INPS. BRUNETTA: RENZI E POLETTI CI HANNO FATTO PERDERE DUE ANNI
“Nella narrazione renziana il Jobs Act
avrebbe dovuto risollevare le sorti del mercato del lavoro in
Italia, dando nuovo spazio ai giovani e rilanciando
l’occupazione. Abbiamo sin dall’inizio denunciato l’imbroglio di
un provvedimento che non crea nuovi posti di lavoro, che droga il
mercato con incentivi a pioggia per le imprese, che non crea
stabilita’ ma solo contratti a tutele crescenti, ben altra cosa
rispetto ad un tempo indeterminato”. Lo dice l’onorevole Renato
Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.
“Adesso l’Inps, del nominato da Renzi, Tito Boeri- continua
Brunetta- ci dice che nei primi cinque mesi del 2016 sono stati
stipulati 712.007 contratti a tutele crescenti (comprese le
trasformazioni) mentre le cessazioni, sempre di contratti a tempo
indeterminato, sono state 629.936 con un saldo positivo di 82.071
unita’. Il dato, pero’, e’ peggiore del 78% rispetto al saldo
positivo di 379.282 contratti stabili dei primi cinque mesi 2015
e risente in modo drammatico della riduzione degli incentivi per
le assunzioni. Il dato, per di piu’, e’ peggiore anche rispetto
al 2014 (+122.188 posti stabili in cinque mesi), anno nel quale
il Jobs Act ancora non esisteva. Morale della favola? Si
dimezzano gli incentivi e si sgonfia la bolla propagandistica
messa in piedi da Renzi e Poletti. Invece di costruire una
riforma del lavoro degna di questo nome i due compagnucci hanno
solo pensato a regalare soldi pubblici in cerca di riscontri
numerici immediati. Oltre il danno la beffa. Numeri nerissimi,
mercato del lavoro in crisi. Ci hanno fatto perdere due anni.
Dilettanti allo sbaraglio”.
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SENATO. SCHIFANI: NON CONDIVIDO PROGETTO CENTRISTA ALFANO… / VIDEO
MI SEMBRA PIU’ UN’OPERAZIONE DA PALAZZO E NON DA TERRITORIO
“Non condivido il progetto di costruire un
ulteriore partito che non manifesta palesemente un proprio
posizionamento che secondo me non poteva che esser di
centrodestra”, insomma il progetto centrista di Alfano “non lo
condivido” quindi poiche’ “non mi sento attaccato alla poltrona o
a posti di prestigio, lascio il mio ruolo da capogruppo”. Renato
Schifani, sino a oggi presidente dei senatori Ap (Udc e Ncd), lo
dice in conferenza stampa al Senato.
“Mercoledi’ scorso vi e’ stata una riunione di gruppo, alla
quale ha partecipato il ministro Alfano, che ha tracciato un
ulteriore percorso, quello di costituire un nuovo soggetto
politico che partisse dall’unione di Ncd con persone vicine al
presidente Pier Ferdinando Casini e a Tosi (Flavio, ndr), un
nuovo soggetto politico al quale non dovrebbe partecipare l’Udc,
per quel che capisco, ma che mi sembra piu’ un’operazione da
palazzo e non da territorio”. Ma poi, “ancora piu’ significativo
per me”, prosegue, un soggetto politico “che non manifesta
palesemente un proprio posizionamento che secondo me non poteva
che esser di centrodestra” privo anche di una “presunta
identita’”.
Cio’ detto, visto che “i principi sono principi, per quel che
mi riguarda”, dice ancora Schifani, “non mi sento di continuare a
guidare il gruppo su una prospettiva che non faccio mia perche’
non la condivido”.
Si tratta di “una decisione ponderata, ma
anche sofferta e convinta” perche’ “non mi sento di guidare il
gruppo in una prospettiva che non faccio mia”, spiega Renato
Schifani, da oggi capogruppo uscente di Ap (Ncd e Udc) al Senato.
Il fatto e’ che “per me la parola dimissioni non e’ un tabu’,
mi sono dimesso due anni fa quando dolorosamente ho lasciato
Silvio Berlusconi da capogruppo Pdl, mi dimetto oggi da una
comoda posizione di capogruppo di maggioranza”, dice Schifani.
Oggi “non rinnego quello che ho fatto, ho intrattenuto ottimi
rapporti di collaborazione con i capogruppo di maggioranza e con
gli stessi esponenti del governo”, pero’ “le mie dimissioni
obbediscono a una non condivisione interna del percorso” di Ncd e
“sono dimissioni serene, ponderate”, consapevole che le
“battaglie da capogruppo devono essere fatte in maniera convinta”
e “non condividendole non mi sento di potermi spendere”.
