sabato 23 Novembre 2024,

Provincia di Latina

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Il comitato NO BIOGAS LATINA incontra gli abitanti di Prato Cesarino. «Servono interventi ad hoc»

scritto da Redazione
Il comitato NO BIOGAS LATINA incontra gli abitanti di Prato Cesarino. «Servono interventi ad hoc»

Continua la battaglia del Comitato No Biogas Latina contro la costruzione degli ecomostri nella provincia pontina. Dopo l’apertura di una sezione nella città di Sermoneta, ieri sera il comitato ha incontrato la popolazione di Prato Cesarino dove è in costruzione una centrale a Biomasse da 250 MW. Dall’incontro è emerso il consueto monito: servono interventi atti a preservare l’incolumità pubblica e il territorio pontino, a forte vocazione agricola.

 

«Ancora una volta ci troviamo di fronte alla costruzione di un impianto a Biomasse a qualche decina di metri dalle abitazioni e a poche centinaia da una scuola, una chiesa ed un centro sociale – spiegano dal comitato –. E ancora una volta devono essere i cittadini, ignari di tutto, a denunciare simili situazioni.Bisogna far partecipare i territori interessati da questi progetti e nella fase di verifica i cittadini devono essere coinvolti. Ad oggi, invece, nessuna informazione viene trasmessa ai residenti circa i progetti presentati, configurando una strategia del “fatto compiuto” che umilia le comunità locali e nega principi di trasparenza e partecipazione. Tutto questo è inammissibile».

 

Come sempre diversi interrogativi sorgono spontanei: il sindaco di Cisterna ha verificato se viene rispettata la direttiva Seveso III recepita in Italia con il D.Lgs. 334/99? Il Sindaco di Cisterna ha comunicato al limitrofo Comune di Latina che è in costruzione proprio al confine tra i due Comuni un impianto a Biomasse? Il Sindaco di Cisterna ha richiesto il parere di compatibilità territoriale? E se si, tale parere è stato rilasciato? Il Comitato ricorda che la direttiva Seveso introduce la pianificazione ed il controllo dell’urbanizzazione per garantire la compatibilità dell’attività industriale con il contesto territoriale; sottolinea ulteriormente il ruolo dell’informazione al pubblico quale strumento di prevenzione e controllo delle conseguenze, un’informazione che deve essere tempestiva, comprensibile, aggiornata e diffusa. Ed infine, sollecita una maggiore partecipazione della popolazione al processo decisionale per i nuovi insediamenti.

 

«È urgente ed improrogabile – concludono – l’approvazione di un regolamento comunale, così come già avvenuto in molti Comuni Italiani, che possa allontanare questa tipologia di impianti a non meno di 5 km dai centri abitati e dalle scuole. Le amministrazioni locali devono inoltre predisporre una mappatura generale per capire quanti progetti siano già stati presentati ed in quali territori ricadranno, creando anche un coordinamento tra i vari Comuni limitrofi. In ogni Comune dovrebbe essere individuato e predisposto un unico ufficio/servizio nel quale far convogliare tutte le domande. Le stesse poi dovranno essere attentamente studiate da tecnici competenti prima di rilasciare i permessi a costruire “provvisori”».

 

La salvaguardia della salute e dell’ambiente prima di ogni interesse, pubblico o privato, piccolo o grande che sia.

 

 

 

 

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