Il documento, “Linee guida per la variante al piano regolatore portuale approvata con delibera di giunta regionale n. 123 del 7 marzo 2006” che è stato votato nell’ultimo comitato portuale, senza i voti della Provincia di Latina, dice testualmente: la realizzazione di un frangiflutti nel porto commerciale di Gaeta permetterà la delocalizzazione del Molo Petroli.
Il presidente dell’Autorità Portuale, Pasqualino Monti avrebbe dovuto lavorare il giorno dopo del suo insediamento per la delocalizzazione del pontile Eni e invece ci fa questo bel regalo. Il pontile ENI doveva andare offshore, questa era la condizione fondamentale che ha dato vita al federalismo dei porti laziali, oggi invece l’Autorità Portuale crede di gestire la questione come una cosa privata senza dar conto a nessuno. Nessuna delle iniziative intraprese dall’ente portuale tiene conto che il Golfo di Gaeta è stato istituzionalmente definito dalla regione Lazio, attraverso una delibera ad hoc, come “Area Sensibile“.
Una conduzione che definisco irresponsabile che continua a spaccare il territorio in più parti creando dure contrapposizioni tra istituzioni, cittadini e imprenditori.
Pasqualino Monti, invece di pensare all’arredo urbano di Gaeta deve mettere in moto una politica seria che abbia come obiettivo la tutela delle risorsa mare, inteso come habitat naturale ma inteso anche come risorsa economica per sviluppare una crescita sostenibile. È questo l’obiettivo che deve essere perseguito, lo stato di salute del mare deve tornare al centro delle politiche di programmazione attraverso un aggiornamento dell’agenda dell’Autorità Portuale e non invece perseguire azioni, come quella della delocalizzazione del pontile Eni nel porto commerciale.
Sarebbe assurdo non avere una linea condivisa sul tema dell’ambiente nel Golfo di Gaeta in cui gravitano migliaia di abitanti, centinaia di realtà produttive e un’ infrastruttura portuale che deve essere protagonista nella tutela ambientale e non invece farlo apparire come un nostro solo perché alcune istituzioni compiono iniziative assurde.
Anche il recente regolamento dello scarico delle merci polverose nel porto commerciale di Gaeta è stato stilato perché i cittadini del quartiere Piaia si sono organizzati e non per iniziativa dell’Autorità Portuale che ha agito solamente quando si è sentita alle strette. Da tempo sostengo che è necessario cambiare decisamente approccio verso l’Autorità Portuale, serve più autorevolezza nei contenuti e obiettivi partendo dalla consapevolezza che essere membri dei porti laziali non significa aver venduto il mare del Golfo di Gaeta.
Armando Cusani