“La condotta dell’imputato oltre adanni materiali ha certamente causato al gruppo Pdl e alla Regione Lazio un danno all’immagine con relative conseguenze di carattere politico ed istituzionale oltre al danno arrecato ai cittadini“. Lo quanto scrive il gup Rosalba Liso nelle motivazioni della sentenza con la quale il 27 maggio scorso ha condannato l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, a 3 anni e 4 mesi per peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dai fondi del gruppo regionale.
Nel provvedimento di oltre trenta pagine, il giudice ricostruisce le varie fasi della vicenda. In particolare il magistrato fa riferimento alla tesi difensiva dell’ex sindaco di Anagni per il quale la divisione dei fondi rientrava in una prassi diffusa presso la Pisana. Secondo quanto sostenuto da Fiorito ai consiglieri che ricoprivano diversi incarichi dovevano spettare tante indennità quante erano le cariche ricoperte.
Un meccanismo smentito dai vari funzionari sentiti dagli inquirenti i quali, però, scrive il gup, hanno giustificato gli esuberi, rispetto agli stanziamenti previsti dalle leggi vigenti, “con non meglio definiti ‘anticipi’ di erogazione di denaro ad alcuni gruppi che in realtà non sembrano trovare una fonte di giustificazione né in fatto né normativamente non essendo stata data contezza della fonte, della voce di bilancio o del capitolo di spesa dal quale detto denaro era legittimamente appreso“. Per il magistrato “proprio tale prassi è sommamente probabile risponda ad un generale malcostume di gestione di denaro pubblico confluito nelle casse dei gruppi“. Questo quadro “se vale a rendere credibile l’imputato, non lo esonera tuttavia da penale responsabilità atteso che – si legge nel provvedimento – laddove un accordo di questo genere fosse stato effettivamente raggiunto, ciò che a lui si contesta non è quanto denaro sia stato effettivamente assegnato al gruppo Pdl, e le ragioni elargizioni ma l’utilizzo indebito, la distrazione di tale denaro per finalità private e non pubbliche“.