Nonostante l’amministrazione comunale abbia spremuto i cittadini con ogni tipo di tassa, contribuito all’approvazione, tra queste, anche dell’aumento delle tariffe idriche retroattive (Il Gestore avrebbe dovuto fatturare con la tariffazione approvata dall’ATO solo a partire dal 7 agosto 2014, data di approvazione della delibera n. 11/2014 ATO4 senza alcun conguaglio come specificato nella delibera 643/2013/R/IDR art.6) e di una cauzione illegittima (La società Acqualatina S.p.A., secondo quanto previsto nella Deliberazione 586/12/R/IDR, non ha adottato e pubblicato una Carta dei Servizi conforme alla vigente normativa pertanto il gestore secondo l’art. 3.2 della deliberazione 086/13/R/IDR non può richiedere all’utente finale alcuna somma a titolo di deposito cauzionale), che invece i cittadini di Gaeta sono puntualmente costretti a pagare sotto le intimidazioni di Equitalia, è da più di un mese che in alcune zone di Gaeta, soprattutto in zona Serapo e Conca, non c’è un flusso adeguato di acqua corrente, sufficiente all’espletamento delle normali attività domestiche, igieniche, al funzionamento delle caldaie e quindi del riscaldamento.
Considerando questo come il periodo di maggior freddo, è gravissima l’indifferenza o distrazione di chi dovrebbe intervenire immediatamente, alla prima segnalazione e invece non lo fa. Per l’ennesima volta a ESSERE danneggiata, non poco, è la cittadinanza succube, costretta a strillare forte, nonché agire per vie legali, solo per poter far valere i propri diritti fondamentali, tra l’altro, servizi regolarmente acquistati e per i quali c’è l’obbligo, da parte delle società fornitrici, di assicurarli in maniera soddisfacente, garantendo, cioè, una pressione dell’acqua al rubinetto sufficiente ad adempiere tutte le attività previste. È molto preoccupante la deriva alla quale siamo stati costretti dopo la parziale privatizzazione di questo servizio incominciata all’inizio degli anni 2000, e il totale asservimento dei rappresentanti sindaci degli ATO ai dictat e alle imposture di Acqualatina. È stato riscontrato che gli investimenti nel settore dell’ammodernamento infrastrutturale degli acquedotti si sono ridotti dei 2/3 da quando si è passati alla gestione privatistica. Ecco perché, appurato il fallimento di questo tipo di gestione, il Movimento 5 Stelle punta alla riacquisizione, da parte degli enti pubblici comuni, delle quote associative cedute, per riportare il tutto ad una gestione completamente pubblica al servizio e a tutela dei soli cittadini e non dei profitti privati. Ci batteremo perché l’acqua rimanga un bene e un diritto universale, come quello alla vita. La battaglia sarà anche questa volta molto dura, purtroppo l’ultimo decreto “Sblocca Italia” va nella direzione completamente opposta, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente, nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi.
Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di Stabilità.
Cinque Stelle Gaeta