Mentre Latina e Fiumicino esultano per il finanziamento ottenuto dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del “Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro”, ci sono altre città che piangono per essere state escluse.
In primis la Città metropolitana di Roma, che aveva chiesto un contributo di 2 milioni di euro sui 5 necessari per il proprio progetto: si è classificata 62esima su 109 candidati. Ad essere finanziati sono stati una trentina di progetti in tutta Italia, per un importo di 35 milioni di euro.
Al 68° posto, quindi non finanziato, il progetto che vedeva “alleati” i Comuni di Pomezia, Genzano di Roma e Marino, tutti e tre governati dai 5 Stelle, che hanno condiviso “l’obiettivo di diffondere una cultura della mobilità sostenibile che consenta di concorrere al miglioramento della qualità ambientale, agevolare gli spostamenti casa-scuola, casa-lavoro e l’intermodalità tra i vari sistemi di trasporto”. Per attuare il progetto “Strade per bambini, strade per tutti” servivano 400 mila euro: 240 mila li avrebbe dovuti mettere il Ministero.
Al 69° posto il progetto del Comune di Terracina, capofila dell’unione dei Comuni di Sabaudia, Pontinia, Priverno, San Felice e Sonnino, che puntava alla realizzazione di percorsi pedonali, car e bike sharing, piani bike to work. Per attuare questa ambiziosa proposta, erano stati chiesti al Ministero 410 mila euro sui 685 mila totali.
All’89° posto invece Aprilia, capofila per i Comuni di Cisterna, Cori, Rocca Massima, Lanuvio e Sermoneta, che aveva chiesto oltre mezzo milione di euro (su un importo totale di 879 mila euro) per il progetto “Sosteniamo il bacino”: anche in questo caso l’obiettivo era di “ottimizzare la distribuzione della mobilità sistematica tra le modalità di trasporto per la riduzione delle emissioni inquinanti e dei consumi energetici”.
Non c’è traccia invece di eventuali progetti presentati dai Comuni dei Castelli Romani, nonostante le buone intenzioni annunciate anche a mezzo stampa lo scorso dicembre.
Potevano presentare le candidature i Comuni o l’unione di Comuni con più di 100.000 abitanti, in particolar modo quelli che avevano registrato nel 2015 superamenti dei limiti di polveri sottili. Se il Ministero non ha ritenuto di finanziare questi progetti, potrebbe significare due cose: o i progetti non erano sufficientemente validi, o l’aria non era abbastanza inquinata. In quest’ultimo caso, meglio così!
da Il Caffè