sabato 23 Novembre 2024,

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Gazzettino del Lazio delle ore 17.30 (1)

scritto da Redazione
Gazzettino del Lazio delle ore 17.30 (1)

SANITÀ, NASCE TASK FORCE ANTI CORRUZIONE: PRIME ISPEZIONI A SETTEMBRE
Nasce oggi la task force per prevenire fenomeni corruttivi in sanità: le prime ispezioni a settembre. Il team, tecnicamente Nucleo operativo di coordinamento (NuOc), sarà composto da rappresentanti del ministero della Salute, dell’Anac e dell’Agenas. Oggi, presso la sede del ministero della Salute, è stato sottoscritto il protocollo d’intesa che sancisce la nascita del NuOc. Ad apporre la firma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone ed il direttore dell’Agenas, Francesco Bevere. Tecnicamente il protocollo prevede attività di verifica e controllo e di valutazione sul campo, per una corretta attuazione dei piani di prevenzione della corruzione. “Con questo protocollo – ha spiegato Lorenzin – non avviamo una fase repressiva ma di prevenzione. Dobbiamo far crescere un approccio culturale per prevenire situazioni di inefficienze o patologie che arrivano fino alla corruzione. A volte non c’è nemmeno la consapevolezza che si sta mettendo in atto un comportamento lesivo. Ci deve essere una presa di responsabilità di tutti gli operatori“. E ancora: “Questo protocollo – ha aggiunto Lorenzin – si inserisce all’interno di processo che è già in corso, di riorganizzazione delle strutture, di certificazione dei servizi e di monitoraggio delle norme. Pensiamo alle centrali uniche per gli acquisti“. “La sanità – ha detto Cantone – è particolarmente sensibile alla corruzione ma ci sono le condizioni per poter svoltare. Abbiamo fatto il piano anti corruzione, che però rischiava di rimanere solo carta. Qui invece, non in una logica poliziesca, mettiamo in campo un sistema dei controlli. Nessuna operazione del terrore, dobbiamo stimolare un intervento collaborativo ed in questo senso il protocollo di oggi rappresenta un passo avanti fondamentale, perché passiamo dalle chiacchiere ai fatti. Il protocollo ci dirà dove andare ad effettuare i controlli, non con una logica casuale ma con meccanismi intelligenti, le asl con più appalti o con più procedure negoziali“.


ROMA. FORZA ITALIA NON DECIDE, DIVISA TRA BERTOLASO E MARCHINI
L’ufficio di presidenza di Forza Italia, che avrebbe dovuto sciogliere il nodo della candidatura a sindaco di Roma di Guido Bertolaso, si è chiuso senza decidere sul ritiro dell’ex capo della Protezione civile e su un eventuale sostegno ad altri candidati già in corsa. A quanto riferiscono alcuni presenti all’agenzia Dire, la maggior parte degli interventi dei big del partito sono stati a favore di Bertolaso. Un’altra parte dei ‘colonnelli’ si è schierata a favore della convergenza su Alfio Marchini e solo alcuni tra gli esponenti romani presenti hanno sponsorizzato l’opzione Giorgia Meloni. La riunione si è tenuta questa mattina a palazzo Grazioli alla presenza del leader Silvio Berlusconi e, tra gli altri, di Renato Brunetta, Maurizio Gasparri, Giovanni Toti, Antonio Tajani, Maria Carfagna, Nicolò Ghedini, Deborah Bergamini e Marirosaria Rossi. La posizione ufficiale l’hanno espressa alla fine Brunetta e Romani che, usando le stesse parole, hanno riferito del “mandato affidato a Berlusconi per ritrovare l’unità del centrodestra“. Unità, però, che al momento è quanto mai difficile da raggiungere salvo una rinuncia di Bertolaso. Questa sera, infatti, Giorgia Meloni, per niente intenzionata a farsi da parte, lancia ufficialmente la sua campagna elettorale.


ROMA. ROMANI: BERLUSCONI INCONTRERÀ LEADER CENTRODESTRA
Durante la riunione ci sono stati punti di vista diversi ma alla fine si è trovata una sintesi. Ferme restando le candidature in campo, il mandato consente a Berlusconi di incontrare tutti gli interlocutori del centrodestra, cosa che non e’ avvenuta ieri. Avverrà da oggi in poi con tempi e modalità definite dal presidente Berlusconi“. Così il capogruppo alla Senato di Fi, Paolo Romani, al termine dell’ufficio di presidenza di Forza Italia che si è riunito oggi per fare il punto della situazione sulla candidatura di Guido Bertolaso a sindaco di Roma.


