Nelle motivazioni viene citato anche il carico pendente, per “per tentata concussione, per fatti risalenti al 2004, quando era il sindaco di Anagni”. L’atteggiamento tenuto da Franco Fiorito nel corso degli interrogatori per i giudici del Riesame di Roma ha messo in luce “le sue inequivoche, gravi responsabilità, ma anche la sua personale spudorata rivendicazione in ordine a modalità arbitrarie di gestione delle risorse – si legge nelle motivazioni – con speciale riferimento ai riconoscimenti ed ai compensi che egli stesso stabiliva essere appropriati alla sua carica”.
Per i giudici del tribunale della Libertà, quello dell’ex capogruppo Pdl al Consiglio regionale del Lazio, è stato “un atteggiamento consapevolmente e volontariamente teso a misconoscere la supremazia della legge regolatrice dei limiti del suo mandato e di quelli afferenti alla gestione e all’uso delle risorse economiche pubbliche che gli erano state affidate”.