Napoli, De Magistris a Radio Cusano Campus: “Con Renzi dialogo su Bagnoli, si stanno facendo dei passi in avanti. In futuro possibile sinergia con Brambilla, le lotte che sta facendo il M5S le abbiamo realizzate, anche se per fare politica non basta un clic. Se il Napoli vince lo scudetto mi tingo i capelli d’azzurro. Juve aiutata, ma possiamo farcela”
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) nel corso del programma ECG Regione, per tracciare un bilancio del suo operato.
In merito allo scontro con Renzi sulla bonifica di Bagnoli. “Con Renzi nessun battibecco, è una questione istituzionale seria –ha affermato De Magistris-. Vogliamo rilanciare Bagnoli, nel rispetto dell’ambiente, della città, attraverso un dialogo che possa essere il migliore possibile col governo nazionale e regionale. Renzi ha provato ad espropriare Bagnoli con un commissariamento che annulla i poteri istituzionali della città, questo non è accettabile. Ci sono dei no e ci sono dei sì, ma sono convinto che si stanno facendo dei passi in avanti. Napoli è una città che abbatte mura e filo spinato, noi siamo per il dialogo istituzionale sempre, ma nello stesso tempo siamo per preservare la nostra autonomia e se si calpesta la Costituzione abbiamo il dovere di dirlo e di denunciarlo. Non ci devono essere prevaricazioni da parte di chi si sente al di sopra di ogni cosa”.
Sulla sua ricandidatura a sindaco. “A Napoli ci sono ancora molte cose da fare, per questo abbiamo deciso di ricandidarci –ha spiegato De Magistris-. Quando 5 anni fa iniziavo la campagna elettorale, Napoli era sommersa di rifiuti, senza turisti. Oggi non ha più rifiuti, è la città più cresciuta in termini di turismo, ed ha una grande forza culturale. E’ un’altra Napoli, su cui comunque dobbiamo ancora lavorare. Finora abbiamo governato senza soldi e con un deficit spaventoso. Voto alla mia giunta? Lo faccio dare ai cittadini, non dò grande peso nemmeno ai sondaggi. Meritiamo di essere confermati secondo me, perché abbiamo governato con onestà e abbiamo sicuramente migliorato Napoli rispetto a 5 anni fa. I frutti del lavoro seminato stanno emergendo, quindi dobbiamo continuare con la serietà di questi anni, incidere sul decoro, sulla quotidianità della vita. Nelle piccole cose, nel quotidiano, dobbiamo migliorare”.
Un commento sui suoi sfidanti. “Rispetto tutti gli avversari politici –ha affermato De Magistris-. Chiunque si candida a fare il sindaco di una città in questo momento storico, in particolare a Napoli, merita apprezzamento. Brambilla non avrei voluto averlo come avversario perché tante lotte che sta facendo il M5S, noi le abbiamo realizzate, ad esempio l’acqua pubblica e il no agli inceneritori. Su questo mi avrebbe fatto piacere viaggiare insieme. Lettieri sta dimostrando in campagna elettorale di non avere nessun tipo di amore per la città. Mentre Napoli è avvolta da turisti ed energia vitale, lui continua a fotografarla come la peggiore città del mondo, in consiglio comunale è stato il più assenteista. La Valente è la gemmatura di quelle primarie del Pd che abbiamo visto, di quella classe politica. Era assessore con la giunta Jervolino, negli anni dell’immondizia e dello spaventoso deficit di bilancio. Io sono completamente alternativo alla coppia Valente-Lettieri, tra noi c’è un oceano. Con Brambilla invece si potrebbe ragionare, però per governare una città come Napoli non basta mettere un clic o un mi piace sui social, serve anche una conoscenza del territorio che per ora Brambilla secondo me non ha”.
I suoi progetti futuri. “Ho sempre voluto fare il magistrato –ha affermato De Magistris-. Poi hanno strappato la toga di pm dicendo che ero incompatibile con la Calabria perché indagavo su ‘ndrangheta, massoneria, politica e affari. E da allora io non programmo più la mia vita. Adesso faccio il sindaco, la politica mi sta entusiasmando, la grandissima partecipazione popolare che vedo, la gente che si sta appassionando e si sta riappropriando dei suoi spazi. Spero di fare politica da prossimo sindaco di Napoli, ma la farei in ogni caso nella mia città”.
Berlusconi come Batman, Giachetti come Jeeg Robot. “Io non ho mai avuto questo mito dei supereroi –ha spiegato De Magistris-. A me piace molto stare tra le persone, le persone normali, quelle senza potere, umili, quelle che quando facevo il magistrato ed ero isolato dalle istituzioni, mi incontravano e mi davano una pacca sulla spalla. Così come nel momento difficile da sindaco mi dicevano di non mollare. Il mio supereoe è la gente normale”.
