giovedì 21 Novembre 2024,

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Il Consiglio regionale approva il DEFR, le reazioni (1)

scritto da Redazione
Il Consiglio regionale approva il DEFR, le reazioni (1)

Con l’approvazione, giovedì notte, del Documento di Economia e Finanza regionale della Giunta Zingaretti, il centrodestra compatto è “orgoglioso della battaglia d’aula condotta che ha consentito di far approvare emendamenti importanti“. Lo scrivono, in una nota congiunta, i presidenti dei Gruppi consiliari del centrodestra: Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario nazionale de La Destra; Antonello Aurigemma (Forza Italia); Daniele Sabatini (NCD); Pietro Sbardella (Misto); Giancarlo Righini (FdI); Olimpia Tarzia (Lista Storace).
Ora questi emendamenti andranno tradotti in cifre e norme concrete nella legge di stabilità: anzitutto la ripresa delle grandi opere infrastrutturali a partire dalla Roma-Latina e dalla bretella Cisterna-Valmontone; e poi, più poteri reali per Roma capitale sulle materie regionali – prosegue la nota – E, ancora, riduzione delle Asl a una per la provincia di Roma e una per Roma città; risposte serie al personale regionale a partire dal salario accessorio. Viene finalmente affrontato il tema di riconoscere maggiori poteri a Roma Capitale, al fine di renderla sempre più competitiva e in grado di avere quegli strumenti necessari per svolgere sempre al meglio le sue particolari funzioni, in particolare per quel che riguarda l’accesso ai finanziamenti del Fondo nazionale Trasporti per il Tpl, l’urbanistica, la protezione civile, lo sviluppo economico e la valorizzazione del suo immenso patrimonio artistico e cultuale. Preoccupa – proseguono i capigruppo – la certificazione del disavanzo: dieci miliardi di euro in un solo anno, per il 2014. Un ringraziamento, già rivolto in Aula durante la discussione, va all’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, per aver riconosciuto, al di là delle posizioni politiche, la fondatezza di questi miglioramenti. Non è possibile, infine, non stigmatizzare l’ennesima assenza del presidente Zingaretti che, nemmeno per uno fra i più importanti atti della sua Giunta, si è presentato in Aula“.
Tra i principali fattori che hanno consentito di migliorare la situazione di partenza c’è sicuramente lo sforzo per superare il debito verso imprese, enti locali e sanità. Complessivamente la Regione ha avuto accesso alle anticipazioni di liquidità per 8,7 miliardi (debiti sanitari per 3,85 miliardi e debiti non sanitari per 4,85 miliardi), con benefici tangibili sui tempi di pagamento verso i creditori e un andamento positivo delle entrate fiscali (incrementi regionali superiori al trend nazionale). Il disavanzo sostanziale per il 2014 è risultato pari a 3,88 miliardi, mentre il disavanzo figurativo per il 2014 – attraverso la sterilizzazione delle entrate derivanti dalle anticipazioni di liquidità (7,04 miliardi) – è stato rideterminato in circa 10,93 miliardi – prosegue la nota – Nel corso del 2014 e, ancora, nella prima parte del 2015 si è provveduto all’operazione di riduzione dei mutui concessi agli enti locali dalla Cassa depositi e Prestiti con un duplice beneficio: si è ridotta la spesa per oneri finanziari annui per circa 2 milioni all’anno; si è contratto il livello del debito, al 31 dicembre 2014, per un ammontare di 6,8 milioni. Inoltre, è stata avviata la ristrutturazione del 40% del portafoglio regionale che ha comportato: una riduzione del tasso di interesse per l’accensione del nuovo mutuo e una riduzione della durata finanziaria; il minor esborso annuo sarà di oltre 90 milioni sino al 2037.
Nel corso del 2015 sono stati rinegoziati quattro prestiti il cui debito residuo ammonta a 3,2 miliardi. L’operazione comporterà un minor aggravio per la finanza regionale perché il ciclo di vita finanziario del prestito – che si completerà nel 2044 rispetto all’originaria scadenza compresa tra il 2036 e il 2040 – consentirà, nel triennio 2015-2017, minori oneri finanziari per complessivi 182,5 milioni e, a decorrere dal 2018, un risparmio annuo di 21,4 milioni. Il risanamento finanziario è, inoltre, il risultato di un’altra decisiva azione di politica di bilancio – avviata nel 2013 e proseguita nel corso del 2014 e 2015 – imperniata su misure di risparmio strutturale della spesa: è divenuto più incisivo il processo di razionalizzazione delle società con l’approvazione del piano operativo in cui sono state definite le linee strategiche in materia di dismissioni, procedure di liquidazione, accorpamenti, razionalizzazioni nel settore dei trasporti pubblici locali, manovre su costi e ricavi, semplificazione dei servizi e aumento della trasparenza. Tutto ciò mentre la riduzione del disavanzo coincide con gli investimenti sulle opere pubbliche e con le assunzioni di nuovi operatori nella sanità regionale. Per raggiungere il pareggio di bilancio negli esercizi del triennio 2016-2018, si agirà sia sulle entrate sia sulle uscite al netto delle risorse vincolate e delle partite finanziarie. Il quadro programmatico delle entrate prevede, per l’anno 2016, un ammontare di 2,75 miliardi per arrivare, nel biennio successivo, a 2,9 miliardi dopo un incremento del 4,7% nel 2017 e una sostanziale stazionarietà (+0,7%) nel 2018. Le uscite a libera destinazione ammonteranno, nel 2016, a 3,05 miliardi. L’incremento previsto per il 2017 è dell’1% che porterà le uscite al livello di 3,08 miliardi; nel 2018, le spese complessive torneranno sui livelli del 2016 (circa 3 miliardi). La manovra 2016-2018: ha confermato l’esenzione dell’addizionale IRPEF per i redditi inferiori a 35 mila euro oltre alle altre agevolazioni previste per il 2015 e cioè i nuclei familiari con reddito non superiore a 50 mila euro e con tre o più figli fiscalmente a carico o nuclei con figli disabili a carico; ha rafforzato il processo di dismissioni patrimoniali e ha adottato il Piano di rientro dal disavanzo 2014 previsto dall’art. 9 (Disposizioni concernenti le regioni e in tema di sanità e università), comma 5 del Decreto Legge 19 giugno 2015, n. 78“.


