domenica 24 Novembre 2024,

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Gazzettino del Lazio

scritto da Redazione
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GRAZIANO, IL TASSISTA GENTILE CHE HA SCOSSO LE COSCIENZE DI ROMA: “IL MIO UN GESTO SEMPLICE, NON PENSAVO AVESSE TANTO CLAMORE”, DICE A RADIO CUSANO CAMPUS
Si chiama Graziano,un suo gesto di qualche giorno fa gli è valso il soprannome di “tassista gentile”. Intervenendo su Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ha spiegato cosa è accaduto, rivelando che mai si sarebbe aspettato un clamore del genere.
 
Racconta Graziano: “Mi chiamano tutti il tassista gentile, ma quello che è fatto è un gesto all’ordine del giorno. Faccio il tassista da tanti anni, questi piccoli gesti sono quotidiani, solo che questa volta qualcuno ha notato quello che ho fatto. Mercoledì scorso ero a Stazione Ostiense, ho notato una signora, probabilmente nordafricana, con una bambina molto piccola. Era in difficoltà, si vedeva che aveva bisogno di un passaggio, faceva molto caldo, mi sono avvicinato a lei chiedendole se avesse bisogno d’aiuto. Mi ha spiegato che doveva arrivare in un posto dalle parti della Regione Lazio, ma che non aveva possibilità di pagarmi. Io l’ho convinta comunque a salire, l’ho aiutata a sistemare il passeggino in macchina e le bottiglie d’acqua che aveva con sé. Poi, una volta partiti, le è arrivata una telefonata e lei mi ha detto di lasciarla da un’altra parte, perché comunque la problematica che aveva non sarebbe riuscita a risolverla. Allora l’ho portata nella nuova destinazione che mi ha indicato, l’ho aiutata a scaricare il passeggino e le bottiglie d’acqua che si portava dietro e quando mi ha chiesto quanto dovesse darmi le ho detto che non volevo nulla e che con quei soldi che avrebbe dovuto darmi sarei stato ben felice se avesse regalato qualcosa alla sua bambina. Il colore della pelle nel mio gesto non c’entra nulla, questa signora era di colore, ma più volte mi è capitato di fare cose del genere anche con italiani. Noi tassisti siamo molto diversi rispetti a come ci dipingono. Ripeto, molte altre volte ho fatto gesti simili. Stavolta evidentemente qualcuno ha assistito al dialogo tra me e questa signora, ha messo tutto su Facebook e la storia è diventata di dominio pubblico”.
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Davide Mattiello, deputato del Pd e membro della Commissione antimafia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sul tema della legalità, che è stato al centro del dibattito avvenuto oggi all’Università Niccolò Cusano con Salvatore Esposito (attore della serie tv Gomorra). “Dobbiamo aiutarci reciprocamente a fare pace con il concetto di legalità, che è strettamente collegato con il concetto di libertà –ha affermato Mattiello-. Legalità è la possibilità per ciascuno di vivere la propria vita, liberato dall’abuso di potere. La legalità c’era anche nel nazifascismo, non è un totem. La legalità in ambiente democratico, costituzionale, è quello strumento attraverso il quale l’individuo viene tutelato dall’abuso di potere, dalla prevaricazione. La politica deve dare l’esempio attraverso le azioni. Purtroppo la classe politica del nostro Paese si è spesso classificata per un cattivo esempio. Il cattivo esempio in politica è anche l’ignavia, l’ignoranza, la mancanza di coraggio. Far male in politica non significa solo stare con i corrotti e con i mafiosi, ma anche ignorare l’articolo della Costituzione che parla di onore nell’esercizio della funzione pubblica. Ogni giorno ha la sua gioia e il suo dolore. Ogni giorno la cronaca ci consegna il grande lavoro delle forze dell’ordine. Non riuscirei a dire generalmente a che punto è la notte, è una notte trapuntata da molte stelle. Noi dobbiamo quotidianamente scegliere di accendere una luce in più, anziché farci tramortire dal buio”.

