TORELLI: “PER PONTINIA 16 CERTEZZE PER CAMBIARE DAVVERO”
“16 candidati: Laura Bazzolo, Donato Cristofalo, Enzo De Marchis, Enzo Dei Giudici, Giacomo Dessena, Daniela Lauretti, Emanuele Medolla, Tanja Monziani, Luciano Piccini, Stefania Piras, Pasquale Pisa, Emanuele Romeo, Angela Stefanelli, Alessandro Turchetti, Alessia Venditti e Fabio Violo. 16, tra uomini e donne, che provengono da realtà professionali e di esperienza di vita estremamente diverse. 16 persone che hanno voglia di fare per cambiare davvero Pontinia. Questo è l’ingrediente che, sopra tutti, caratterizza la Lista dei Il Girasole per Pontinia per Paolo Torelli sindaco. Una lista non improvvisata. Una lista che non si è formata racimolando teste solo per riempire una lista. Ma che è nata sul confronto e sullo scontro, anche duro a volte, di idee e posizioni diverse che hanno trovato la propria sintesi negli obiettivi confluiti in un programma che pone al centro il cittadino e lo sviluppo di Pontinia. In un momento in cui chiunque parla di rinnovamento la scelta di parlare di cambiamento non è casuale. Il cambiamento significa basta con le vecchie politiche fatte per rispondere all’ambizione del singolo a discapito di tutti. Basta con chi ha portato Pontinia sull’orlo del baratro dichiarando il dissesto finanziario, tra l’altro inesistente. Basta con chi occupa la poltrona da decenni senza aver portato a Pontinia progetti concreti, sviluppo sostenibile, iniziative capaci di farla uscire dall’isolamento che non merita. “Il cambiamento che è alla base della nostra scelta di accettare insieme, ed uniti nelle nostre diversità, sta in questo – spiega il candidato sindaco, Paolo Torelli – nel fatto che insieme abbiamo deciso di lottare perché a Pontinia abbia inizio una nuova era in cui non troveranno posto quanti credono nelle “scorciatoie” politiche, o coloro che hanno poche idee e troppi interessi e ambizioni. Dietro anche ai vecchi meccanismi di un leninismo antiquato e strumentalizzato”. Un cambiamento quindi non solo generazionale, ma anche culturale, e soprattutto programmatico improntato su nuove idee e orizzonti. “Il nostro percorso è iniziato anni fa – conclude Paolo Torelli – e oggi crediamo di essere maturi e pronti per dare a Pontinia quella guida sicura ed equilibrata che merita. Non è un caso che tra le nostre priorità ci sia, ed è chiaro in ogni passaggio del programma che sarà la nostra Bibbia, la volontà di dare a Pontinia l’identità che si è persa in questi anni rendendola protagonista delle scelte compiute nella provincia a cui appartiene e nella Regione di cui fa parte. Non siamo secondi a nessuno. Siamo una città unica nel suo genere, nella sua storia, nelle sue tradizioni e nella sua voglia di crescere. Da questa convinzione partiamo convinti che con la fiducia dei cittadini le nostre non resteranno parole al vento ma saranno pietre con cui costruire un futuro diverso e migliore a tutti i cittadini”.
Lo dichiara il candidato sindaco di Pontinia, Paolo Torelli
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MIUR, PALOZZI(FI): “SOSTEGNO A LAVORATORI. GOVERNO INTERVENGA”
“Esprimiamo il nostro sostegno ai lavoratori del Miur. Domani è prevista la mobilitazione a seguito delle mancate risposte del governo: a tal proposito ritengo che per quanto riguarda l’istruzione, l’esecutivo debba affrontare con più attenzione e determinazione le problematiche, che da tempo vengono sollevate. A queste si aggiunge anche la spinosa vicenda delle maestre precarie dei nidi, che deve essere risolta quanto prima. La nostra scuola e le nostre università rappresentano infatti una eccellenza, ma servono risposte chiare, in primis in termini di personale, per mantenere un’offerta di qualità. Perciò, è necessario che anche e soprattutto il governo faccia il possibile per stilare una adeguata programmazione in grado di tenere nella giusta considerazione le istanze del personale della scuola”. Così, in una nota, il consigliere regionale Fi, Adriano Palozzi.
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GIARRUSSO (M5S) A RADIO CUSANO CAMPUS: AGGUATO PARCO NEBRODI? ATTO GRAVISSIMO MA E’ COLPA DEL GOVERNO. GOMORRA? E’ UNO SPOT PER LA CAMORRA.