Approvato nella notte in Consiglio Regionale il Documento di Economia e Finanza Regionale 2016, che consente all’amministrazione regionale, a metà mandato, di fare un primo bilancio delle azioni messe in campo per il risanamento e la crescita economica del territorio e di anticipare le principali misure previste nel Bilancio 2016-2018. Secondo il Defr per i prossimi anni è atteso un consolidamento che, secondo le previsioni comprendenti il prossimo Bilancio, porterà la Regione a tassi di crescita del Pil nominale programmatico pari al 2,4% nel 2016, al 2,9% nel 2017 per arrivare, nel 2018, al 3,0%. La recessione dello scorso triennio è stata sostituita – già per l’anno che si sta per concludere – da una performance positiva dell’attività economica. Un contributo determinante proverrà dalle politiche anti deflattive della Banca Centrale Europea“. Lo comunica, in una nota, la Regione Lazio.
Nel Lazio – prosegue il comunicato – i segnali di miglioramento del 2014, sia per la produzione economica sia per l’occupazione, si sono tramutati in un arresto della caduta dei livelli di attività e in un incremento dell’occupazione. L’Istat recentemente ha pubblicato i dati sull’Italia, sulla crescita, sul lavoro e sui consumi e c’è una importante novità per la storia di questa regione: il Lazio è la prima regione italiana nel 2014 per crescita del Pil, dell’occupazione e dei consumi delle famiglie. Nella prima parte del 2015 permane una debolezza della ripresa dovuta al fatto che il recupero non è ancora generalizzato nell’economia e tra le imprese. Le prospettive di un aumento della capacità produttiva, sul finire del 2015 e con maggior vigore nel 2016, riguardano le imprese medio-grandi di specifici comparti economici regionali a elevata tecnologia ed export-oriented. Un fattore determinante per l’acquisizione di fiducia da parte delle imprese e, in generale, un elemento di stimolo per il tessuto economico è stato il pagamento dell’ingente debito regionale pregresso. Il risanamento finanziario – alla base di tutte le politiche di bilancio e dell’azione di governo – si è esteso anche al settore sanitario. Il percorso nel quale la Regione ha incanalato le politiche settoriali consentirà di chiudere il bilancio annuale, come accaduto già lo scorso anno, con un disavanzo al di sotto del 5 per cento del complessivo fondo sanitario regionale.Le politiche per lo sviluppo e la crescita per il medio periodo hanno riguardato gli investimenti in via di esaurimento del ciclo di programmazione 2007-2013 e quelli, in attuazione, riconducibili alle Azioni Cardine della nuova programmazione 2014-2020 e presenti, in parte, nei tre programmi comunitari (POR FESR, POR FSE E PRS). Relativamente agli investimenti programmati e inseriti nei Programmi Operativi Regionali e nel Programma Rurale di Sviluppo 2007-2013 – la cui spesa si deve esaurire alla fine del 2015 – il monitoraggio dei flussi di spesa indica che la quota di investimenti potrà raggiungere una performance d’attuazione, rispetto alla spesa programmata, diretta al completo utilizzo delle risorse. Delle 45 Azioni Cardine programmate lo scorso anno (definite nel DEFR 2015) e relative alla strategia di sviluppo e crescita del programma di governo per questa legislatura, 35 – secondo l’aggiornamento al 31 ottobre 2015 – sono in corso di attuazione per un investimento, di breve-medio termine, che supera gli 850 milioni. Parallelamente, la Regione è impegnata nella Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) per contrastare lo spopolamento di specifiche aree del nostro territorio. Considerando il raggiungimento dei target regionali da conseguire con l’implementazione della Strategia Europa 2020, sono state avviate le spese per investimento previste dalla programmazione unitaria regionale 2014-2020 che prevedono l’impiego di Fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE) per un ammontare complessivo prossimo a 2,6 miliardi così distribuiti: Circa 211 milioni per la ricerca e innovazione (8,14%); circa 195 milioni per l’Agenda digitale (7,51 %); 592 milioni per la competitività dei sistemi produttivi (22,8 %); 257 milioni per il settore e le tematiche dell’energia sostenibile e della qualità della vita (9,89%); 297 milioni per le policy per mitigare il rischio derivante dalle mutazioni climatiche e dai rischi ambientali (11,44%); oltre 421 milioni per le politiche per l’occupazione (16,23%); oltre 251 milioni per le attività di inclusione sociale e lotta alla povertà (9,68%); oltre 463 milioni per le politiche di istruzione e formazione (9,49%); oltre 33 milioni per migliorare la capacità istituzionale e amministrativa (1,28%)“.

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