venerdì 22 Novembre 2024,

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“Goletta Verde e il dossier spiagge”

scritto da Redazione
“Goletta Verde e il dossier spiagge”

Nei giorni scorsi è stato poi pubblicato il Dossier Spiagge Legambiente Nazionale 2024 e il Dossier Spiagge Legambiente Lazio 2024 realizzato su dati ISPRA che evidenzia come il 60,6% della costa laziale si è modificata tra il 2006 e 2020, mentre tra i comuni Latina ha il record di erosione con il 60,6% di perdita di spiaggia lungo il proprio litorale, e il fenomeno dell’avanzamento invece, che attesta comunque uno squilibro non naturale della costa, ha ottenuto i suoi valori più alti di percentuali costiere in avanzamento a Minturno (69,8%) e al secondo posto Terracina (61,8%). Terracina quindi si conferma al secondo posto nel Lazio dopo Minturno, per modifica della linea di costa con avanzamento, che comunque conferma uno squilibrio lungo tutta la costa bassa.

Il consumo di suolo costiero, cioè il cemento e l’asfalto sul litorale nella fascia tra 0 e 300 metri dalla linea di mare, è pari al 30% nel Lazio dove si sono persi 67,6 ha tra 2006 e 2020 e ulteriori 9,8 nel solo biennio 2020-2022. Tra i comuni nel primo periodo in oggetto (2006-2020) quelli più interessati dal fenomeno sono stati Civitavecchia (1,49 ha/km), Terracina (0,82 ha/km) e Pomezia (0,79 ha/km), ma nell’ultimo biennio (2020-2022) il consumo di suolo record si è registrato nel comune di Fiumicino (0,29 ha/km) seguito sempre da Terracina (0,11 ha/km) e Latina (0,10 ha/km). Terracina quindi si conferma sempre e da anni al secondo posto nel Lazio, dopo Civitavecchia e dopo Fiumicino, per consumo di suolo costiero.

Un altro dato molto rilevante riguarda gli eventi estremi nei comuni costieri che sono in costante aumento. L’Osservatorio Città Clima di Legambiente dal 2010 a giugno 2024 ne ha riscontrati 816 (+14,6% rispetto al bilancio dello scorso anno in cui erano stati 712), 104 solo nell’ultimo anno. Terracina rientra tristemente nella casistica dell’Osservatorio con le sue numerose trombe d’aria, tornadi, mareggiate e con il disastro climatico del 29 ottobre 2018, che ha distrutto diverse parti della città, uccidendo persone e danneggiando abitazioni e patrimonio storico e naturalistico, e per questa ragione è diventata una sorvegliata speciale dell’Osservatorio. E se a questo aggiungiamo anche il pericolo costante di un innalzamento del mare (come previsto da diversi studi e riportato in Flood Map) per via dei cambiamenti climatici, è chiaro che Terracina deve procedere molto velocemente a implementare soluzioni per la tutela e la difesa delle coste.

Di tutte le spiagge del Lazio poi, quelle occupate da attrezzature balneari (concessioni, chioschi con spiagge libere attrezzate …) sono l’88%, pari a 603 ettari, con il record in provincia di Latina (93,2%), seguita dalla provincia di Roma (88,5%) e poi Viterbo (66,1%). Tra i comuni quelli con più spiaggia dedicata alle attività balneari sono quelli di Terracina, Fondi, Sperlonga, Gaeta e Formia, finendo per occupare la quasi totalità del proprio litorale (oltre il 99%). Anche in questo caso Terracina è tra i primi posti nel Lazio per percentuale del litorale occupato da attrezzature e manufatti balneari.

Per quanto riguarda Terracina, che ha comunque già disposto nella delibera di proroga deliberazione della Giunta Comunale n. 104 del 29/12/2023 “Disposizioni sull’efficacia delle concessioni demani marittime e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive del Comune di Terracina. Adempimenti degli obblighi posti in capo alle autorità concedenti. Atto di indirizzo” che le evidenze pubbliche dovranno essere predisposte prima della fine dell’anno 2024, ed è fondamentale rendere ancora più specifici gli indirizzi dei nuovi bandi inserendo anche gli aspetti di gestione ambientale della costa. Non si può infatti parlare solo di concessioni balneari e di destagionalizzazione senza vigilare sui tratti di costa erosi (avanzamento e arretramento) e senza considerare il rischio geologico e idrogeomorfologico o senza introdurre vincoli sulle strutture in muratura favorendo magari gli abbattimenti e la sostituzione con strutture ecocompatibili e amovibili, magari garantendo regole costruttive che coniughino amovibilità, resistenza e sicurezza.

