Vladimir Luxuria è intervenuta stamattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format Ecg Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Tra le varie cose di cui si è parlato, Luxuria ha detto la sua su Pokemon Go, la nuova app per smartphone che sta facendo giocare milioni di utenti: “Pokemon Go? Ma che cos’è questa roba qui? Io i giochetti li faccio nella mia camera da letto. Qua c’è già gente fatta, intossicata da questi giochetti, che la mattina ha le borse sotto agli occhi perché non dorme, intossicata da questi giochetti. Sinceramente preferisco altri giochi, non sono mai stata appassionata né dai videogiochi di una volta né da queste app nuove. Fate l’amore, non perdete tempo con i Pokemon”.
Sul ritorno di Pippo Baudo a Domenica In: “Largo ai giovani! Che devo dire, tornerà Pippo Baudo, il vento nuovo della Rai che spira. Staremo a vedere, ognuno avrà la libertà col telecomando di decidere cosa guardare, ma non mi sembra una idea innovativa. Da noi quelli un po’ in là con gli anni resistono. Da Berlusconi a Pippo Baudo, nessuno vuole mollare”.
Sul Gatto Martino, il gatto di Giorgia Meloni: “A parte che in questo periodo a Roma servirebbero un po’ di gatti affamati, visto che ci sono così tanti topi e neanche il pifferaio magico della Raggi è riuscito a portarli via. La Raggi si fa riprendere vicino agli spazzini mentre puliscono le rive del Tevere, mi sa di propaganda. Vabè, detto questo, ormai i gatti sono protagonisti. La Meloni ha voluto castrare il gatto Martino, gli ha tolto la maschia e italica virilità. Il Gatto Martino non saprà mai cosa vuol dire il profumo di una gatta. Voglio esprimere la mia solidarietà al Gatto Martino, castrato dalla Meloni”
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MORTE PROVENZANO, PARLA DI PIETRO: “SBAGLIATO NON REVOCARGLI IL 41BIS, E’ STATO UN ATTO DI DEBOLEZZA DA PARTE DELLO STATO. C’E’ DIFFERENZA TRA GIUSTIZIA E VENDETTA” Morte Provenzano, il dibattito sul 41bis cui il boss corleonese è stato sottoposto fino alla morte e nonostante la malattia, è più vivace che mai. Ne ha parlato Antonio Di Pietro, intervenendo questa mattina su Radio Cusano Campus nel corso del format ECG Regione, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio
Lo Stato dopo aver vinto la sua battaglia con la mafia corleonese ha scambiato la giustizia per vendetta? Questa l’opinione di Di Pietro: “Quello che penso io è quanto pensano molti magistrati, in uno Stato di diritto ha senso la detenzione se chi la deve subire si rende conto dello stato in cui si trova. Stiamo parlando di una persona che da un paio d’anni era incapace di intendere e di volere, di una persona che era entrata in coma e stava per morire. In quelle condizioni per me è stato un atto di debolezza, non un atto di coraggio, non revocare il 41bis”.
Non convincono Di Pietro le motivazioni che sono state dietro alla revoca del 41 bis: “Le motivazioni che hanno portato a questa scelta non mi convincono: basta leggere testualmente l’articolo 41 bis. E’ un regime duro di carcere che si deve dare a delle persone per impedirgli di avere scambi di informazioni con altri affiliati. E’ stato previsto non a tutela dell’interessato ma a tutela della collettività. Invertire la ragione per cui viene tenuta al 41 bis una persona è una vera forzatura. Dire che Provenzano è stato tenuto dentro perché altrimenti qualcuno avrebbe potuto ammazzarlo equivale a fare confusione. Bisogna marcare la differenza tra giustizia e vendetta. La giustizia riconosce che bisogna restringere il più possibile spazi di autonomia e libertà a criminali. La vendetta è quel gesto in più che lo Stato fa per far pagare al criminale quel che ha fatto. La decisione di non concedere la possibilità di un carcere ordinario a Provenzano è stato più un gesto di debolezza che di coraggio. Mi dispiace non essere in linea con la vulgata, ma ho fatto il magistrato, stiamo parlando di una persona che da tre anni non è in grado di intendere e volere, in coma, che aveva poche ore di vita. Senza 41 bis dove sarebbe andato? Avrebbe solo potuto avere vicino la moglie e il figlio”.
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