I lavori di miglioramento della rete dei sottoservizi nel centro storico, avviati dal Comune di Fondi con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, sono stati occasione per il ritrovamento di testimonianze di notevole interesse.
Il cantiere ha riguardato il tratto terminale di corso Appio Claudio, corrispondente all’antico decumano della città romana, nonché tratto urbano della Via Appia che collegava due porte opposte – lato Napoli e lato Roma – del circuito murario.
Tra le strutture rinvenute, che appartengono ad un periodo cronologico piuttosto ampio, è stato possibile identificare i resti dei piedritti in grossi blocchi di calcare dell’arcata della “Porta Romana” che si apriva lungo il lato nord-occidentale del perimetro difensivo.
Questa Porta doveva avere un aspetto molto simile, sebbene su scala maggiore, a quello della “Portella”, la porta urbica di nord-est tuttora ben conservata: l’arcata di ingresso era inquadrata da due torri quadrangolari avanzate, con muratura in opera incerta, di cui è ancora visibile una porzione inglobata nei caseggiati moderni che prospettano sul Corso.
«Una preziosa stampa di J. Catel del 1816 – osserva Nicoletta Cassieri, Archeologo Direttore presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio – raffigura la Porta prima della sua demolizione avvenuta nel 1871: oltre l’arcata a sesto acuto, di probabile rifacimento medievale, si trovava il cavedio, al termine del quale si apriva una controporta. Quest’ultima, anch’essa con profilo ogivale, è riconoscibile in un’altra stampa, stavolta di Rossini datata al 1839 che ritrae in primo piano la chiesa di Santa Maria».
L’ingresso alla città rivolto verso la capitale dell’Impero doveva presentarsi come il più imponente di tutti, aprendosi oltretutto in un tratto delle mura in opera poligonale di “terza maniera” di cui possiamo tuttora notare lungo viale Marconi la fattura particolarmente accurata.
Purtroppo i resti tornati in luce sono risultati molto danneggiati dalla posa in opera delle vecchie condutture; in base ai pochi elementi superstiti, tuttavia, si è potuta accertare l’esistenza di due basolati viari sovrapposti riferibili a due diverse fasi della strada romana: la più recente, risalente all’età medio-imperiale, vide anche un rifacimento in senso monumentale della Porta.
«I ritrovamenti – precisa il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo – sono stati documentati da minuziosi rilievi archeologici finalizzati anche alla redazione di un’ipotesi ricostruttiva di questa parte del sistema difensivo antico che rientra in un più ampio progetto di valorizzazione e fruizione dell’intero circuito di fortificazione con i suoi diversi accessi che l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza Archeologica intendono portare avanti in piena sinergia. I ritrovamenti archeologici hanno comportato un ritardo nell’esecuzione dei lavori, di cui ci scusiamo con i residenti, i titolari delle attività commerciali e i cittadini tutti, ma riteniamo che a fronte di questo temporaneo disagio ormai superato il rinvenimento di queste antiche tracce ci consente di aggiungere nuovi ed interessanti tasselli alla conoscenza storica della nostra città».