I tre consiglieri di maggioranza Maurizio Caso, Gennaro Dies ed Angelo Magliozzi stigmatizzano il comportamento del presidente della commissione permanente di controllo e garanzia Marina Costabile che, evidentemente, deve aver scambiato la commissione come strumento per svolgervi attività inquisitorie a meri fini ideologici e propagandistici.
«Come presidente, Costabile – sostengono i tre consiglieri di maggioranza – si arroga il diritto di redigere l’ordine del giorno non in funzione degli argomenti da trattare in consiglio comunale (come prevede il regolamento) ma con il solo ed unico scopo di apparire sugli organi di stampa come esponente del Gruppo Raimondi, ponendo addirittura in agenda argomenti che già sono stati oggetto di denunce che l’ex sindaco Raimondi, capogruppo del movimento progressista, avrebbe presentato agli organi giudiziari o alle forze dell’ordine. Che necessità c’è di riproporli in sede di commissione?» si chiedono i tre consiglieri.
«La verità – sottolineano Caso, Dies e Magliozzi – è che solo pochi fedelissimi credono alle denunce del loro leader il quale, per dimostrare la sua “arguzia politica” utilizza un organo istituzionale, quale la commissione controllo, con la speranza di riscuotere maggior credito dai suoi fan». «Più volte – spiegano – abbiamo ribadito e dimostrato la bontà degli atti contestati dall’ex sindaco invitandolo a non strombazzare sui mass media le sue considerazioni, facendole passare addirittura come se fossero state condivise ed approvate dalla commissione». «Si tratta di un modo ignobile, squallido e becero di ottenere visibilità, in barba all’etica politica» commentano. E aggiungono: «Questo suo modo di interpretare la politica è davvero irresponsabile e non gli fa onore. Gli serve solo apparire sugli organi di stampa».
«Ma se la sua intenzione è di apparire sulla stampa – osservano – utilizzi strumenti più legittimi: esponga i suoi dubbi in consiglio comunale, ad esempio sotto forma di interrogazioni, ma non coinvolga, strumentalizzandoli, tutti i membri della commissione, chiamata invece a svolgere altre funzioni piuttosto che fare da passerella politica a chi è stato sonoramente bollato dagli elettori».
«La commissione – puntualizzano – viene interpretata da Raimondi come un’aula di tribunale dove conta solo l’accusa, essendo suo unico obiettivo emettere un verdetto da diffondere sui mass media e sui social network». La sua strategia politica? «L’ex sindaco ci lancia “benevolmente” e continuamente avvertimenti a “stare attenti”, quando non diventiamo bersaglio delle sue intimidazioni o non siamo costretti ad ascoltare minacce di denunce a questa piuttosto che a quell’altra autorità giudiziaria».
E si chiedono: «Che peccato ha fatto Gaeta ad aver avuto come sindaco prima e come consigliere, anzi come pubblico ministero oggi, un politicante in cerca di vanagloria?».