SGARBI A RADIO CUSANO CAMPUS: CHIUSA VILLA PICCOLO IN SICILIA PER 50 CENT, LA BUROCRAZIA È PEGGIO DELLA MAFIA. LA FIGLIA DI RIINA È UNA BRAVA PITTRICE MA NON SI PUÒ PARLARE IN TV DEI SUOI QUADRI. EPPURE NON MI RISULTA CHE NON POSSA PARLARE LA NIPOTE DI MUSSOLINI…
Vittorio Sgarbi è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it),  nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Secondo Sgarbi la burocrazia è peggio della mafia. Sgarbi fa riferimento alla chiusura di Villa Piccolo: “La burocrazia è peggio della mafia, quello è un posto meraviglioso, che mostra una Sicilia legata agli ultimi barlumi di civiltà, visto che in quel luogo vissero e scrissero tanti personaggi importanti. Per una questione burocratica da 50 centesimi che non ho nemmeno voluto approfondire, l’hanno chiusa. A scuola si insegnano i poeti, poi chiudono le case dei poeti. Cosa hanno da fare di più importanti in Sicilia? Occuparsi di pale eoliche e costruzioni di outlet? Hanno un luogo meraviglioso, lo tengano aperto, questi imbecilli. Spero che Crocetta si svegli, anche se non è in sé. Fossi io presidente della regione ordinerei la riapertura immediatamente“.
Sgarbi, poi, ha parlato della figlia di Riina, Lucia, che è una grande appassionata di arte: “Non si riesce a parlare in televisione di questa ragazza che non è mai stata in galera, che non può vedere suo padre, cioè può vederlo ma non può neanche toccarlo anche se è ricoverato in ospedale a Bologna, siccome si chiama Riina non ha diritti civili come gli altri, non si può parlare in televisione dei suoi quadri, diventa propaganda alla mafia parlare dei suoi quadri. La figlia di Riina è una pittrice abbastanza brava, non ha alcuna possibilità di comunicare con il mondo, nessuno la fa lavorare e la assume, paga per conto del padre. Tutto ciò che riguarda persone vicine a Riina sono interdette da una specie di maledizione che ha una logica per quanto concerne le responsabilità del colpevole, ma non per i suoi figli. Non mi risulta che non possa parlare la nipote di Mussolini“.


Il caso di Tony Drago, il 25enne militare che secondo la Procura di Roma sarebbe morto suicida il 6 luglio 2014. Il suo corpo venne rinvenuto alle ore 6:20 circa sul piazzale antistante la palazzina alloggi, dall’ufficiale di Picchetto presso la Caserma Sabatini di Roma. La scorsa settimana il gip ha respinto la richiesta di archiviazione. Sul tema, la signora Rosaria Intranuovo, madre di Tony Drago, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Io mi sono ritrovata in un’aula di tribunale per la prima volta nella mia vita ed è stato un momento difficilissimo -ha affermato la signora Intranuovo -. All’uscita del tribunale, ho trovato tutti gli amici di Tony che sono arrivati dalla Sicilia, da Perugia e anche dall’estero per essere vicini alla nostra famiglia. Io sono molto positiva, perché in quell’aula ho visto il gip, la Dott.ssa Angela Gerardi che è una persona molto attenta e capace. I nostri tre avvocati sono stati di una competenza straordinaria. Noi tutti vogliamo credere nella giustizia, perché stiamo combattendo questa battaglia per la verità per Tony. Vogliamo la verità vera, non quella che conviene a noi. Io fin da quel 6 luglio 2014 non ho mai creduto che mio figlio si sia suicidato. In questa battaglia la persona che mi è stata sempre vicina è stata la meravigliosa fidanzata di mio figlio, che con la sua famiglia è rimasta vicina alla nostra. Tutti pensavano che la morte di mio figlio avesse disgregato la nostra amicizia, ma invece siamo più uniti di prima in questa battaglia. Nelle istituzioni non ho fiducia al 100%, ma in questo percorso che abbiamo intrapreso insieme con la Procura spero che si arrivi alla verità per capire davvero quello che è successo alla caserma Sabatini. Mi chiedo quasi ogni giorno se tornando indietro permetterei a mio figlio di fare il militare. Ma non voglio dare una risposta perché ci sono tanti ragazzi che credo nell’Italia e nelle istituzioni e desidero che possano fare le loro scelte con la massima libertà. Voglio la verità in modo che anche l’Esercito possa uscirne a testa alta”.

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