SAN CAMILLO, PALOZZI (FI): “ZINGARETTI CHIARISCA SU FURGONE A FUOCO”
“Reputo assolutamente grave e preoccupante quanto accaduto stanotte al San Camillo, dove un uomo ha dato fuoco ad un furgone fermo davanti ai locali delle cucine. Fortunatamente nessun ferito e l’autore del gesto è stato identificato ma, purtroppo, non è la prima volta che si verificano roghi all’interno del grande complesso ospedaliero capitolino. Sarebbe il caso che il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e l’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, oltre alle note stampa, venissero a riferire alla Pisana sui recenti accadimenti al nosocomio romano e, con l’occasione, potrebbero pure ragguagliarci sulle politiche adottate per il rilancio e la sicurezza strutturale del San Camillo. In particolare del Dipartimento Materno infantile, Ostetricia e Ginecologia, incastrato tra incuria e degrado”. Così, in una nota, il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito alle dichiarazioni del premier Matteo Renzi sulla magistratura. “Renzi come Berlusconi? E’ l’ingegnerizzazione della specie, peggio ancora –ha affermato Di Pietro-. Almeno Berlusconi lo conoscevi e lo potevi evitare, Renzi ti prende pure in giro perché dice che la magistratura non sta facendo processi, quando invece proprio ieri quelli della Total sono stati condannati. Il problema, se le opere non vanno avanti, non è della magistratura che fa le inchieste, ma è di chi commette i reati. Chi vuole che i processi si velocizzino, deve dare gli strumenti ai magistrati per velocizzarsi, perché se un magistrato c’ha 1500 fascicoli sul tavolo e non ha nemmeno il segretario per fare le fotocopie, come fa? In tutta l’Ue, l’Italia è al primo posto in termini di produttività giudiziaria, in termini di sentenze che si emettono. C’è tanto contenzioso rispetto alle poche disponibilità, di mezzo, di struttura e di tipologia di procedimento penale. Perché abbiamo ancora 3 gradi di giudizio? Il sistema accusatorio è cambiato rispetto al passato, basterebbero due gradi di giudizio. Ai miei colleghi di Potenza dico: fate il vostro dovere e pagatene le conseguenze, perché la storia darà loro ragione”.
Sull’inchiesta che coinvolge l’ex ministro Guidi. “Non si dovrebbero nominare come ministri persone che hanno una storia personale legata a lobby e a settori interessati –ha affermato Di Pietro-. Con tutta la buona fede possibile, è chiaro che la Guidi in quel contesto vede strabica e, anche se non vede strabica, dà l’impressione di vedere strabica. La trasparenza non sta solo nel modo in cui uno si comporta, ma anche come viene percepito.
Roberta Lombardi, deputata del Movimento Cinque Stelle, è intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Roberta Lombardi ha parlato di prostituzione: “A Roma ci sono le prostitute che hanno i letti in strada? Questo fa parte delle finte regole dettate dall’emergenza dello scandalo del momento. La prostituzione è il mestiere più antico del mondo, inutile combattere la prostituzione vietandola, sarebbe come fermare il vento con le mani, bisogna andare a regolamentare il fenomeno e soprattutto evitare che diventi un fenomeno di sfruttamento nei confronti delle donne. Su questo tema c’è bisogno di una riflessione a livello nazionale. Quello che deve essere il faro che guida le azioni di una buona amministrazione non è il comportamento repressivo verso un qualcosa che non si può reprimere, perché esiste da sempre ed è connaturato purtroppo nella natura dell’essere umano. Lo Stato, buon padre di famiglia che amministra la cosa pubblica, può fare in modo che questo fenomeno sia gestito. Gestito in maniera da garantire sicurezza alle lavoratrici di questo settore, sicurezza ai loro clienti, non sfruttamento della prostituzione e regole chiare per tutti“.
Roberta Lombardi ha commentato poi il caso Guidi: “Renzi ieri per difendere le sue donne ha detto “non sono la Guidi, non sono la Boschi ad aver deciso questa cosa, ma sono stato io”, un po’ alla Marchese del Grillo, come a dire embè dimme qualcosa, come si dice a Roma. Si può parlare di trivellopoli? Io da cittadina italiana me lo auguro, visto che non percepisco nessun genere di nesso tra il punto di vista lavorativo, pensionistico e di diritti civili nei confronti dei cittadini. La bestia, però, è dura a morire“.
Il faccendiere Luigi Bisignani, ritenuto uno degli uomini più potenti d’Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Maria Elena Boschi ha dichiarato che il governo è osteggiato dai poteri forti. “Ho grande stima per la Boschi che finora non ha mai sbagliato un colpo –ha affermato Bisignani-., ma sui poteri forti mi viene da ridere. Non c’è stato mai nessun Presidente del Consiglio che fosse così amico dei poteri forti. Due nomi per tutti: l’amministratore delegato della Fiat Marchionne e l’amministratore delegato di Banca Intesa Carlo Messina. Due delle principali aziende italiane hanno con Renzi e i suoi ministri un rapporto molto stretto. Forse quello della Boschi è un peccato di nervosismo. Due mesi fa avevo scritto che si stava avvicinando una tempesta perfetta, che ora sta arrivando. Berlusconi era caduto sullo spread, Renzi forse cadrà sulla bad bank. E’ un momento difficile che il premier, abituato a cavalcare l’onda dei trionfalismi, non riesce al momento a gestire, ed è un peccato”.
Renzi come Berlusconi richiama in modo critico la puntualità della Magistratura ad agire contro il suo governo. “Questo rappresenta un’anomalia italiana da 20 anni a questa parte –ha affermato Bisignani-. Renzi, così come Berlusconi, doveva metterci più attenzione. Tutti cavalcano l’onda del rapporto tra magistratura e politica quando sono all’opposizione, poi quando vanno al governo non hanno la forza di intervenire”.
“In Italia i poteri forti non esistono più –ha affermato Bisignani-. E’ questo il guaio. Quindi non saranno i poteri forti a difendere Renzi. Persino i conti di Putin e del segretario del partito comunista cinese vengono resi pubblici, ormai è difficile da controllare qualsiasi iniziativa”.
In merito al Giglio magico. “Due anni fa –ha detto Bisignani- nel mio libro con Paolo Madron, avevo azzeccato tutti i nomi che avevano contribuito al successo di Renzi e che ora bazzicano a Roma nei palazzi del potere. Questo è stato un grande limite di Renzi. Se avesse guardato di più al di fuori della Toscana forse ora non sarebbe in questa situazione. La politica è anche consenso e condivisione.