Giulianello svolse un ruolo importante nel movimento contadino nei primi del ‘900. Una frazione ribelle dove i lavoratori, attraverso la lotta organizzata, seppero conquistare la loro emancipazione dai grandi proprietari terrieri. Se ne è parlato sabato pomeriggio presso la Delegazione comunale giulianese, nel corso della presentazione del libro di Dario Petti “Le origini del Socialismo a Cori”, recentemente edito da Annales, casa editrice specializzata in saggi storici sul Lazio meridionale. Oltre all’autore sono intervenuti il Sindaco Tommaso Conti; Attilio Culuzzi e Damiano Priori, presidenti, rispettivamente, del Centro Socio Culturale “Il Ponte” e dell’Ass. Cult. “La Stazione”, che hanno organizzato l’incontro.
La ricerca di Petti ripercorre le tappe fondamentali dello sviluppo del movimento contadino e socialista di Giulianello, borgo che ebbe un ruolo di grande importanza nelle lotte bracciantili, dove agli inizi del 1900 vivevano circa 700 contadini, e molti altri vi si recavano per lavorare le terre dei proprietari, che dal 1908 furono dei fratelli Sbardella.
Proprio in quell’anno a Giulianello venne fondata una tra le prime leghe contadine dell’Agro pontino e del basso Lazio, avviando la lotta organizzata che avrebbe condotto i braccianti alla loro emancipazione economica e culturale, modificando gli iniqui patti agrari e perdendo ogni spirito di soggezione verso i proprietari.
Anche attraverso una raccolta di articoli che i contadini giulianesi inviarono al giornale “La difesa del contadino”, Dario Petti ha ricostruito la loro vita fatta di stenti, emigrazione e volontà di riscatto. Socialisti e cattolici si contesero l’egemonia politica di questa frazione contadina ribelle, dove le occupazioni delle terre non si arrestarono nemmeno durante la Grande Guerra. Ebbero la meglio i socialisti.