Mario Michele Giarrusso, senatore del Movimento Cinque Stelle, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Giarrusso ha commentato l’agguato a fucilate subito nella notte dal presidente del parco Nebrodi, salvo grazie all’auto blindata e alla scorta: “E’ stato un attentato che dimostra che la mafia sta rialzando la testa. Hanno bloccato la strada, hanno iniziato a sparare sull’auto, per fortuna la scorta ha messo i killer in fuga, è un segnale gravissimo, è una notizia di una gravità assoluta. Attaccare un corteo blindato e scortato dalla polizia è una cosa di una gravità incredibile, volevano anche bloccare la blindata e dargli fuoco. Ce l’avevano con il direttore Antoci, del parco dei Nebrodi, contrapposto alla mafia, che in quelle zone commette molti reati soprattutto impossessandosi di grandi quantità di terreni per accedere ai fondi comunitari per l’allevamento del bestiame e l’agricoltura. Si parla di fondi per milioni di euro. Antoci ha ostacolato le manovre di questi criminali, la loro reazione è stata di una gravità assoluta. Un atto che è specchio di questi tempi, è frutto dell’attività di questa maggioranza e di questo governo. Ci sono 22000 condannati che sono usciti dal carcere grazie allo svuotacarceri e gli agenti hanno le mani legate. Il Governo ha tagliato 500 milioni di euro alle forze di sicurezza”.
Giarrusso ha detto la sua anche sulla fiction Gomorra: “Abbiamo già avuto un disastro epocale che è statolo sceneggiato Il Capo dei Capi, che reso Riina un modello da imitare per tutta la feccia d’Italia. Rischiamo con Gomorra di far passare come normale una cosa che normale non è, di far diventare personaggi killer, assassini, che poi sono amati dagli spettatori. Una cosa di una gravità assoluta, contraria allo spirito di chi invece ha scritto il libro Gomorra. Gomorra è un grande spot alle attività criminali della camorra”.
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I PARROCI NON CI STANNO: “CONTINUATE A LASCIARCI LA VOSTRA EREDITA’ NOI SIAMO POVERI, IL PAPA CE L’HA CON I VESCOVI”. SU RADIO CUSANO CAMPUS L’APPELLO DEI PARROCI ALLA FINTA NONNA MORENTE.
Come reagiscono i parroci alle parole di Papa Francesco a proposito delle ricchezze terrene della chiesa? Hanno provato a scoprirlo Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) . “Mia nonna sta per morire, vuole lasciare tutto alla sua parrocchia, ma ora con le parole del Papa sulla ricchezza della chiesa pensa di cambiare idea. Cosa le devo dire?”. Questo, in sintesi, l’interrogativo che hanno rivolto al telefono a vari parroci dislocati nella penisola italiana e la risposta è stata sempre la stessa: “Dica a sua nonna che il Papa ce l’aveva con i vescovi, non con le parrocchie. E che la sua eredità ci farebbe molto comodo per aiutare i bisognosi”.
“Noi aiutiamo 81 famiglie”, ha risposto uno dei parroci interrogati al finto nipote. Aggiungendo: “Non siamo affatto ricchi, anzi. Dica a sua nonna che un lascito per noi è bene accetto. Sua nonna ha cambiato idea dopo le parole del Papa? Se vuole vengo personalmente a parlarci. Sua nonna non deve avere questo pensiero sulla ricchezza della chiesa, la parrocchia usa tutto per la carità, aiutiamo un sacco di gente che non ha da mangiare. Poi possiamo mettere tutto per iscritto, le diciamo anche qualche messa in suffragio per l’anima. Se lei fa testamento alla parrocchia ha anche un vantaggio per la sua anima, posso utilizzare i beni che lascia per la carità, per celebrare sante messe o aiutare tanta gente in difficoltà”.
“Sua nonna sta cambiando idea sull’idea di fare testamento a favore della chiesa dopo le parole del Papa? Dica a sua nonna che noi non siamo il Vaticano! Il Papa parlava di vescovi e cardinali, che hanno poteri e molte cose materiali. Noi qui non abbiamo nulla, aiutiamo con quel poco che abbiamo tante famiglie in difficoltà”. Poi, il parroco, lancia direttamente un appello alla nonna morente: “Signora sono il parroco, se vuole fare una donazione alla parrocchia la può fare liberamente, lei stia tranquilla, il Papa si è rivolto ai vescovi e ai cardinali, non alle parrocchie, sappia che vale ancora la pena farci donazioni”.
