venerdì 22 Novembre 2024,

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Gazzettino del Lazio delle ore 15

scritto da Redazione
Gazzettino del Lazio delle ore 15

Vladimir Luxuria è intervenuta stamattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format Ecg Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Tra le varie cose di cui si è parlato, Luxuria ha detto la sua su Pokemon Go, la nuova app per smartphone che sta facendo giocare milioni di utenti: “Pokemon Go? Ma che cos’è questa roba qui? Io i giochetti li faccio nella mia camera da letto. Qua c’è già gente fatta, intossicata da questi giochetti, che la mattina ha le borse sotto agli occhi perché non dorme, intossicata da questi giochetti. Sinceramente preferisco altri giochi, non sono mai stata appassionata né dai videogiochi di una volta né da queste app nuove. Fate l’amore, non perdete tempo con i Pokemon”.

Sul ritorno di Pippo Baudo a Domenica In: “Largo ai giovani! Che devo dire, tornerà Pippo Baudo, il vento nuovo della Rai che spira. Staremo a vedere, ognuno avrà la libertà col telecomando di decidere cosa guardare, ma non mi sembra una idea innovativa. Da noi quelli un po’ in là con gli anni resistono. Da Berlusconi a Pippo Baudo, nessuno vuole mollare”.

Sul Gatto Martino, il gatto di Giorgia Meloni: “A parte che in questo periodo a Roma servirebbero un po’ di gatti affamati, visto che ci sono così tanti topi e neanche il pifferaio magico della Raggi è riuscito a portarli via. La Raggi si fa riprendere vicino agli spazzini mentre puliscono le rive del Tevere, mi sa di propaganda. Vabè, detto questo, ormai i gatti sono protagonisti. La Meloni ha voluto castrare il gatto Martino, gli ha tolto la maschia e italica virilità. Il Gatto Martino non saprà mai cosa vuol dire il profumo di una gatta. Voglio esprimere la mia solidarietà al Gatto Martino, castrato dalla Meloni”

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MORTE PROVENZANO, PARLA DI PIETRO: “SBAGLIATO NON REVOCARGLI IL 41BIS, E’ STATO UN ATTO DI DEBOLEZZA DA PARTE DELLO STATO. C’E’ DIFFERENZA TRA GIUSTIZIA E VENDETTA”  Morte Provenzano, il dibattito sul 41bis cui il boss corleonese è stato sottoposto fino alla morte e nonostante la malattia, è più vivace che mai. Ne ha parlato Antonio Di Pietro, intervenendo questa mattina su Radio Cusano Campus nel corso del format ECG Regione, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio

Lo Stato dopo aver vinto la sua battaglia con la mafia corleonese ha scambiato la giustizia per vendetta? Questa l’opinione di Di Pietro: “Quello che penso io è quanto pensano molti magistrati, in uno Stato di diritto ha senso la detenzione se chi la deve subire si rende conto dello stato in cui si trova. Stiamo parlando di una persona che da un paio d’anni era incapace di intendere e di volere, di una persona che era entrata in coma e stava per morire. In quelle condizioni per me è stato un atto di debolezza, non un atto di coraggio, non revocare il 41bis”.

Non convincono Di Pietro le motivazioni che sono state dietro alla revoca del 41 bis: “Le motivazioni che hanno portato a questa scelta non mi convincono: basta leggere testualmente l’articolo 41 bis. E’ un regime duro di carcere che si deve dare a delle persone per impedirgli di avere scambi di informazioni con altri affiliati. E’ stato previsto non a tutela dell’interessato ma a tutela della collettività. Invertire la ragione per cui viene tenuta al 41 bis una persona è una vera forzatura. Dire che Provenzano è stato tenuto dentro perché altrimenti qualcuno avrebbe potuto ammazzarlo equivale a fare confusione. Bisogna marcare la differenza tra giustizia e vendetta. La giustizia riconosce che bisogna restringere il più possibile spazi di autonomia e libertà a criminali. La vendetta è quel gesto in più che lo Stato fa per far pagare al criminale quel che ha fatto. La decisione di non concedere la possibilità di un carcere ordinario a Provenzano è stato più un gesto di debolezza che di coraggio. Mi dispiace non essere in linea con la vulgata, ma ho fatto il magistrato, stiamo parlando di una persona che da tre anni non è in grado di intendere e volere, in coma, che aveva poche ore di vita. Senza 41 bis dove sarebbe andato? Avrebbe solo potuto avere vicino la moglie e il figlio”.

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STEFANIA PEZZOPANE (PD): ECCO COME QUALCUNO HA PROVATO A COINVOLGERMI IN UN RICATTO A LUCI ROSSE, RACCONTA LA SENATRICE A RADIO CUSANO CAMPUS 
La senatrice del Partito Democratico, Stefania Pezzopane, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Stefania Pezzopane ha detto che in politica c’è ancora molto sessismo: “Siamo un paese arretrato, con una cultura imperante molto misogina. Per una donna che fa politica c’è ancora la necessità di uno sforzo gigantesco di lavoro, deve lavorare tre o quattro volte in più rispetto a un uomo. E poi c’è un continuo attacco sessista. Se sei bella come la Boschi, intelligente e preparata, devono parlare dell’aspetto fisico. E anche a me ne dicono e ne scrivono di tutti i colori, perché ho delle caratteristiche fisiche paritcolari. Me ne dicono di tutti i colori, con un attacco sessista continua. Un uomo che ha una fidanzata giovane e bella un eroe, se accade a una donna di avere un fidanzato giovane e bello viene insultata, come è accaduto a me. Tutti i meriti e le cose buone che uno fa non vengono valutate perché prevale questo tipo di atteggiamento”.
Stefania Pezzopane è tornata sulla sua storia d’amore: “Io sono una senatrice, ho fatto tante cose importanti in politica, però sembra tutto secondario rispetto alla notizia legata al mio fidanzato, che viene usata per mettermi in cattiva luce. Qualche tempo fa sono stata anche vittima di una tentata estorsione. C’è un procedimento in corso. Sulla base della mia relazione con Simone delle persone hanno tentato di avvicinarmi promettendomi in qualche modo di tutelarmi rispetto a foto che avrebbero potuto far girare. Io ovviamente non avendo nulla da nascondere ho detto di pubblicare le foto e sono andata immediatamente a denunciare. Dalle intercettazioni di queste persone è emerso che volevano demolirmi politicamente e che volevano utilizzare il mio compagno come strumento, avevano programmato di farmi incontrare una donna che poi si sarebbe spogliata e gli avrebbe permesso di farmi questa foto per un ricatto a luci rosse. Siccome sono inattaccabile sul lavoro, cercavano di cogliermi sulla vita privata. Poi una foto che avevo fatto in spiaggia l’hanno taroccata e l’hanno pubblicata, ma non importa, perché la mia vita è limpida e tranquilla, avere un fidanzato giovane non significa nulla, facciamo cose normalissime e cerchiamo di essere felici, nonostante tutto”.
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