domenica 24 Novembre 2024,

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“Il destino cinico e baro che sta condannando Terracina al declino totale”

scritto da Redazione
“Il destino cinico e baro che sta condannando Terracina al declino totale”

Il destino negativo, che per antonomasia è cinico e baro, da oltre 12 anni si è accanito con la città di Terracina, con i suoi abitanti, e soprattutto contro una illuminata classe politica, purtroppo (sic!) mandata anzitempo a casa dagli organi inquirenti.

Cosa ci può essere se non un destino cinico e baro che ha determinato i tanti segmenti negativi che possiamo legittimamente elencare, solo in parte, come: la vicenda dell’Ice Park e della caldaia del Fiorini, delle cappelle cimiteriali in attesa di essere consegnate a chi le ha pagate, dell’ascensore realizzato vicino alle poste centrali, della vicenda legata alla Pro Infanzia e ai palazzi realizzati nell’area della Co.Ra.Fa, degli uffici del Calcatore “inaugurati ad mentula canis, allo stadio Mario Colavolpe che dopo un trentennio non ha una rete fognante per gli spogliatoi e i servizi igienici nella disponibilità degli spettatori, di un palazzetto dello sport dedicato a Bibi Carucci sempre in precarie condizioni di agibilità, pur avendo il Comune impegnato risorse economiche importanti, dello stato assurdo della varie piste ciclabili, della strade dissestate del centro come quelle delle più lontane periferie, dei marciapiedi impraticabili, della mancanza di un teatro, di una sala congressi, di un auditorium, di un polo fieristico, di una biblioteca, della cancellazione della stazione ferroviaria, dei lavori al Monte Cucca, del vecchio ospedale, dell’archivio storico inaccessibile ai cittadini, dell’immaginifico Polo dei Trasporti rimasto nella mente di visionari soggetti avvicendatisi a Palazzo.

Ed ancora: delle “portualità” rimaste sulla carta con le foci regolarmente affogate dalla sabbia, di una draga finanziata con i denari della Regione Lazio sparita dai radar.

Con decine di palazzi storici chiusi alla fruizione a causa di incapacità palese di gestire politicamente e amministrativamente le loro vicende.

E potremmo continuare ad innalzare il fetente muro del “fato cinico e baro” per il quale Terracina sembra essere condannata, senza appello, al trapasso civile.

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