Infiltrazioni appalti Expo. “In termini educativi ci si deve formare a quella pazienza che non si fa illusioni –ha spiegato Mattiello-. Io non mi sono mai fatto l’illusione che una battaglia contro la mafia possa essere vinta una volta per tutte e ovunque. Questo è un mito dal quale guardarci, perché è prodromico alla creazione del mito senza macchia e senza paura, ma queste sono cose da film. Noi vinciamo alcune battaglie, altre no, ma non dobbiamo darci per vinti e scoraggiarci. Se non ci fosse stata l’attività di prevenzione che abbiamo fatto su Expo, ci sarebbero stati molti altri casi di infiltrazioni mafiose negli appalti. Non è neanche un problema di averli accanto, ma di essere criminali. Addirittura lo schema del voto di scambio tra politico e mafioso rischia di essere uno schema marginale dal punto di vista storico. Perché questo presuppone dei ruoli ben precisi tra le due parti. Invece ora le organizzazioni mafiose sono diventate talmente pervasive, che il politico lo esprimono, lo fanno, non è un interlocutore, ma è parte dell’organizzazione. La sfida è molto complicata e proprio per questo non bisogna disperare, bisogna distinguere”.

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ESPOSITO, IL GENNY SAVASTANO DI ‘GOMORRA’ A RADIO CUSANO CAMPUS: “POLITICI HANNO FATTO POLEMICA SULLA SCENA DEL VIBRATORE PER NON PARLARE DEL TEMA CENTRALE DELLA FICTION: LA TOTALE ASSENZA DELLO STATO. L’ITALIANO MEDIO è RIMASTO COLPITO DALLA SERIE PERCHè ABITUATO AI PRETI E ALLE SUORE SUPEREROI”. SU GOMORRA 3: “ALLENZA TRA GENNY E CIRO? MAGARI CE LI RITROVIAMO IN PARLAMENTO…”.

Oggi all’Università Niccolò Cusano si è tenuto il dibattito dal titolo “Raccontare il crimine, scegliere la legalità”, con Salvatore Esposito (attore della serie tv ‘Gomorra’) e i giornalisti Carlo Bonini e Sergio Nazzaro.

In merito alla serie tv ‘Gomorra’ e le polemiche sul rischio di emulazione da parte dei giovani, Esposito ha spiegato che “lo spettatore medio italiano negli ultimi 10 anni ha dovuto sorbirsi le storie di un prete supereroe, che fa pure il detective e lo psicanalista, o quelle di suore che portano tutti sulla retta via. Sono fiction che raccontano realtà distorte. Allora si capisce perché Gomorra ha toccato in maniera così netta l’animo dell’italiano medio. Qualche settimana fa sono stato ospite alla Notte bianca della legalità organizzata dal Comune di Roma. Ho conosciuto tanti giudici e magistrati che mi hanno fatto sentire una star, mi hanno fatto moltissimi complimenti per come avevamo rappresentato quei personaggi. Le polemiche su questa seconda stagione sono nate per un vibratore o per altre facezie. Sono stati soprattutto alcuni politicanti a generare polemiche, cavalcando il successo di Gomorra. Si sono attaccati a queste polemicucce per non parlare del tema centrale di Gomorra, che è la totale assenza dello Stato. La polizia c’è, la raccontiamo, ma raccontiamo anche l’assenza delle istituzioni, che non supportano la polizia stessa. Dov’è lo Stato che deve dare casa e lavoro alle famiglie e ai ragazzi in quei luoghi? Un ragazzo che nasce in quelle realtà ha poche scelte, pur volendo allontanarsi dall’ambiente criminale non è supportato dallo Stato, che taglia i fondi alla cultura e all’istruzione. In Gomorra lo Stato è raccontato come non pervenuto”.

Sul tema è intervenuto anche il giornalista e scrittore Carlo Bonini, autore del libro ‘Suburra’. “C’è un problema di fondo –ha affermato Bonini- quando si racconta il male. A nessuno sfugge che questo materiale è complicato da maneggiare. Basti pensare che il male è un archetipo con il quale abbiamo a che fare da quando esiste l’uomo. La tragedia greca è incentrata su questo. Il fatto che l’uomo sia attratto dalla narrazione del male e dall’esperienza del male fa parte del genere umano. Il problema è come il male viene rappresentato. Noi siamo passati dalla Piovra a Gomorra, cioè da un racconto in cui il protagonista è l’eroe positivo a un racconto in cui il punto di vista è quello del criminale. Credo che si tornerà al racconto dal punto di vista dell’eroe positivo, ma ci vorrà tempo perché questo accada”.

