Il Consiglio Comunale di Gaeta ha finalmente approvato durante la seduta di lunedi 23 ottobre, con apposita votazione alle proposte di delibera, la costituzione delle Commissioni Consiliari permanenti. Tali organi, come ben noto, hanno funzione consultiva e/o istruttoria, di controllo, di indagine, di inchiesta, di studio, svolgono indagini conoscitive, dispongono, per i regolamenti comunali e per gli altri atti individuati dal regolamento del consiglio, di poteri redigenti di provvedimenti da approvare in via definitiva dal Consiglio. Insomma un ruolo importantissimo rimasto congelato per oltre un anno di mandato nell’amministrazione Leccese e che durante le innumerevoli conferenze dei Capigruppo convocate in questi mesi il Consigliere comunale di Fratelli d’Italia Marco di Vasta aveva più volte rimarcato. Lo stesso Di Vasta evidenziava un serio problema di partecipazione democratica e uno scarso rispetto del ruolo dei consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, andando pervicacemente avanti con un modus operandi alquanto discutibile, nonostante i ripetuti impegni e le promesse di trasparenza e partecipazione. Si è preferito, aggiunge il consigliere di FDI, disquisire sul numero dei componenti delle commissioni piuttosto che nominarle e lavorare per la città, lasciando il problema della composizione numerica alla fase successiva. A tal fine sarebbe stato opportuno dare temporaneamente la rappresentanza a tutti i gruppi consiliari invece che ingessare il confronto del consiglio comunale in questi 17 mesi. Il punto più basso- ha evidenziato Di Vasta – si è toccato con la modifica dello Statuto comunale e con la conseguente deliberazione di Consiglio comunale numero 1 del gennaio scorso quando la maggioranza, ad eccezione del solo esponente di Fdi che non votò il punto uscendo dall’aula, decise di modificare il disposto statutario da : “il Consiglio comunale istituisce le commissioni consiliari”, con il consiglio comunale può istituire le commissioni consiliari. La precisione fu chiara, quello di non istituire più le commissioni.
Nonostante la modifica statutaria, la diatriba è continuata fino alla riunione di Maggioranza del 22 settembre scorso quando fu trovata una sintesi. La proposta di Di Vasta fu quella di istituire le commissioni consiliari a 7 membri, 5 di Maggioranza e 2 di Minoranza. Le dimissioni da consigliere di Silvio D’Amante con la surroga del primo dei non eletti Franco De Angelis hanno permesso, seppur indirettamente, di raggiungere un altro e diverso accordo: tre rappresentanti per la maggioranza e due per le minoranze. Tale scelta, conclude Di Vasta, rafforza sensibilmente la rappresentanza delle minoranze all’interno delle commissioni consiliari, questione da sempre contestata dal consigliere di Fdi in rapporto al numero dei consiglieri usciti dalle urne, ma rappresenta il male minore rispetto alla totale assenza della politica dal luogo di confronto da sempre deputato ad approfondire le questioni, a svolgere audizioni, al miglioramento di alcune pratiche e a giungere preparati nei consigli comunali dando seguito al proprio impegno verso la città. Le Commissioni Consiliari sono fondamentali per la vita istituzionale, per l’approfondimento degli argomenti di competenza del Consiglio Comunale, per la comprensione da parte di consiglieri e cittadini dell’azione politica posta in essere dall’amministrazione comunale. La mancata costituzione delle stesse non ha esclusivamente determinato la limitazione dell’attività dei consiglieri di minoranza, ma ha soprattutto depauperato l’operatività di gran parte dei colleghi della maggioranza, rimasti purtroppo inermi e costretti a limitare la loro azione politico-amministrativa alla partecipazione passiva in sede consiliare.
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