La proposta dell’associazione Caponnetto circa l’istituzione dell’Osservatorio comunale della legalità e della lotta alle mafie” nella nostra città non può che vederci favorevoli, soprattutto in virtù del fatto che chi la propone è da anni indiscussa protagonista dell’antimafia dei fatti e non delle chiacchiere. Ottima la prima, pessima la seconda.
Ancora di più lo siamo dopo aver letto i nove articoli della bozza di regolamento che ne disciplinano il funzionamento e che possono diventare un valido strumento di analisi e di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel nostro territorio.
Ora si può iniziare a fare sul serio e la lotta alle mafie ha l’occasione di passare dalle parole ai fatti, dopo troppi anni passati nella sterile discussione tra chi negava la presenza nella nostra città dei tentacoli della criminalità organizzata e chi invece la combatteva riempiendosi la bocca con i soliti slogan di chi ha poca voglia di impegnarsi, ma costretta dagli eventi a schierarsi, per forza, con l’antimafia.
Nel frattempo le mafie (camorra nella versione campana) dilagavano, senza trovare alcuno ostacolo, nemmeno tra chi era istituzionalmente deputato a farlo, anzi spesso i criminali potevano godere di robuste protezioni, altrimenti non si spiega come mai secondo alcuni oltre l’80% dell’economia della nostra città è nelle mani di persone che fanno riferimento ad esse, così come non spiega altrimenti come altrimenti il perché della presenza nella nostra città di esponenti di primo piano dei clan camorristici che vanno per la maggiore.
Non crediamo vengano solo a godersi il bel clima per cui è conosciuta la nostra città.
D’altronde lo testimoniano le numerose indagini che hanno interessato negli ultimi anni la nostra città e gli arresti che ne sono derivati, interrotti qui e là con colpi di tosse dalla classe politica che domina Formia, spesso più interessata a intessere rapporti con esse che a combatterle, vista anche l’enorme serbatoio di voti che si sono dimostrate poter mettere a disposizione.
Il consiglio comunale di Formia ha quindi la possibilità di cambiare rotta, di dimostrare per la prima volta che si fa sul serio, che i paladini dell’antimafia, cioè coloro che mettono a rischio la loro vita per combattere il crimine organizzato, possono contare anche sull’appoggio di chi è all’interno del palazzo comunale, da sempre invece pieno di abili sabotatori, pronti a tutto pur di lasciar cadere nel dimenticatoio i continui allarmi lanciati sul rischio “criminalità”.
Invitiamo a non sprecare questa occasione, perché potrebbe essere l’ultima chance concessa alla nostra città per estirpare il cancro delle mafie.
E’ compito degli onesti quello di denunciare senza paura ciò che avviene nella nostra città e che coinvolge ampi settori della Formia che conta.
Ed allora chi sa, parli.
Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista Formia