«Considerando, purtroppo, l’ancora debole crescita dei consumi interni, le esportazioni continuano a giocare un ruolo fondamentale per la tutela dei posti di lavoro, specie per le regioni del centro Italia. In questo scenario una logistica intermodale, con adeguati strumenti di leva per il suo rilancio, come ad esempio il bonus ambientale per le Autostrade del Mare, gioca un ruolo fondamentale.
Il bonus ambientale, erogato dal governo italiano nel triennio 2007/2009 e biennio 2010/2011 è stato di 440milioni di euro. Somma messa a disposizione di tutte le società di autotrasporto comunitarie che utilizzano navi traghetto veloci (per merci e passeggeri) per raggiungere le loro destinazioni finali.
Molti sono stati i porti, come ad esempio Civitavecchia, che sono cresciuti e che hanno ottenuto importanti finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture portuali e retroportuali utili per la crescita del traffico sia di traghetti che croceristico.
Un’opportunità di cui il porto di Gaeta, secondo scalo commerciale della regione Lazio, non ha goduto. E tutto ciò ha provocato un depotenziamento della piattaforma portuale regionale dell’area sud. Tra i vantaggi del bonus ambientale c’è una forte accelerazione di alcuni processi come lo spostamento di grosse quote di traffico pesante dalle strade verso il mare. Non vedo perché in passato sia stato solo il Governo Italiano a finanziare un intervento che sottrae traffico dalle strade anche ad altre nazioni come Francia e Spagna. Una grossa falla questa che dovrà essere sanata nel Parlamento Europeo.
Questa sarà una delle prime iniziative che intraprenderò sul tema dei trasporti e porti a Bruxelles. È impensabile che nazioni come Spagna e Francia non abbiano mai versato un solo centesimo per una questione che li coinvolge direttamente, non possono continuare a tenere gli occhi chiusi. Se ci si confronta sulle rete Ten-T non vedo perché non ci si debba confrontare su iniziative che portano buoni risultati come il bonus. Anche loro insieme ad altri Stati dovranno contribuire ad alimentare il bonus ambientale UE per le Autostrade del Mare attraverso un sistema di regole certe: con pochi interventi si possono fare cose egregie per l’ambiente e la sicurezza stradale senza trascurare l’usura e la manutenzione delle strade.
Non credo che abbattere i costi del trasporto per le industrie o aumentare il costo delle autostrade, cosa che ha fatto recentemente e pesantemente la Francia, renda i trasporti più competitivi. Tutto questo, spesso, genera ricadute negative su tutta la catena del trasporto. Il sistema funziona se si premia in Europa chi si organizza attraverso un trasporto sostenibile che guardi al mare e alla ferrovia. Altre soluzioni non incideranno in maniera significativa. Non credo che sia così interessante investire in porti aumentando il pescaggio o costruire piazzali e banchine se poi non ci sono azioni studiate per generare nei porti economie di scala. Servono dei facilitatori ed è qui che occorre intervenire».
Armando Cusani