“Ieri, in piazza San Pietro ero davvero a disagio. Pochi, pochissimi politici, e credo solo io per il centrodestra. È evidente che è cambiato davvero molto nel rapporto tra la Chiesa e la politica italiana. E ieri è stato possibile verificare direttamente quanto forte sia la distanza. Non bastasse l’annullamento della tradizionale messa di Pasqua riservata ai parlamentari, si aggiunge la gestione davvero scriteriata della legislazione in materia di diritti civili, in cui pare che ci si sia impegnato uno scienziato a scontentare sia il Papa che i troppi antipapa di questo nostro Paese“. Lo scrive Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale della Destra, che osserva: “C’erano istituzioni, mancava la politica. Certo, il presidente della Repubblica Mattarella era presente insieme al capo del governo Renzi, con Alfano e il sottosegretario De Vincenti. Poi un nugolo di prefetti a rappresentare la città con Gabrielli e Tronca e, appunto, la delegazione regionale. Tutto qui, i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, non c’erano. Di segretari di partito presenti in Parlamento nemmeno l’ombra. Di parlamentari ne ho contati due, la Bindi e Maurizio Lupi. Opposizione completamente assente“.
A Storace “pare evidente che la ridottissima presenza politica in piazza San Pietro risponda ad una precisa volontà del papa, come peraltro ci ha confidato un autorevolissimo prelato. Non sono stati spediti inviti, è come se i partiti fossero stati scomunicati indirettamente con una specie di anatema da Francesco. Vengono giudicati imperdonabili gli atteggiamenti che continuano a caratterizzare troppi parlamentari. E il pontefice non ha alcuna intenzione di coprire le malefatte che continuano ad essere commesse da chi ha la responsabilità della gestione pubblica. Se il Giubileo comincia così – conclude Storace – aspettiamocene di belle davvero“.