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Il faccendiere Luigi Bisignani, ritenuto uno degli uomini più potenti d’Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
La corsa al Corriere della Sera. “Il mio romanzo “Il direttore” era una spy story dei conflitti d’interesse attorno a un grande quotidiano italiano, questo è quello che sta succedendo in questi giorni con il Corriere –ha affermato Bisignani-. De Bortoli, ai tempi della direzione del Corriere, ha detto che gli è mancato un editore puro. Il Corriere è stato finora il club del potere per eccellenza. Intorno a Mediobanca, che è ora molto arrugginita, continua a scimmiottare questo salotto buono milanese che vuole il giornale solo come uno strumento di potere. Gli editori puri non esistono, a parte Cairo e a Cairo stanno cercando di troncargli le gambe in tutti i modi. Mi sarebbe piaciuto che una banca come Mediobanca lo avesse assistito anziché fargli la guerra. Della Valle e Tronchetti dicevano che il Corriere deve essere indipendente e invece sono lì per cercare di strapparlo a Cairo. Bisognerà vedere se Cairo troverà un alleato contro l’armata dei soliti noti messa su da Mediobanca. Non credo che i giornali diano più le carte come una volta, vengono usati come una pistola per sparare qualche colpo, ma il più dei colpi sono ormai a salve perché internet e i social network riescono a superare di gran lunga il peso dei giornali. Elkann ha preso una partecipazione importante nell’Economist, quindi non è detto che non decida di investire qualcosa in Rcs. Renzi così come Berlusconi ha capito che il consenso lo prendi nelle piazze e in tv. Nei giornali ha trovato un accordo con De Benedetti a Repubblica, quindi è tranquillo. Questi giochini di potere il premier li vede con un certo distacco”.
Il cambio alla guida di Libero. “Un editore di centrodestra è normale che cerchi di avere Feltri, che è l’unico vero direttore che riesce a suscitare l’interesse dei lettori –ha affermato Bisignani- Forse Libero aveva bisogno di una scossa. Non capisco perché Belpietro non abbia applaudito quando è arrivato Feltri come editorialista”.
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Luciano Ciocchetti, Conservatori e Riformisti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sull’appoggio di Berlusconi a Marchini. “Io speravo che tutto il centrodestra appoggiasse Marchini, che è un candidato che rappresenta la vera discontinuità di governo –ha affermato Ciocchetti-. Purtroppo Meloni e Salvini sono rimasti su una posizione isolata, più legata alle vicende nazionali rispetto agli interessi di Roma. L’appoggio a Marchini non nasconde nessun progetto nazionale, è una cosa che riguarda Roma. Alcuni partiti hanno deciso di mettersi da parte e di convergere su un programma e su una persona che può rappresentare un riscatto per questa città. Noi abbiamo condiviso con Marchini un programma. Quello è il patto che è stato costruito. Il resto lo decide il candidato sindaco. Non ci saranno spartizioni, qui dobbiamo dare un segnale forte di discontinuità. La responsabilità è tutta sul candidato sindaco e speriamo futuro sindaco”.
No a progetto nazionale. “Il civismo funziona in una città –ha affermato Ciocchetti-. Fare una lista civica nazionale non credo porti bene e non credo sia possibile costruire un progetto politico nazionale di questo tipo. Nel caso di Roma c’è un’esigenza di una discontinuità dai partiti. Per 17 anni ha governato il centrosinistra, per 5 anni il centrodestra, rappresentato oggi dalla Meloni. C’è bisogno di un sindaco che non ha mai governato questa città, così come gran parte dei partiti che lo appoggiano. Noi siamo stati all’opposizione di Rutelli, Veltroni, Alemanno e Marino”.
Meloni e Salvini. “Il limite di questo abbraccio di Salvini a Meloni è che non è fatto sull’interesse di Roma e dei romani, è fatto sull’interesse di Salvini di diventare leader del centrodestra. La Meloni è caduta nella trappola di Salvini, mi dispiace perché la stimo. Lei per molto tempo ha detto che non voleva candidarsi, questo è stato un errore, è caduta nelle mire di Matteo Salvini, a cui di Roma non interessa nulla. Se Roma sprofondasse ancora di più Salvini ne sarebbe contento. E’ una battaglia sulla pelle dei romani per chi governerà il centrodestra nel futuro”.
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