Secondo il giornalista e scrittore Sergio Nazzaro “La discussione oziosa su Gomorra –ha spiegato Nazzaro- è nata perché la Serie è stata in grado di rappresentare la realtà. In tv nei telegiornali sentiamo parlare di guerra, di tragedie dell’immigrazione, ma non si vede mai un morto. Sui siti internet c’è l’avviso: ‘attenzione, immagini che potrebbero urtare la sensibilità’. Ma quale sensibilità? Gomorra è un grande prodotto di fiction, ti cattura, ti puoi anche divertire. Poi però sta allo spettatore farsi venire qualche dubbio e interrogarsi su questi fatti”.

Riguardo la terza stagione di Gomorra, attualmente in produzione, Salvatore Esposito ha risposto a chi si chiede se Salvatore Conte sia ancora vivo. “Avete mai visto un morto resuscitare?” –ha chiesto ironicamente l’attore alla platea.

In merito ad una possibile alleanza con Ciro Di Marzio invece, Esposito ha affermato “Chissà, vedremo… Magari faranno un’alleanza e ce li ritroveremo pure in Parlamento”. Potrebbero creare il vero partito della Nazione… “Ma questo è impossibile, perché infondo non è mai successo che dei politici fossero accusati di associazione mafiosa, no?”.

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EMERGENZA RATTI A ROMA, RAZZI TORNA ALLA CARICA: “VIRGINIA, DAMMI RETTA, ANDIAMO INSIEME A SCEGLIERE DEI GATTI ASIATICI, FURBI E AFFAMATI. TI ACCOMPAGNO IO, SO INTENDERMI DI GATTI AFFAMATI”, DICE IL SENATORE A RADIO CUSANO CAMPUS

Antonio Razzi, senatore di Forza Italia, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Partendo dall’emergenza ratti che preoccupa la Capitale, Razzi è tornato sulla sua idea originaria: “Anche a Chicago hanno deciso di riempire le strade di gatti per fronteggiare il problema ratti. Io spero che Virginia Raggi, che non è nata imparata, possa dare retta a Razzi. Sentendo Razzi si possono imparare tante cose. E allora io dico a Virginia, se lo fanno a Chicago lo possono fare benissimo anche a Roma. Virginia, dammi retta, usa i gatti per catturare i ratti. Ormai lo fanno anche gli americani. Mi vogliono prendere in giro, ma io non sono fesso, i miei pensieri sono cose buone. A qualcuno forse questa idea fa ridere, ma io guardo i fatti. Servono i gatti asiatici, che sono molto più furbi. Se la Raggi mi chiamasse potrei aiutarla, darle un consiglio da amico. I gatti devono essere asiatici e affamati. Io li riconosco i gatti affamati, io sono un esperto di gatti affamati. Possiamo anche andarli a prendere insieme. Quando li vedo di un certo tipo, gatti affamati e furbi, io le dico cara sindachessa, ecco, questi sono ottimi gatti. Potremmo anche andarli a prendere insieme. La Raggi mi sembra una ragazza molto vispa e coraggiosa. E il suo coraggio lo metterà sicuramente in campo per il bene dei romani e del mondo intero”.

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Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sul tema della legalità, che è stato al centro del dibattito avvenuto oggi all’Università Niccolò Cusano con Salvatore Esposito (attore della serie tv Gomorra). “Rispettare le regole del gioco converrebbe a tutti –ha affermato Di Pietro-, ma c’è sempre qualcuno che vuole fregare gli altri. In questo periodo nel nostro Paese conviene di più infrangere le leggi perché tanto poi non ne paghi le conseguenze. Come dice Davigo serve la certezza della pena. Il neo sindaco di Roma ha detto che aumenterà le multe per chi butta le cose per strada, questo mi fa piacere perché non deve convenire alla gente buttare la roba per strada. Se noi abbiamo ai massimi livelli chi commette reati e resta impunito, ognuno si sente quasi legittimato a commetterli a sua volta. Quella dei furbetti del cartellino ormai è diventata una prassi quotidiana. Il familismo amorale mi sembra che ci sia ancora. Ovviamente non bisogna generalizzare, perché di gente che fa il suo dovere con onestà ce n’è tanta”.

Rischio emulazione di eroi negativi da parte dei giovani. “Vedo che molte persone famose si tagliano i capelli in maniera strana e allora i ragazzi li emulano –ha affermato Di Pietro-. Se nei film si fa vedere che fare i criminali è bello questo non va bene. La serie tv ‘1992’? La rispetto, l’attore che mi rappresenta è stato molto più bravo di me. Non è vero che avevo l’ossessione per Bettino Craxi, ma è una fiction quindi ci sta”.

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