PECULATO, STORACE: NO MAFIA ALEMANNO, NO SCONTRINI MARINO,RAGGI
SINDACO PER CASO
“Dunque: niente mafia per Alemanno; niente scontrini per Marino. Virginia Raggi sindaco per caso”. Così, lo riferisce una nota, in un tweet Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.
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MARINO, MICCOLI (PD): PER SCONTRINI E MAFIA CAPITALE MASSACRATI
INGIUSTAMENTE
“Marino viene assolto per la vicenda scontrini ed
il processo di Mafia Capitale si sgonfia, con 116 archiviazioni e nessun
politico indagato per mafia. La spettacolarizzazione su queste due inchieste
e l’uso politico che ne è stato fatto ha massacrato un partito e la sua
giovane classe dirigente, impegnata nell’amministrazione e che nulla aveva a
che fare con mafia e malaffare. Spero che ora si trovi il luogo ed il tempo
per ridiscutere su ciò che è avvenuto. Migliaia di articoli, libri,
interviste, rapporti ridicoli, accuse infamanti anche a chi non era indagato.
L’incapace Raggi sta lì per tutto questo. La rabbia oggi è tanta”. Così in
una nota il deputato del Pd, Marco Miccoli, in merito all’assoluzione di
Ignazio Marino e all’archiviazione delle accuse per 116 indagati di
“Mafia Capitale”.
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MAFIA CAPITALE, STORACE: “PERCHÉ ORA GRAMAZIO NON PUÒ ESSERE
PROCESSATO LIBERO?”
“Sarebbe bello che la giustizia italiana offrisse
a tutti coloro i quali entrano in un’inchiesta lo stesso trattamento. Per
Mafia Capitale potremmo scoprire, alla fine, che l’associazione mafiosa era
composta da un solo membro?”. Lo scrive in una nota Francesco Storace,
vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.
“Ieri, 116 persone hanno avuto l’onore di apprendere che la Procura della
Repubblica che le aveva messe sotto indagine ora ne chiede l’archiviazione al
Gip. È un atto onesto, l’ammissione che non ci sono fatti tali da sostenere
l’accusa in dibattimento – aggiunge – Ma lo sbigottimento provato, il 2
dicembre 2014, apprendendo che Cosa nostra – o una sua variante – era
penetrata a Roma, rimane. Centinaia gli accoliti. Venne sbattuto in prima
pagina anche l’ex sindaco Alemanno, tacciato come mafioso pure lui. Due anni
dopo, resta in carcere, solo Luca Gramazio e ci chiediamo perché Gramazio
non possa attendere il processo a piede libero, magari godendosi il pargolo
nato dopo il suo arresto e che per dignità non ha voluto ancora vedere nel
parlatorio di una prigione. Zingaretti, Leodori, Patanè, Piso, Lucarelli,
Mancini e tantissimi altri, iscritti nel registro degli indagati ma proposti
per l’archiviazione. Possiamo alzare il dito e chiedere qualche spiegazione?
Siamo consapevoli che non l’inchiesta – se un magistrato ha dubbi ha il
dovere di indagare – ma le conseguenze giornalistiche e le speculazioni
politiche hanno, ad esempio, innalzato Virginia Raggi sul Campidoglio?
Perché – prosegue Storace – per Alemanno ci sono stati due anni di gogna
mediatica mentre Zingaretti (anche al contrario del suo compagno di partito
Patanè) ha avuto la fortuna di godere di un inaspettato garantismo che non
ha fatto trapelare nulla sull’inchiesta che lo riguardava? Sapeva e ha
taciuto? Oppure, non lo sapeva e a questo punto sarebbe interessante sapere
quando è stato iscritto nel registro degli indagati, magari per verificare
chi è così bravo a tenere il segreto? Il governatore ha avuto anche la
fortuna che in tribunale si sia rinunciato alla sua testimonianza – il 20
giugno scorso – al processo a carico del suo ex capo di gabinetto Venafro,
poi assolto per la gara Cup. Avrebbe rischiato di apprendere direttamente in
aula, dal magistrato – perché sarebbe stato un dovere a garanzia
dell’indagato – di essere stato messo sotto inchiesta. La garanzia è meglio
della forca e ne so qualcosa, visto che ho donato 23 anni complessivi alla
magistratura per tre inchieste finite nel nulla ma abbondantemente
pubblicizzate”.
