È importante sapere che, considerata la discesa del potere d’acquisto, i salari al palo e la decurtazione della pensione unita all’inflazione che nel biennio ha raggiunto il 15%, si è verificato un progressivo indebitamento delle famiglie italiane le quali, per mantenere il loro precedente tenore di vita, hanno effettuato dei prestiti nella misura del 36–37% in termini generali. Ciò che ci preoccupa maggiormente è il fatto che, coloro che ripagano i prestiti, lo fanno attraverso la cessione del quinto, uno strumento utilizzato anche dai pensionati per avere qualche soldo in più a disposizione per la spesa di tutti i giorni oppure per pagare le bollette.
Le istituzioni preposte, dovrebbero intervenire molto di più sul fronte del cuneo fiscale, al fine di permettere un incremento del potere d’acquisto dei lavoratori, ma anche evitando di tagliare la perequazione delle pensioni come è stato fatto l’ultima volta in maniera molto drastica. In particolare, occorre aiutare soprattutto le famiglie meno abbienti. Oltre a ciò, aggiungerei un consiglio che dovrebbe essere dato sia dalle istituzioni che dalla società civile: non bisogna indebitarsi per una misura superiore al 30% del proprio reddito. L’indebitamento, se necessario, deve essere fatto moderatamente e con gli organismi di carattere ufficiale come banche o finanziarie e mai attraverso canali privati.
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