Mentre le acque di balneazione di Terracina presentano da anni criticità nei tratti di sbocco dei canali (in particolare il canale Portatore), ricordiamo che quest’anno ricorrono i trent’anni della Legge Galli che, nel 1994, rivoluzionò l’organizzazione del servizio idrico integrato, e la depurazione resta uno dei tasti dolenti nel nostro Paese, con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della Direttiva sulle acque reflue (91/271/CE). E’ quindi necessario che il Comune di Terracina interagisca con i laboratori di Legambiente, come il nostro laboratorio Goletta verde presso il ITS A. Bianchini, il Consorzio di Bonifica, la Capitaneria di Porto e il Gestore Idrico integrato Acqualatina valorizzando al meglio la partecipazione ai contratti di costa, di fiume e di lago, per innalzare la qualità della depurazione dei reflui e monitorare i rifiuti anche illeciti nei canali.  Anche il litorale di Terracina presenta numerose criticità ed è sotto un forte impatto di erosione e consumo di suolo, peraltro a quarant’anni dalla legge (legge Galasso) che sanciva l’inedificabilità proprio nella fascia tra zero e trecento metri dal mare. Una delle cause dell’erosione è proprio la scomparsa degli ambienti naturali costieri e quindi è totalmente sbagliato continuare a progettare ed eseguire opere di difesa idraulica, come pennelli, soffolte, scogliere, geotubi o a insistere anno dopo anno con ripascimenti incontrollati e invasivi dell’ultimo minuto, e questo lo affermiamo anche alla luce della notizia, appresa dalla stampa qualche giorno fa, nella quale il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Aurigemma parla di un investimento su fondi regionali per Terracina di un milione e duecentomila euro del quale però ancora non conosciamo la esatta natura del progetto facendo riferimento ad un vecchissimo “progetto Ardis” del 2006, che avrebbe dovuto interessare tutto il tratto di costa tra la foce del fiume Sisto e Badino, ma che fu interrotto nel 2011.

Così come dobbiamo continuare a contrastare il consumo di suolo costiero, le opere murarie sulla spiaggia, le grandi ulteriori opere portuali e procedere speditamente a rinaturalizzazioni nel tessuto urbanizzato costiero con vincoli a consumo di suolo zero. Inoltre, proprio in occasione della approvazione definitiva del nuovo Piano di Utilizzazione degli Arenili Comunali e nella predisposizione delle nuove evidenze pubbliche entro fine anno, si ha la possibilità di introdurre indirizzi che vadano a salvaguardare lo stato delle coste e delle acque e che premino i gestori che più si impegnano sul fronte ambientale per la tutela della costa e del mare. Anche la prossima approvazione del Piano Utilizzazione Arenili (in fase di rivisitazione) è una occasione da non perdere per la riqualificazione e rigenerazione del litorale terracinese per garantire a tutti un accesso al mare, con servizi a valore aggiunto e nella piena salvaguardia del patrimonio naturale costiero e marino. Non dobbiamo dimenticare poi che Terracina è un Comune sorvegliato speciale per il Clima, a causa del grave disastro climatico costiero del 29 ottobre 2018 che ha ucciso persone, danneggiato abitazioni e il prezioso patrimonio storico e naturalistico. Chiediamo quindi al Sindaco e al prossimo Assessore all’Ambiente del Comune di Terracina che sostituirà il dimissionario, di impegnarsi da subito, insieme a tutte le autorità, le categorie preposte, e i portatori di interesse al fine di prendere immediatamente in considerazione queste problematiche in modo sistemico e non episodico o emergenziale e definire un piano di azione concreto per salvaguardare la risorsa più preziosa che abbiamo, ovvero il nostro mare e le nostre spiagge. Ricapitolando è necessario anche per il nostro territorio: 1) una piena attuazione del Piano di Azione per il Clima (approvato nel 2019 ma ancora mai attuato), stanziando risorse adeguate;2) superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi per la difesa delle coste dall’erosione; 3) programmare interventi di rinaturalizzazione delle coste, ricostituendo le fasce dunali e zone umide e paludose; 4) ormai ridurre a ZERO il consumo di suolo, anzi programmando abbattimenti di vecchi manufatti sulle coste; 5) definire indirizzi vincolanti per l’affidamento delle concessioni balneari (tramite bandi) premiando nell’assegnazione la qualità dell’offerta e le scelte di sostenibilità ambientale e i progetti congiunti di tutela e valorizzazione delle coste sabbiose e rocciose; 6) ristabilire la legalità e fermare l’avanzata di cemento sulle spiagge; 7) la costruzione, adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione e regolamentare lo scarico in mare dei rifiuti liquidi”, dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” e Consigliere Nazionale della Associazione.

 

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