorra con bombe chimiche sotto forma di rifiuti, con la possibile compiacenza di uno Stato democratico non sono diversi dai morti conseguenti agli attacchi di bombe chimiche in uno stato dittatoriale.
È per questo che chiedo un intervento immediato dell’ONU, unica organizzazione al di sopra di qualunque altro interesse nazionale che può ridare fiducia e garanzie a difesa dell’incolumità di una popolazione che ha perso qualsiasi riferimento istituzionale.
Chiedo formalmente che venga aperta un’inchiesta che faccia luce sulle responsabilità istituzionali del mio Paese e soprattutto chiedo che si intervenga per una definitiva mappatura dei territori incriminati al fine di poter immediatamente predisporre e controllare una loro definitiva bonifica, vigilando sul rischio che i lavori per la stessa bonifica vengano realizzati dagli stessi mafiosi delinquenti che hanno inquinato.
Chiedo inoltre che si intervenga per istituire un osservatorio sull’incremento delle patologie oncologiche su quei territori martoriati dall’indifferenza Istituzionale e dalla malvagità della camorra.
Vincenzo Trani
Consigliere Comunale
Comune di Fondi