Della presentazione del Progetto del nuovo Piano Regolatore proposto recentemente dalla Giunta Bartolomeo due considerazioni ci hanno particolarmente impressionato, anche perché pregiudiziali all’intero progetto:
– “presumibilmente nel 2025 cresceremo ancora con circa 15 mila residenti in più “
– “mancheranno le case (quelle attualmente inoccupate sono tutte seconde case e quindi non possono essere prese in considerazione come potenziali alloggi, né ora né mai) “.
Crediamo che per rendere più credibile qualsiasi proposta alternativa in merito – come quella che il M5S ha già prospettato nel suo Programma Amministrativo alle passate elezioni e che per l’occasione riproporrà corretta ed aggiornata a cittadini ed amministratori – sia necessario innanzitutto confutare queste due premesse del Piano Bartolomeo, cadute le quali questo Progetto diventa carta straccia.
Partiamo dalle seconde case. Innanzitutto sono oramai innumerevoli i “vendesi” relativi alle seconde e terze case di chi ormai a causa della crisi non può più permettersele e l’unica speranza per chi vende è nell’assorbimento dell’offerta da parte della popolazione locale, visti la crisi generale ed il fatto che ormai Formia non è più turisticamente appetibile come una volta. Piuttosto, spesso, si tratta di case a vocazione estiva di scarso livello qualitativo, da ammodernare e rendere agibili per finalità residenziali, cosa che tra l’altro, con il dovuto supporto pubblico, potrebbe contribuire ad alimentare in parte il rilancio dell’edilizia locale. Quindi questa case ci sono e ci saranno e vanno prese in considerazione.
E’ poi letteralmente assurdo ed evidentemente strumentale proiettare nel futuro i tassi di crescita della popolazione formiana dal 1951 in poi per giustificare la colata di cemento che invaderà il territorio della città. L’affermazione che a Formia ci saranno circa 15mila abitanti in più entro il 2025, quasi un incremento del 50% della attuale popolazione in soli 12 anni, è smentita nel modo più assoluto dalle proiezioni statistiche dell’ISTAT e da uno studio relativamente recente della Società Tecnè, che nel novembre 2012 – quindi prima dell’acutizzarsi dell’attuale crisi – parla di una popolazione che a Formia invecchierà progressivamente nei prossimi anni, con una decisa diminuzione della popolazione tra i 15 e i 65 anni, fino a prevedere entro il 2050 una diminuzione degli abitanti di circa 5.000 unità! Già oggi le scuole elementari delle frazioni faticano a formare le classi prime per mancanza di bambini. Su quali dati scientificamente attendibili si basa invece la proiezione del piano prospettato dalla Giunta Bartolomeo?
C’è di più. Se si guarda alla situazione economica e lavorativa c’è da mettersi le mani nei capelli! Solo una sua crescita in termini esponenziali potrebbe in parte giustificare un eventuale fenomeno di immigrazione, ma ci è difficile immaginare la creazione a Formia di lavoro per almeno 5 mila capifamiglia se non di più. Sempre secondo lo studio Tecné, non c’è, infatti un solo settore economico che non preveda un calo produttivo e nell’offerta di lavoro. E sono dati al 2012! Se qualcuno ha notizie contrarie in merito ce lo faccia sapere!
Allora, a meno che non si verifichi una improbabile, fenomenale immigrazione di siriani, somali, sudanesi, palestinesi, greci, ucraini e quanti altri che sbarcheranno sui nostri lidi, affamati e senza un soldo, in fuga dai maggiori disastri che vivono nelle loro terre, tutto ciò significa che qualcuno sta tentando ancora una volta, con la massima spudoratezza e con la più assoluta continuità di intenti con la precedente Giunta, di prenderci per i fondelli!
E’ decisamente più probabile se non sicuro, invece, che i prospettati 600.000 metri cubi di edilizia residenziale diventeranno in buona parte solo mostri edilizi invenduti. Chi finanzierà le costruzioni se le banche non fanno credito? Con quali soldi pubblici si assicureranno i servizi di base indispensabili, se le casse comunali sono vuote? Chi comprerà queste case, se molti non arrivano alla fine del mese? Molto più probabilmente, come già sta accadendo da noi e nel resto d’Italia, avremo: a breve, una rivalutazione di terreni a beneficio di pochi; a medio termine, speculazioni da parte dei palazzinari vari e riciclo di danaro sporco; a lungo temine, unità invendute o non completate, imprese fallite in corso d’opera, privati e cooperative che ci avranno rimesso i risparmi, sperpero di danaro pubblico. Sottolineiamo poi che questo progetto, visto che prevede la costruzione nelle zone pianeggianti e quindi a maggior vocazione agricola, sottrarrà ulteriore terra all’agricoltura, danneggiando ulteriormente questo settore già abbandonato dalle varie amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni e che invece potrebbe e dovrebbe rappresentare una importante risorsa locale sia dal punto di visto economico ed occupazionale, sia per disponibilità di risorse alimentari a Km 0, dal momento che in prospettiva gli sviluppi della crisi, per niente alla sua fine, potrebbero determinare da un momento all’altro seri peggioramenti in tema di trasporti e di distribuzione di alimenti di prima necessità.
Basta, poi, per cortesia con il ritornello dell’edilizia come settore portante dell’economia locale per giustificare nuove costruzioni. Il settore edile può rappresentare lo stesso una immensa risorsa dal punto di vista occupazionale e imprenditoriale se ci si concentrerà sulla ristrutturazione e l’ammodernamento in chiave di risparmio energetico del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato, sul recupero delle volumetrie fatiscenti, sull’edilizia sociale. Sono queste, secondo il M5S, le direttive di cui la città ha bisogno, non di altro cemento!
Ci chiediamo, allora: ma l’amministrazione comunale per chi lavora? Si trattasse di privati che cercano di lucrare sulle future lottizzazioni, si potrebbe anche sopportare perché basterebbe dirgli di no, ma qui stiamo parlando di amministratori pubblici che stanno predisponendo l’atto più importante per la definizione dell’assetto territoriale ed economico della città per i prossimi 20-30 anni! Cioè di coloro che hanno le armi in mano per rendere esecutivo un simile disastroso progetto: cementificare tutto quello che si può cementificare! O sono stupidi (e non ci crediamo) o c’è qualcosa che non va!
E non venite dirci che qui o là si salverà un percorso nel verde o si farò una pista ciclabile o si rispetterà qualche rudere romano! Balle! Sono anni che i partiti ci riempiono di balle! Non vi crediamo più!
Il MoVimento 5 Stelle è deciso a dare battaglia fino in fondo su questo tema. Finora abbiamo suggerito all’Amministrazione Bartolomeo regolamenti e disposizioni su varie tematiche sulle quali più o meno ci sono stati punti di incontro e in parte sono anche stati recepiti. Qui si decide del futuro economico della nostra città e come è stato fatto non ci piace affatto. Pretenderemo, quindi, e ci batteremo affinché il PRG venga rivisto e i cittadini abbiano la possibilità di discutere e varare un progetto adeguato ai tempi e strutturato sulle reali esigenze della cittadinanza.
Giovanni Nocella – MoVimento 5 Stelle Formia