Danilo Toninelli, deputato del Movimento 5 Stelle, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito al referendum sulle riforme costituzionali. “Se votiamo no blocchiamo questa democrazia bancaria e lobbistica –ha affermato Toninelli-. E’ falsa la giustificazione che adduce Renzi per aver fatto questa revisione della Costituzione. Lui dice che il parlamento è lento e le leggi si bloccano in parlamento. Invece l’Italia produce più leggi di tutti in Europa e come tempi siamo nella media. Il problema è che si fanno troppe leggi, alcune pessime, scritte con i piedi. Bisognerebbe farne meno e farle meglio. Il lodo Alfano è passato in 21 giorni. Su questa legge c’era un grande interesse della politica ad approvarla in pochissimi giorni. Sono le persone che amministrano e governano che possono fare leggi a favore dei cittadini, delle lobby, o per se stessi. Con la riforma di Renzi non si crea nessuno snellimento della burocrazia. La Costituzione prevede un modo di fare le leggi, la riforma di Renzi ne prevede 12. Se parliamo di abolizione del Cnel, che è un inutile carrozzone dispendioso va bene. Per il resto, questa riforma vuole conservare lo stato attuale, con un governo che calpesta il parlamento. Berlusconi fece una riforma del genere e fu bocciata dai cittadini. I cittadini si sono già espressi su questo tema. Noi dobbiamo pulire la classe politica, mentre il pd e altri partiti continuano a candidare condannati e a mantenerli al loro interno”.
Napolitano ha dichiarato che se a ottobre vince il no è la catastrofe. “Mi fa veramente tristezza vedere sbilanciarsi in questa maniera una persona che per 70 anni ha vissuto all’interno dello Stato e che ha lavorato, specialmente nell’ultimo periodo, contro gli interessi dei cittadini italiani –ha affermato Toninelli-. Se questa revisione della Costituzione non passa non ci sarà nessuna tempesta. Se ci leviamo dalle scatole Renzi si potrà pensare a leggi contro la corruzione serie e leggi per i cittadini serie come il reddito di cittadinanza. Quando c’è in ballo la democrazia ci interessa far capire ai cittadini che se vince il sì ci sarà una corruzione della Costituzione. Renzi la mette su se stesso perché sa di non tenere in pugno il Pd a livello territoriale. Vuole creare circoli del Pd a sua immagine e somiglianza”.
________________________________________________________________________________Massimo Parisi, deputato di Ala, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sull’appoggio di Berlusconi a Marchini. “Non c’entra nulla il patto del Nazareno –ha affermato Parisi-. Al di là della strumentalizzazione politica, questa scelta di Berlusconi non ha questa natura, non è un riposizionamento di FI verso il centro o un ritorno al patto del nazareno. Berlusconi ha fatto una scelta intelligente nell’ambito di una contesa nel centrodestra per chi detiene lo scettro e le chiavi del comando. Andare su Marchini è tutt’altro che un favore a Renzi. Avere 4 candidati di centrodestra per il Pd è più facile che averne due. La lettura di Salvini e Meloni ha poco senso logico ed è prematura in chiave nazionale. In queste ore i dirigenti nazionali di Fi stanno dicendo ai territori di non partecipare a manifestazioni pro-referendum costituzionale. La scelta di Roma dipende dal tentativo di riprendersi la scena e ridefinire il profilo del centrodestra, comunque alternativo a Renzi. Se così fosse diventerebbe interessante anche per noi, ma mi sembra prematuro. Se fosse un definitivo distacco dalla destra di Salvini e Meloni noi saluteremmo questo fatto con favore, ma ad oggi non è così. Ci sono le elezioni, ci sarà un risultato, probabilmente un ballottaggio e poi vedremo gli sviluppi”.
Partito della Nazione. “Allo stato è pura futurologia. E’ già complicato interpretare il presente. Renzi è il presidente del consiglio e segretario del Pd, ha le chiavi della ditta, non mi immagino che lasci il Pd per fare un partito della nazione. Lo riterrei positivo, ma non mi pare attuale la questione. Noi ci guardiamo intorno, ci organizziamo e crediamo che l’area centrista debba essere ristrutturata e presentarsi anche in maniera autonoma”.