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GASPARRI SBEFFEGGIA LA BOSCHI: “LA NUOVA COSTITUZIONE? COMBATTE LE SCOTTATURE E FA PASSARE LA DISSENTERIA. L’ITALIA SAREBBE UN PAESE PIU’ SICURO SENZA LA FAMIGLIA BOSCHI”. POI SU ZANETTI: “PERSONAGGIO IRRILEVANTE”, DICE IL SENATORE A RADIO CUSANO CAMPUS
Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato, è intervenuto stamattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Maurizio Gasparri ha commentato le parole del Ministro Boschi a proposito di sicurezza connessa alla riforma costituzionale: “Il Ministro Boschi dice che con questa riforma saremo più sicuri contro il terrorismo? Si, anche contro le scottature solari, uno si mette gli impacchi di emendamenti approvati proteggono dalle scottature e fanno anche passare la dissenteria. Un Paese senza la famiglia Boschi sarebbe più sicuro, così almeno non c’è il padre vicepresidente di Banca Etruria a mettere in pericolo i risparmi, almeno secondo le accuse che gli vengono formulate e che gli auguro di poter smentire se andrà a processo. E intanto in Puglia c’è per la seconda volta un sintomo di terrorismo. Salah partì dalla Puglia, ora leggiamo che questo terrorismo islamico che ha portato morte e distruzione a Nizza era in Puglia, dove c’è pare qualcuno che favoriva la raccolta di armi attraverso alcuni albanesi, cosa che pare esista anche a Ventimiglia. Il Governo pensi a fronteggiare questi pericoli invece di dire fesserie”.
Sull’ingresso di Zanetti in Ala: “Zanetti è un personaggio di nessuna rilevanza politica. E’ un viceministro che non ha nemmeno le deleghe, si occupa solo di parlare a vuoto, ha un profilo irrilevante. Il trasformismo parlamentare purtroppo è una malattia antica. Il nuovo centro di cui parla Alfano? Sento parlare del centro che torna che è come il mostro di Lochness, tutti dicono che esiste ma nessuno l’ha mai visto. Il centro non tornerà mai”.
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Carlo Della Pepa, sindaco del Comune di Ivrea, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Riguardo le condanne decise dal Tribunale di Ivrea nel processo per le morti da amianto fra gli ex operai Olivetti. “Sicuramente questa sentenza completa il quadro della vicenda –ha affermato Della Pepa-. Da un certo punto di vista valorizza quella che è stata la storia della Olivetti, soprattutto di Adriano Olivetti, che è la storia di una fabbrica attenta alle condizioni dei lavoratori, rispettosa della città e cercava di fare una politica industriale completamente innovativa per l’Italia di quel tempo. La storia si è interrotta con la morte di Adriano. L’azienda ha aperto ad una serie di altri investitori che hanno fatto delle scelte diverse rispetto al passato, fino alla penultima Olivetti che fa una strana scalata a Telecom, da cui viene fagocitata. Di attenzione nei confronti dei lavoratori e della città questi imprenditori ne hanno avuta meno rispetto al passato. E’ drammatico pensare che un’azienda che partiva da quel background, ad un certo punto abbia sottovalutato le evidenze che nel mondo scientifico si andavano man mano verificando della correlazione tra esposizione all’amianto e l’insorgenza di tumori. De Benedetti a un certo punto ha anche preso in considerazione di acquisire Eternit. Per quanto ne so io De Benedetti e gli altri dirigenti non si sono scusati con la città. Anche perché, leggendo le dichiarazioni fatte tra ieri e oggi, De Benedetti e lo stesso Passera ritengono che questa sentenza non sia corretta. Voglio sottolineare che queste persone sono accusate di lesioni colpose e omicidio colposo. Quindi il gioco degli appelli probabilmente non potrà sfociare in una prescrizione del reato. Si arriverà fino alla fine”.
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Bruno Pesce, coordinatore dell’Associazione familiari vittime dell’amianto, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Riguardo le condanne decise dal Tribunale di Ivrea nel processo per le morti da amianto fra gli ex operai Olivetti. “Questa vicenda ha creato una delusione soprattutto a Ivrea, ma anche tra gli stessi dipendenti –ha affermato Pesce-, perché c’è il ricordo della vecchia Olivetti, della proiezione di quest’azienda verso il sociale. Franco De Benedetti parla come se fosse all’oscuro di quello che accadeva in casa sua. Se cade una tegola su un’automobile da un’abitazione e provoca un danno, è automatico il fatto che il responsabile è il proprietario della casa e paga lui il danno. Poi bisogna vedere se era al corrente che stava precipitando quella tegola, bisogna vedere se dal civile si andrà nel penale. Ma è pacifico che il responsabile è lui. Quando si tratta della salute dei lavoratori chiamati a lavorare in casa di qualcuno di chi è la responsabilità? C’è una cultura di comodo secondo cui quando il danno fatto ai lavoratori riguarda un’azienda importante, la cosiddetta criminalità d’impresa, le conseguenze non sono così scontate, si ignora il fatto che qualcuno ne debba essere responsabile. Non credo che il mesotelioma dei lavoratori fosse dovuto alla pioggia o al sole. Se non c’entra il proprietario, allora anche i proventi dell’impresa devono andare a qualcun altro? L’Italia è debole sul civile, ma grazie all’autonomia delle Procure è forte sul penale. Processi penali di questo tipo negli altri Paesi del mondo non si fanno. In Francia è da 20 anni che stanno bloccando l’indagine sulle vittime dell’eternit. Stessa cosa in Belgio. I familiari delle vittime vorrebbero che vincesse la verità. La gente sa benissimo di cosa è morto il proprio familiare, ha seguito la vicenda e sa che l’amianto era ben conosciuto nei suoi effetti nocivi già dalla fine della Prima guerra. Quando le persone vedono che la verità non viene sancita da una sentenza rimane mortificata, vilipesa e presa in giro. La sentenza dell’Olivetti è ovvio che venga accolta come una vittoria da questo punto di vista. Speriamo inizi presto il processo per l’omicidio anche per la eternit di Casale Monferrato”.