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COMUNE, VERDONE: RAGGI? HO VISTO SOLO LITIGATE, ROMA VA RIMESSA A
POSTO
“La bagarre politica non mi interessa, non ci
vorrei entrare, uno da un giudizio, da un parere, poi si scatena l’inferno,
vedi Benigni. Io vorrei restarne fuori, io sono un cittadino, un elettore,
che sta in attesa di vedere un qualcosa che si muova. Per ora non si è mosso
nulla, ho visto litigate. Mi auguro che presto le emergenze vengano
affrontate. Poi ci sono i problemi grossissimi, tipo la disoccupazione
giovanile, che andranno avanti per anni e anni. Il Paese e l’Europa stessa è
un pochino in declino, ma non possiamo mollarla così, altrimenti diventiamo
tutti cinesi o schiavi dei cinesi. Roma va rimessa un pò a posto. È una
città senza manutenzione, a Roma non esiste manutenzione, deve ripartire
qualcosa…”. Così, riferisce una nota, Carlo Verdone intervenuto questa
mattina nel corso di Ecg, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea
Di Ciancio, su Radio Cusano Campus.
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Gdf: finanzieri chiedono pagamento indennita’ servizi esterni
Partita diffida collettiva. Comando Generale,in arrivo circolare
Oltre mille finanzieri,
appartenenti ad almeno 30 sezioni aeronavali di 13 regioni,
hanno diffidato il Comando Generale al pagamento immediato
dell’indennita’ per servizi esterni (che ammonta a circa 150 euro
mensili), trattamento economico riformato lo scorso 20 maggio
dal generale Saverio Capolupo a pochi giorni dal passaggio di
consegne del comando della Guardia di Finanza al generale
Giorgio Toschi e dalla sua nomina nel Consiglio di Stato; in
caso di mancato adempimento sono gia’ pronti i ricorsi ai Tar
competenti. Il Comando Generale della Guardia di Finanza,
interpellato sulla vicenda, ha fatto sapere che “gia’ da tempo e
d’iniziativa ha all’attenzione la tematica. A breve, infatti,
sara’ emanata apposita circolare che disciplinera’ nuovamente la
materia, anche in considerazione delle aspirazioni degli
interessati”.
Le regioni interessate sono Abruzzo, Molise, Puglia, Marche,
Emilia Romagna, Toscana, Campania, Calabria, Sardegna, Sicilia,
Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Ci sarebbero diffide
e ricorsi anche tra i reparti aeronavali delle restanti regioni;
e’ da rilevare che le altre forze di polizia non hanno subito
negli ultimi mesi modifiche inerenti i requisiti per percepire
la medesima indennita’ di servizio.
Tra le disposizioni applicative introdotte dal nuovo
Compendio del trattamento economico accessorio che hanno
scatenato le rimostranze dei finanzieri c’e’ quella di “non
considerare esterne le attivita’ di servizio eseguite in luoghi
di lavoro che pur non facendo parte dell’immobile sede del
reparto ne costituiscano pertinenza (ormeggi, garitte e
hangar)”, pur essendo spesso distanti chilometri dagli uffici di
reparto; nel caso specifico risulta contestabile, secondo i
militari, in base all’articolo 817 del codice civile,
qualificare come pertinenza un’opera autonoma dall’immobile
principale e, spesso, di proprieta’ di altri soggetti.
I finanzieri contestano, tra gli altri requisiti richiesti
dal nuovo Compendio, l’esclusione dell’indennita’ per
l’esecuzione di servizi “aventi natura sporadica o occasionale”
come ad esempio la manutenzione periodica dei mezzi
(riparazione, carenaggio presso cantieri navali), eseguiti tutti
‘a cielo aperto’ con qualsiasi condizione meteo giornaliera; il
fatto di considerare “il naviglio o i velivoli ricompresi tra le
‘sedi esterne’ solo durante i periodi di navigazione’,
escludendo quindi tutta una serie di servizi a bordo (Comandata,
Pronti a muovere, approntamento e riassetto dell’unita’)
necessaria a preparare il mezzo per essere operativo;
quest’ultima circostanza puo’ incidere anche sul mancato
riconoscimento dell’indennita’, considerando la necessita’ di un
servizio della durata minima non inferiore a tre ore
continuative.