È stata di fatto tradita la promessa elettorale del primo cittadino di Gaeta di agire nell’interesse della città con azioni trasparenti e coerenti il linea con il programma elettorale.
Questa è la mia sintesi alla replica del sindaco di Gaeta sul tema dell’adesione della città di Formia nell’Autorità Portuale e sulla delocalizzazione della banchina Eni.
In merito all’adesione del comune di Formia nell’Autorità Portuale, credo che in questa fase sia prematuro, a differenza del primo cittadino che non dice praticamente nulla.
Sul tema del nuovo piano regolatore portuale sappiamo tutti che le carte erano tutte pronte sul tavolo: il pontile petroli doveva essere trasferito presso il porto commerciale e, con la convocazione del comitato portuale a ridosso di Natale, si stava mettendo tutto nero su bianco.
Il colpo di mano, deciso da pochissimi in comune, era già pronto: altro che concertazione come oggi afferma il sindaco di Gaeta nel suo comunicato stampa che definisco essere il manifesto politico dell’ambiguità.
E’ utile ricordare che la città di Gaeta e lo stesso consiglio comunale non sapevano in concreto nulla sui passi che si stavano compiendo sul nuovo piano regolatore portuale e quando il consigliere Salvatore Cicconardi chiese lumi in consiglio comunale, il sindaco sottovalutò la questione non entrando nel merito.
Questa conduzione ha poi determinato una fortissima contrapposizione e protesta che ha coinvolto praticamente tutti, nessuno escluso, semplici cittadini, imprenditori, sindaci, provincia di Latina e regione Lazio costringendo il comitato portuale a rinviare la discussione del punto senza la definizione di una nuova data di convocazione.
Il sindaco nella sua recentissima dichiarazione, in sostanza stritolato da tutti, non facendo mancare lacrime di coccodrillo, compie tutta una serie d’imbarazzanti passi indietro affermando che in futuro tutte le scelte saranno realizzate attraverso il confronto dimenticando però che solo ieri aveva scelto volutamente tutta un’altra strada.
Forse è utile ricordare che cittadini, imprese e istituzioni non hanno l’anello al naso e che su alcune delicate questioni non conviene a nessuno fare i furbetti.
Giovanni Balletta