Continua spudoratamente l’opera di privatizzazione dell’acqua, con la falsa scusa di fornire alla città un nuovo servizio. L’artefice questa volta è il sindaco Bartolomeo con la sua giunta, quanto mai intenzionato a perseguire il tracciato della precedente amministrazione Forte, tant’è che molti esponenti politici di spicco che sedevano in consiglio comunale nelle file del centrodestra, oggi militano nel centrosinistra con tanto di tessera.
Ma veniamo ai fatti. Nel marzo del 2014 con delibera di giunta n.69, all’unanimità, la giunta Bartolomeo, approvava la proposta di deliberazione, a firma del responsabile dell’ufficio tecnico, avente come oggetto “Linee di indirizzo per la installazione di impianti per la produzione e distribuzione di acqua naturale e gassata”, con la quale si dava incarico all’architetto Astarita di “avviare il procedimento mediante la pubblicazione di apposita procedura di evidenza pubblica per l’individuazione di soggetti idonei a realizzare almeno quattro impianti per la produzione e distribuzione di acqua filtrata nei gusti naturale e gassata nelle seguenti aree del Territorio Comunale di Formia”.
Nell’Aprile 2014 l’architetto Astarita, con determinazione n.476, approva la procedura di gara per l’affidamento del servizio installazione sul territorio comunale di impianti per la produzione e distribuzione di acqua naturale e gassata e di affidare il servizio in economia mediante procedura di cottimo fiduciario, mediante lettera di inviti destinata a n. 7 ditte, individuate attraverso ricerca di mercato in via telematica. L’elenco delle ditte da invitare alla gara, stranamente, non viene allegato al provvedimento, ma custodito agli atti del Settore Urbanistica ed Edilizia – Servizio Patrimonio. Intanto per magia, il numero di impianti da installare passa da 4 a 11, con una distribuzione capillare e scientifica sul territorio comunale.
Nella stessa determinazione è scritto chiaramente che al comune di Formia andrà minimo il 5% del ricavato della ditta che si aggiudicherà l’appalto.
Ma facciamo un passo indietro. Nelle premesse scritte nella delibera di giunta n.69 del 2014 è scritto che l’utilizzo delle “casette dell’acqua” permetterà “la riduzione dei rifiuti derivanti dalle bottiglie di plastica, e la diminuzione delle emissioni inquinanti causate dalla produzione e trasporto delle bottiglie di acqua minerale”.
E’ facile domandarsi: “perché i cittadini devono acquistare acqua da bere dalle casette o dalle bottiglie e non possono utilizzare quella del rubinetto, che tra l’altro in parte pagano senza consumare, visto che sulle bollette dell’acqua è applicato una quota fissa, indipendente dai consumi? Perché i cittadini di Formia non vengono adeguatamente sensibilizzati ad un consumo consapevole della loro acqua? Quanta fiducia i cittadini hanno dell’acqua che esce dai loro rubinetti? Quali garanzie ha un cittadino sulla bontà dell’acqua di rubinetto?” La risposta almeno a questa ultima domanda è scontata. Nessuna. E non crediamo bastino le analisi che vengono effettuate. Ogni volta che piove, in maniera più decisa, l’acqua diventa marrone, tanto che più volte i sindaci di turno, in quanto massima autorità sanitaria della città, hanno dovuto emettere un’ordinanza di non potabilità dell’acqua. Ovviamente Acqualatina non solo continua, nonostante i pesanti disservizi per i cittadini, a pretendere di incassare le bollette, ma viene anche “premiata”. E’ infatti notizia di questi giorni che, con l’applicazione del nuovo metodo tariffario, Acqualatina otterrà un aumento del 18% sulle bollette, con il bene placet dei sindaci.
Ebbene, in questo scenario, cosa fa il nostro sindaco? Invece di riprendersi gli impianti, come sancito dal popolo italiano con i referendum del giugno 2011, decide che un altro privato potrà arricchirsi a spese dei cittadini formiani. Oltre il danno la beffa.
Invece di sprecare tempo ed energie con le casette dell’acqua sarebbe stato meglio trovare il modo per incentivare l’utilizzo dell’acqua del proprio rubinetto, a vantaggio della salute e delle tasche dei formiani. Riprendersi gli impianti, ripubblicizzare l’acqua, migliorarne la qualità e la potabilità e riattivare incentivare le vecchie fontanelle pubbliche.
Ci preme ricordare a tutti coloro che sono stati eletti
Durante l’ultima campagna elettorale tutti i candidati parlavano di ripubblicizzazione dell’acqua. Ci preme ricordare a tutti quegli eletti, in particolare a coloro che si considerano “paladini dell’acqua pubblica” addirittura da curriculum, che “l’acqua è un bene comune, non una merce!!!” e che non si deve vendere neanche nelle casette dell’acqua!!!
Comitato Spontaneo di lotta contro Acqualatina di Formia e Gaeta