giovedì 21 Novembre 2024,

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I Geologi del Lazio a Ponza per la convivenza tra rischio e risorsa

scritto da Redazione
I Geologi del Lazio a Ponza per la convivenza tra rischio e risorsa

L’Ordine dei Geologi del Lazio ha organizzato il convegno-escursione “La geologia di Ponza: risorsa e rischio” che si terrà dal 22 al 25 maggio sull’isola Pontina. Si è scelta questa ‘location’, emblematica di una situazione ricorrente lungo le coste e le isole italiane, per la presenza di situazioni di dissesto idrogeologico che da sempre interessano l’isola e che ora finalmente si stanno cominciando ad affrontare in modo organico, con interventi di mitigazione del rischio e un utilizzo del suolo più consono ai delicati equilibri geomorfologici del territorio. “Abbiamo deciso di organizzare l’evento – sottolinea il presidente dell’Ordine, Roberto Troncarelli – a ridosso della stagione estiva, proprio per richiamare l’attenzione sui forti condizionamenti che le politiche di tutela del territorio producono sulle attività quotidiane e, in particolare, sulle piccole realtà imprenditoriali che vivono principalmente grazie ai proventi del turismo. Da tecnico rilevo una mancanza di proporzionalità tra la ricorrenza del manifestarsi di eventi franosi e le forti limitazioni all’uso del territorio imposte dall’attuale regime vincolistico. Queste, invece, dovrebbero essere maggiormente calate nelle singole situazioni locali, tenendo conto dei beni esposti, della necessità di un’applicazione graduale dei vincoli e della reale propensione al dissesto dell’area. In queste quattro giornate i geologi si incontreranno a Ponza per confrontarsi, discutere e proporre un nuovo approccio alle problematiche del rischio idrogeologico che deve tenere in conto sicuramente delle conoscenze scientifiche che nel settore sono molto avanzate, ma anche della necessità di una maggiore sensibilizzazione della popolazione, che deve imparare a convivere con il rischio per consentire uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, salvaguardando la sicurezza dei cittadini”.
Il Segretario dell’Ordine del Lazio, Tiziana Guida ribadisce inoltre che “a dispetto del tentativo che la nostra società fa, attraverso normative, divieti e ordinanze, di perseguire un utopistico obiettivo di sicurezza assoluta, ogni giorno ciascuno di noi inconsapevolmente e tacitamente si prende qualche rischio. Alcuni di questi rischi sono socialmente accettati, in quanto fanno parte del costume comune e si ritiene che i benefici delle attività a cui sono connessi siano superiori ai possibili danni. Bisogna quindi cambiare direzione – sostiene il segretario dell’Ordine – andando oltre la ricerca della sicurezza per approdare al concetto più ampio della gestione del rischio, rendendo il turista consapevole, ma contemporaneamente attuando il monitoraggio delle aree in dissesto e la manutenzione delle opere di difesa realizzate”. Il presidente Troncarelli, a tal proposito, ricorda che “le opere di messa in sicurezza consentono la mitigazione del rischio ma non la sua totale rimozione, in quanto si tratta di fenomeni naturali attraverso i quali il territorio evolve e che quindi non è possibile arrestare. Ed è proprio grazie a questa trasformazione della superficie terrestre però che si formano gli straordinari paesaggi rappresentati dalle falesie che circondano l’isola e che ne costituiscono una innegabile risorsa. Senza un accurato programma di manutenzione – ribadisce il presidente – le opere di difesa perdono la loro efficacia rendendo nuovamente le aree esposte al rischio per il quale si era intervenuti”. Per il Consigliere nazionale dei geologi, Eugenio Di Loreto, infine “è arrivato il momento di uscire dalla cronica emergenza, per investire in azioni preventive di mitigazione del rischio. Per questo i geologi, insieme agli architetti, all’Ance e a Legambiente hanno promosso una petizione popolare per chiedere al Governo di far partire entro l’estate un piano unico nazionale di manutenzione e prevenzione, con interventi atti a salvaguardare i territori interessati dalle calamità naturali e liberare i fondi bloccati dal patto di stabilità. È necessario garantire strumenti normativi per il controllo della qualità dei progetti e degli interventi di manutenzione, ispirati ad un modello di sostenibilità ambientale ed economica, efficacia e trasparenza delle regole e delle procedure”.

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