“Abbiamo detto no e continueremo a farlo ai
rifiuti di Roma, non per mero campanilismo, ma perché, purtroppo, la
situazione ambientale della provincia di Frosinone è ricca di criticità e
la salute delle persone residenti rischia di essere seriamente compromessa.
Da nord fino al centro sud esiste l’emergenza Valle del Sacco, a sud c’è
il termovalorizzatore di San Vittore, che con il possibile arrivo dei rifiuti
dalla Capitale potrebbe bruciare di più delle 800 tonnellate di cdr
quotidiane. Una situazione a dir poco drammatica che deve per forza di cose
essere gestita attraverso un attento confronto all’interno dell’Assemblea
dei Sindaci”. Lo ha dichiarato, in una nota, Mario Abbruzzese, consigliere
regionale di Forza Italia del Lazio e Presidente della Commissione Speciale
Riforme Istituzionali.
“Pertanto, ogni singolo primo cittadino non deve rimanere solo a combattere
per la sua causa, ma devono essere avanzate obiezioni e proposte condivise da
tutti in grado di rendere più organizzata la gestione dei rifiuti, con un
occhio di riguardo, soprattutto, alla salute dei cittadini. L’Assemblea dei
sindaci, come ho specificato più volte deve avere un ruolo fondamentale
sotto questo aspetto. Per quanto concerne l’inquinamento del solo dei 919
siti contaminati nel Lazio ben 128 sono in provincia di Frosinone. Dopo Roma
quello della Ciociaria è il numero più elevato, nel 2015, tra tutte le
province della regione. Lo affermano i dati dell’Arpa Lazio, l’Agenzia
Regionale per l’ambiente che ogni anno elenca le attività sviluppate a
proposito del monitoraggio dei siti contaminati. Questi sono informazioni che
devono essere considerati alla luce anche della prossima stesura, da parte
della Provincia di Frosinone, del documento ricognitivo, sulle aree idonee e
non idonee per la localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti,
nonché le zone adatte alla localizzazione degli impianti di recupero. Sul
quale l’assemblea dei Sindaci deve dire la propria, visto che il
provvedimento de quo è stato richiesto dalla Regione Lazio per procedere
all’aggiornamento del Piano regionale dei Rifiuti. E’ giunto il momento per
pensare finalmente ad una seria programmazione del ciclo dei rifiuti,
mettendo al centro del problema, prima di tutto la tutela delle persone. Non
lo dico io ma la direttiva europea sui rifiuti alla quale l’Italia si è
uniformata, che dice ‘La gestione dei rifiuti costituisce attività di
pubblico interesse: essi devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo
per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero
recare pregiudizio all’ambiente'”.