E’ ormai opinione comune, fra cittadini e imprenditori che per far rinascere la nostra economia del mare si debba necessariamente rimettere al centro la riqualificazione delle nostre spiagge.
Alcuni interventi cittadini potevano essere tranquillamente posticipati lasciando il campo invece ad azioni che avrebbero avuto effetti più immediati sulla crescita e l’occupazione dove sicuramente il nostro tratto di costa può fare la differenza attraverso la stesura del PUA (piano utilizzo degli arenili).
Solo attraverso questo strumento urbanistico o di pianificazione possiamo diversificare e potenziare l’offerta turistica per un modello che, nel suo insieme, non può prescindere dall’organizzazione di servizi a monte e valle delle spiagge.
La città non può permettersi di ignorare questo stato di cose, intere generazioni e famiglie rischiano di avere un rapporto difficile con il mondo del lavoro se non ci saranno iniziative valide che non possono prescindere da una grande capacità di concertazione.
La riconquista della bandiera blu è stata issata su un castello di carta, abbiamo spiagge interdette, spiagge irraggiungibili, una raccolta differenziata in due strade cittadine e una pista ciclabile di pochi metri. Sicuramente l’amministrazione è stata furba, con un giro di carte ha riottenuto la bandiera blu ma non e’ più tempo di furberie di facciata serve sostanza nelle azioni di governo. Dicono che hanno preso il miele ma devono stare attenti a non farsi cadere l’alveare in testa.
Sicuramente la recente interdizione di alcune bellissime spiagge cittadine, per questioni legate alla sicurezza determinandone la non libera fruizione, è un fatto negativo a cui si aggiunge, purtroppo, la mancata chiusura dell’iter amministrativo del PUA.
Molte iniziative legate al turismo verde come treeking, canoa, arrampicate, self da tavola e tante altre subiranno inevitabilmente una battuta di arresto considerando che molti turisti preferiranno recarsi in altri luoghi meglio organizzati.
Sarebbe un peccato buttare a mare tutto questo indotto non trascurando il fatto che molte associazioni con le loro iniziative hanno generato un’economia a vantaggio di alberghi, ristoranti ecc..
E’ necessario guardare alle nostre spiagge con maggiore attenzione e lucidità auspicando che chi governa i processi incominci a rinunciare a qualcosa creando una concreta discontinuità rispetto a logiche obsolete e hobbistiche.
Alcuni segnali nell’arredo urbano cittadino si sono realizzati o meglio si stanno realizzando ma non illudiamoci che questi investimenti da soli bastino a far recuperare alla città il terreno perso nel recente passato.
Il PUA a Gaeta non deve limitarsi ad essere uno strumento urbanistico di tipo classico, deve andare necessariamente oltre e dovrà essere pensato e praticato come una leva occupazionale, questo farà la differenza tra un buona ed una cattiva valorizzazione e regolamentazione delle spiagge.
Giambattista Balletta