La battuta di Grillo sul sindaco di Lodi che secondo lui farà carriera con Verdini. “Non mi sento offeso -ha affermato Parisi-. Al momento l’unico condannato con sentenza passata in giudicato è Beppe Grillo. Le sue sono dichiarazioni irrilevanti”.
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Massimo Parisi, deputato di Ala, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sull’appoggio di Berlusconi a Marchini. “Non c’entra nulla il patto del Nazareno –ha affermato Parisi-. Al di là della strumentalizzazione politica, questa scelta di Berlusconi non ha questa natura, non è un riposizionamento di FI verso il centro o un ritorno al patto del nazareno. Berlusconi ha fatto una scelta intelligente nell’ambito di una contesa nel centrodestra per chi detiene lo scettro e le chiavi del comando. Andare su Marchini è tutt’altro che un favore a Renzi. Avere 4 candidati di centrodestra per il Pd è più facile che averne due. La lettura di Salvini e Meloni ha poco senso logico ed è prematura in chiave nazionale. In queste ore i dirigenti nazionali di Fi stanno dicendo ai territori di non partecipare a manifestazioni pro-referendum costituzionale. La scelta di Roma dipende dal tentativo di riprendersi la scena e ridefinire il profilo del centrodestra, comunque alternativo a Renzi. Se così fosse diventerebbe interessante anche per noi, ma mi sembra prematuro. Se fosse un definitivo distacco dalla destra di Salvini e Meloni noi saluteremmo questo fatto con favore, ma ad oggi non è così. Ci sono le elezioni, ci sarà un risultato, probabilmente un ballottaggio e poi vedremo gli sviluppi”.
Partito della Nazione. “Allo stato è pura futurologia. E’ già complicato interpretare il presente. Renzi è il presidente del consiglio e segretario del Pd, ha le chiavi della ditta, non mi immagino che lasci il Pd per fare un partito della nazione. Lo riterrei positivo, ma non mi pare attuale la questione. Noi ci guardiamo intorno, ci organizziamo e crediamo che l’area centrista debba essere ristrutturata e presentarsi anche in maniera autonoma”.
La battuta di Grillo sul sindaco di Lodi che secondo lui farà carriera con Verdini. “Non mi sento offeso -ha affermato Parisi-. Al momento l’unico condannato con sentenza passata in giudicato è Beppe Grillo. Le sue sono dichiarazioni irrilevanti”.
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Il Senatore Benedetto Della Vedova, Sottosegretario agli affari esteri e promotore del gruppo interparlamentare per la legalizzazione della cannabis, è intervenuto a Radio Cusano Campus”ai microfoni di “Legge o Giustizia” condotta da Matteo Torrioli.
La candidata a sindaco di Roma Giorgia Meloni ha detto che gli spacciatori voteranno la candidata del M5S Virginia Raggi, favorevole alla legalizzazione della cannabis. “A mio avviso Giorgia Meloni sbaglia, ha bisogno di un ripasso di economia come minimo – esordisce Della Vedova – È evidente che per gli spacciatori il regime attuale è quello migliore, ovvero un mercato assolutamente libero e criminale. Non possiamo fare un sondaggio tra gli spacciatori ma se io fossi uno spacciatore voterei per chi vuole mantenere le cose così come sono. Penso che anche la Meloni, se fosse una spacciatrice, voterebbe per non toccare un mercato ricchissimo, come quello della cannabis che vale miliardi, frequentato da cittadini incensurati che non hanno rapporti col malaffare, almeno nella stragrande maggioranza. Quindi, ripeto, se fossi uno spacciatore, a difesa del mio interesse e per mantenere il monopolio insieme ad altri spacciatori, sarei terrorizzato se qualcuno volesse sottrarmi il mercato criminale, rimpiazzandolo con uno rigorosamente regolamentato e legale”.