Non sappiamo qual sia lo scenario criminale nel quale può ascriversi la bomba che ha
divelto la serranda dell’esercizio commerciale di via Abate Tosti a Formia; di certo
sappiamo, però, che sono anni che denunciamo il clima criminale che avvolge le città del
sud pontino. D’altronde esse sono diventate la residenza di numerose famiglie afferenti
alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta, le quali vi hanno trasferito anche i loro
interessi, inondando il nostro territorio di milioni di euro di provenienza illecita.
Lo confermano i sequestri e le interdittive antimafia, che sono stati adottati dalla
magistratura a danno di soggetti, con forti legami con le suddette organizzazioni criminali.
Non siamo solo noi a dirlo ma anche le numerose relazioni antimafia che sono stare
redatte in questi anni, in particolare dalla DIA, così come da parte della commissione
parlamentare antimafia.
Quest’ultima ha ricostruito, grazie anche all’audizione dei magistrati della Procura di Roma
e del Prefetto di Latina, che la situazione è drammatica, nonostante il miglioramento della
qualità degli interventi di contrasto effettuati dalle forze dell’ordine.
Concludiamo ricordando che il nostro fondatore, il mai troppo poco compianto Elvio Di
Cesare, ha sempre denunciato la sottovalutazione del fenomeno legato alla presenza sul
nostro territorio di famiglie importanti della criminalità organizzata, denuncia a cui non ha
mai fatto seguito alcun provvedimento risolutivo, soprattutto da parte della classe politica e
della società civile. Purtroppo l’andazzo è ancora questo. Evidentemente mettere la testa
sotto la sabbia è per molti più facile che operare a favore della legalità, non trattandosi di
mandar via dalla propria città un senzatetto, verso il quale sono tutti bravi a mostrare i
muscoli, ma di colpire al cuore gli interessi di quanti hanno fatto delle nostre città il loro
cortile di casa. E purtroppo dobbiamo constatare che troppo spesso il silenzio e l’inerzia
che circonda tali situazioni non sono frutto di sola ignavia, ma di vera e propria collusione.
La Segreteria Nazionale
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