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Giovani medici, bando Dg fallimento di Zingaretti

scritto da Redazione
Giovani medici, bando Dg fallimento di Zingaretti

Sarebbe dovuta essere un esempio di trasparenza nella già collassata sanità laziale ma alla resa dei conti la selezione dei direttori generali di aziende ospedaliere e sanitarie, fortemente voluta dal presidente della Regione Lazio, si è rivelata un vero e proprio fallimento”. Questo il duro commento di Veronica Lepidini presidente Giovani Medici di Roma, autorevole realtà associativa che dal 2009 opera concretamente sul territorio al fine di risolvere le delicate problematiche legate al comparto sanitario di Roma e provincia. “Il bando sin dagli esordi ha mostrato numerose ragioni di perplessità sulla regolarità dell’avviso pubblico, sui criteri di scelta dei primi 581 nominativi e sul ruolo dell’Agenas incaricata di selezionare i candidati – rimarca Lepidini -. Per non parlare della recente short-list che ha portato alla nomina in qualità di direttore generale di amici di amici, condannati dalla Corte dei Conti e presumibilmente incompatibili. Sono totalmente d’accordo con il giudizio del consigliere regionale Adriano Palozzi. L’esponente, sempre sensibile alla tutela della sanità del Lazio, da tempo denuncia l’inefficienza e la mancata trasparenza di una selezione, spacciata per meritocratica ma oggettivamente dubbia. Sarebbe il caso che il presidente Zingaretti riveda le procedure su reali principi di merito e trasparenza, se non vuole incorrere in una valanga di ricorsi”. La presidente di Giovani Medici di Roma ha poi puntato il dito contro la decisione della Regione Lazio di incrementare del 20 percento le retribuzioni dei nuovi manager della sanità: “Gli stipendi infatti passano da 135mila a 152mila euro l’anno – spiega -. Si tratta di un provvedimento inaccettabile, un vero e proprio affronto per una sanità allo stremo, che vive di pronto soccorso affollati, di cittadini costretti a convivere con infinite liste di attesa, di personale medico e paramedico ridotto e che sostiene turni e ritmi estenuanti per sopperire alla mancanza di organico. Non dimentichiamo soprattutto che esistono persone in gravi difficoltà economiche e che vivono nell’impossibilità di una vita dignitosa, pertanto se la Regione riesce a reperire risorse per aumentare gli stipendi già profumati dei suoi dirigenti li destinasse piuttosto a chi ne ha più bisogno o quantomeno a sostenere ed incentivare il lavoro dei già tanto sacrificati specializzandi o giovani medici. Il presidente Zingaretti – conclude Lepidini – deve cambiare marcia, i problemi della salute pubblica non si risolvono di certo con le politiche adottate sinora dalla Regione Lazio.

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