Una guerra lampo contro la città di Gaeta e il suo Golfo: questa è
l’azione portata avanti dal sindaco Mitrano e dal presidente
Pasqualino Monti dell’Autorità’ Portuale di
Civitavecchia/Fiumicino/Gaeta in merito alla delocalizzazione del
pontile petroli Eni nel porto commerciale.
Questa scellerata iniziativa sta aprendo un terribile voragine con il
nostro territorio; una voragine che non potrà mai più essere colmata.
Si potrebbe anche ironizzare sull’incoerenza di Mitrano che la mattina
dice una cosa e nella tarda mattinata ne dice un’altra ma ancora una
volta sta dimostrando tutta la sua più assoluta incapacità nel
disegnare la città del futuro mettendo, come in questo casi, a rischio
la vita di tanta gente.
Spesso il sindaco Mitrano afferma che cambierà il volto della città,
se questo e il modo in cui pensa di farlo e’ meglio che si faccia da
parte.
Trovo irresponsabile non valutare una delocalizzazione in mare aperto
del pontile petroli nonostante questa sia la soluzione che tutti i
porti stanno applicando.
L ‘Autorità’ Portuale di Napoli delocalizzerà in mare aperto con fondi
comunitari mentre a Genova saranno utilizzati fondi privati e non
pubblici come invece si vuole fare a Gaeta.
Siamo sicuri che questo sperpero di fondi pubblici sia condiviso alla
fine dalla Corte dei Conti ?
Sicuramente i due non hanno ben chiaro quelli che sono gli aspetti
negativi di un pontile “lungo costa” e gli enormi vantaggi di una
“boa” in mare aperto da utilizzare per lo scarico dei prodotti
petroliferi.
Con uno scalo lungo costa non vengono affatto eliminati i rischi
ambientali e di sicurezza previste dalle rigorosissime norme
internazionali; le città di Gaeta e Formia sono troppo prossime al
pontile ENI che in caso d’incendio o esplosione sarebbero
inevitabilmente coinvolte da colonne di fumo e dall’onda di calore
mentre la marea oleosa si riverserebbe rapidamente lungo tutta la
costa del Golfo di Gaeta.
La delocalizzazione nel porto commerciale e’ oltremodo un’opera
costosissima in cui dovranno essere costruiti moli e diga foranea che
andrebbero inevitabilmente a modificare le correnti del Golfo con
conseguenze negative sulle attività turistico-produttive che la stessa
qualità dell’acqua.
Ma se per togliere una bitta nel porto di Gaeta l’Autorità Portuale ha
impiegato 10 anni mentre per gli attuali lavori non si vede mai la
fine con anni e anni di ritardo, in quanto tempo saranno realizzata le
nefaste infrastrutture petrolifere nel porto commerciale ?
Attenzione, non vorrei che tutto questo rappresenti la sola fortuna di
qualche studio di progettazione che ci costerebbe milioni e milioni di
euro.
Una domanda sorge spontanea:ma se la soluzione lungo costa e’ cosi
vantaggiosa perché il presidente dell’Autorità Portuale non fa votare
in comitato portuale la delocalizzazione del pontile petroli presente
in mare aperto a Civitavecchia verso il porto della città ?
Non lo fa perché la città non solo non lo condividerebbe mai e poi mai
ma anche perché nel porto di Civitavecchia devono ormeggiare navi da
crociera, traghetti, frutta e traffici puliti; il petrolio in rada mai
in porto, così come prevede sia il buon senso che la regolamentazione
internazionale a tutela della sicurezza e dell’ambiente.
A Gaeta altro che traffici puliti avremo solamente un porto
completamente depotenziato a favore dell’ENI con un pericolo in più
che potrebbe, in caso di incidenti, coinvolgere anche altre navi
ormeggiate in porto scatenando un effetto domino.
Sia la regione Lazio che l’ente portuale per lo scarico del prodotto
petrolifero in raffineria incassano milioni e milioni di euro in tasse
e accise, come dire, ci guadagnano tutti eccetto i gaetani che ancora
oggi hanno i tubi di petrolio sotto il letto di casa.
Per la scelta del pontile in mare aperto ci sono tantissime valide
motivazioni su cui gli enti non potranno tenere gli occhi chiusi.
Infatti optando per un simile scenario le conseguenze di un sinistro
non si trasferirebbero direttamente sulla popolazione; inoltre una più
veloce e controllata gestione delle operazioni di spegnimento che non
sarebbero ostacolate dalla presenza di realtà produttive e abitazioni
presenti lungo la costa. Infine un miglior controllo nelle operazioni
di scarico con una più tempestiva ed efficacia gestioni delle chiazze
oleose, tutto sarebbe facilmente perimetrabile e circoscriscrivibile.
Giambattista Balletta