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SALTAMARTINI (NOI CON SALVINI): “IO STO COL CONTROLLORE CHE HA RIPRESO L’IMMIGRATO, QUESTI SI SENTONO PADRONI DEL MONDO”, DICE LA DEPUTATA A RADIO CUSANO CAMPUS
Barbara Saltamartini, deputata di Noi Con Salvini, è intervenuta stamattina su Radio Cusano Campus, l’emittente del’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Tra i vari argomenti dell’intervento, Barbara Saltamartini ha parlato anche del video che spopola in queste ore sul web. Un controllore apostrofa malamente un immigrato, reo di non aver pagato il biglietto: “Qui viviamo un razzismo all’incontrario. A me hanno sputato in faccia e nessuno ha detto niente. Questa persona non aveva fatto il biglietto, andava sanzionato e consegnato alle forze dell’ordine. Ora uno deve avere paura di fare il proprio dovere perché può essere etichettato di razzismo? Ma quando io ho preso gli sputi dagli immigrati qualcuno si è indignato per questo atto indegno che ho subito? Se l’avessi fatto io, invece, sarei stata messa alla gogna. C’è razzismo al contrario verso gli italiani. Non bisogna scadere, non bisogna lasciarsi andare, ma c’è un’intolleranza degli immigrati nei confronti nostri che ormai porta i cittadini all’esasperazione. Questi si sentono i padroni del mondo, la gente non ne può più”.
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Spettacoli, comicità e concerti
da giovedì 21 a sabato 23, il divertimento è assicurato al Parco del Ninfeo. Gran finale sabato con Loredana Bertè in concerto
Teatro, comicità e tanta musica. Sarà un fine settimana all’insegna della cultura e del divertimento al Gay Village College, parco del Ninfeo dell’Eur. I primi ad andare in scena, nell’aula Pop giovedì 21 luglio dalle 21 in poi, saranno Federica Tuzi voce narrante e Merel Van Dijk con chitarra e pianola. Per la rappresentazione di “Dilemmi, soluzioni impossibili per animi sensibili”. Un reading musicale delle No Choice che affronta i dilemmi della vita con ironia. Una proposta originale che include letture, monologhi, rap e formule di teatro-canzone, interpretate da una voce parlante ed una cantante. Ogni pezzo è un dilemma: esco o sto a casa? Ti lascio o ti sposo? Agio o disagio? Sono solo alcuni dei dilemmi raccontati.
Lo spettacolo sul palco del Gay Village, prosegue venerdì 22 luglio con la divertente commedia: “Il marito di mio figlio”, in programmazione nell’aula Pop dalle 21 in poi. Una compagnia d’eccezione con Eva Grimaldi, Andrea Roncato, Pietro De Silva, Pia Engleberth, Roberta Garzia, Ludovico Fremont e Andrea Standardi che porta in scena una moderna commedia dai divertenti equivoci e che affronta con ironia un tabù sulla cresta dell’onda in tutto il mondo: il matrimonio gay. Uno spettacolo dai toni brillanti, a tratti comici, che si nutre della psicologia dei personaggi e si addentra con disinvolta leggerezza nei loro intrecci familiari.
Ancora, sorprese al Gay Village College sabato sera con la presentazione del libro di Michela Marzano: “Papà, mamma e gender”. E a seguire l’atteso concerto sabato 23 luglio di Loredana Bertè. Un grande ritorno della cantante con il tour: “Amici non ne ho… ma amiche si!”. La regina del Rock, da sempre idolo di una comunità che l’acclama e la venera per la sua personalità e l’indiscusso talento salirà in cattedra per un esclusiva tappa del suo tour . Per gli spettatori sarà un concerto da non perdere da “Non sono una signora” a “Dedicato”, passando per “Sei bellissima”, “Il mare d’inverno”, “E la luna bussò”, fino agli inediti “E’ andata così” e “Il mio funerale”.
Durante il concerto, infine, sarà ospite la giovane voce di Antonella Lo Coco, finalista ad XFactor 2012 e da poco in uscita con il suo ultimo lavoro “Non ho più lacrime”, scritto e prodotto per lei da Fiorella Mannoia.