“Quello che è accaduto nell’ultimo anno, tra alluvioni e siccità, ha evidenziato quanto il Paese sia esposto ai cambiamenti climatici e l’inadeguatezza degli strumenti a disposizione per fronteggiarli. Piogge sempre più estreme e concentrate, la riduzione delle precipitazioni nevose e il ritiro dei ghiacciai, l’inquinamento e l’avanzamento del cuneo salino lungo le coste, lasciano pensare per il futuro ad una drastica riduzione del potenziale idrico disponibile, testimoniato anche dall’aumento del territorio italiano a rischio desertificazione”. Queste le parole di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, in occasione della celebrazione della Giornata mondiale dell’acqua. “Inadeguata – continua Peduto – è la normativa che definisce procedure farraginose ed obsolete, dove la principale legge relativa alla gestione idrica è un R.D. del 1933. Inadeguato è immaginare per il futuro solo interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche delle reti di distribuzione e al potenziamento dello stoccaggio della risorsa, perché oggi disponiamo ancora di risorse idriche naturali non utilizzate e i geologi possono dare il loro contributo per individuarle e definirne le potenzialità di sfruttamento, ma domani non sarà più così. È necessario, quindi, pensare a una diversa prospettiva, cominciando a pianificare un differente e più razionale utilizzo delle risorse idriche prima che sia troppo tardi, perché i geologi hanno sempre detto che quella dell’acqua sarebbe stata la vera emergenza del futuro, ma quel futuro oggi è già arrivato”.
Sulle modalità di una corretta gestione dell’acqua interviene Arcangelo Francesco Violo, segretario nazionale e coordinatore della Commissione Risorse Idriche del CNG: “Una gestione sostenibile delle risorse idriche contribuisce a salvaguardare la biodiversità e sostenere la resilienza delle comunità in senso più ampio dei territori. È necessario identificare ed eliminare le lacune e le sovrapposizioni in materia di capacità istituzionale e amministrativa favorendo una gestione integrata di tali risorse, in particolare in tema di pianificazione, produzione normativa, redazione dei progetti, bilanci, raccolta e monitoraggio dei dati, valutazione dei rischi. Una politica efficace di gestione della risorsa idrica – prosegue Violo – va nella direzione di implementare e sperimentare i sistemi di raccolta, utilizzo, condivisione e di diffusione dei dati riguardanti il settore idrico e i settori ad esso collegati. Su questi temi e sul ruolo dei geologi professionisti nella gestione delle risorse idriche sotterranee, il 22 marzo la nostra Commissione presenterà un lavoro nell’ambito del convegno ‘La previsione idrogeologica sulla risorsa acqua’ organizzato dall’Accademia Nazionale dei Lincei”.
Nella ricerca di soluzioni per la salvaguardia della limitata e preziosa risorsa acqua, il ruolo del geologo è fondamentale. A spiegarlo è Fabio Tortorici, Presidente della Fondazione Centro Studi del CNG: “Innanzitutto pensiamo a quanto gli studi idrogeologici siano indispensabili per il reperimento di nuove risorse e per la loro tutela dall’inquinamento. La necessità di preservare questo componente naturale della litosfera, rendendolo accessibile a tutti, è quantitativamente messa a rischio dall’incremento demografico, dai consumi indiscriminati e dai cambiamenti climatici con l’intensificazione dei periodi di siccità; qualitativamente dalle attività antropiche, compresa la cattiva gestione della risorsa. Oltre che dell’acqua come risorsa indispensabile, – chiarisce Tortorici – il geologo si occupa dei danni e disastri che può procurare, come causa principale di alluvioni e dissesti: il 19.3% del territorio nazionale risulta a pericolosità da frana, essendo stati censiti circa 610.000 fenomeni”.
Roma, 21 marzo 2018