Se il Napoli vincesse lo scudetto. “Magari! –ha affermato De Magistris-. E’ difficile perché la Juve, con un po’ di fortuna, con un po’ di aiuti e di esperienza, non molla. Però bisogna crederci, i 3 punti si recuperano in un battito d’ali di farfalla. Mi tingerò i capelli di azzurro se vincessimo nel giorno dello scudetto”.
Ileana Argentin, deputata del Partito Democratico, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), alla vigilia della giornata mondiale dell’autismo, che ricorre il 2 aprile.
Riguardo l’attenzione della politica nei confronti della disabilità. “In questo mondo tutto fa tendenza e sulla disabilità abbiamo avuto poca tendenza negli ultimi anni –ha affermato Argentin-. Dopo la famosa legge 104 dell’89, tutto è diventato molto relativo. Noi possiamo avere tutte le leggi più belle del mondo, ma se non sono finanziate non servono a nulla. Per questo la vittoria della legge sul ‘dopo di noi’ è quella di aver creato un nuovo capitolo di bilancio. Quest’anno per l’autismo è stato fatto molto, ma io detesto che si faccia tanto per una patologia rispetto alle altre. Non si possono creare figli e figliastri rispetto alla disabilità. Ogni giorno si fanno i conti con tutte le persone che vivono un deficit. La scuola è l’atto più concreto che hanno i ragazzi disabili per evolvere la loro patologia in una socializzazione reale e concreta. Per me la scuola merita un grandissimo supporto, anzi facciamo poco per questo tipo di ragazzi. Il lavoro di comunicazione sulla disabilità viene fatto solo in alcuni periodi dell’anno, quando si è più attenti, come a Natale e in occasione delle giornate nazionali. Però c’è un gruppo di persone come noi che comunque batte il chiodo tutti i giorni”.
Caso Guidi, Speranza (PD) a Radio Cusano Campus: “Certi fatti minano la credibilità di chi è chiamato a rappresentare le istituzioni. Mozione di sfiducia delle opposizioni provocazione per fare campagna elettorale da 4 soldi”. Sul Pd: “Se mi trovo rottamati Veltroni, Prodi e Bersani e poi mi trovo in cabina di regia Verdini per me c’è un problema grande come una casa. Sul referendum Renzi deve cambiare rotta”
Roberto Speranza, deputato del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito al caso che ha portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi. “I fatti che stanno emergendo riguardo l’inchiesta della Procura di Cosenza sono inquietanti –ha affermato Speranza-, rischiano di minare la credibilità di chi è chiamato a rappresentare la cosa pubblica. Massimo rispetto per il lavoro della Magistratura, a cui tocca accertare le responsabilità di tipo penale, io penso che alla politica tocchi però un’analisi vera dello stato delle cose e anche una capacità di rafforzare i propri anticorpi che troppo spesso appaiono sotto soglia. Questi atteggiamenti sbagliati ledono la dignità delle istituzioni e rischiano di aumentare la distanza tra politica e cittadini, producendo danni irreparabili. E’ evidente che rispetto a quanto accaduto, si è dimesso un ministro. C’è stato un atto netto, forte e tempestivo. Serve una discussione vera e non si può mettere la testa sotto la sabbia. C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità compiuta, nella quale si provi a capire come la politica rafforzi i propri anticorpi perché non è la prima volta che un membro del governo è costretto a dimettersi. Penso che sia una riflessione della politica in generale, il male e il bene non sono concentrati in una forza politica o nell’altra. Le mele marce purtroppo sono spesso trasversali alle forze politiche. Noi siamo la più grande forza del Paese e proprio per il ruolo che rivestiamo dobbiamo essere più rigorosi e più esigenti degli altri. Non mi piace guardare in casa di altri e non mi piace neanche il dibattito tra Pd e 5 Stelle in cui uno dice ‘Voi avete fatto schifo a Quarto’ e l’altro risponde ‘Avete fatto più schifo voi con Banca Etruria’. In un Paese normale le grandi forze politiche dovrebbero dialogare in modo diverso”.
Sulla mozione di sfiducia delle opposizioni al governo e l’appello alla minoranza del Pd. “E’ una provocazione politica che serve a fare un po’ di campagna elettorale a buon mercato. Capisco che l’occasione è ghiotta, ma mi auguro che prima o poi da parte delle opposizioni arrivi un atteggiamento capace di cogliere le questioni di fondo del nostro Paese, cioè come si creano quegli anticorpi a cui facevo riferimento. Io penso che nessuno è esente dalla necessità di costruire una politica in grado di superare i limiti che abbiamo toccato con mano in questi giorni”.
La situazione nel Pd. “Noi –ha spiegato Speranza- siamo il più grande partito del Paese, ma rischiamo di diventare giorno dopo giorno una sommatoria di comitati elettorali sul territorio, con un punto di vista più culturale e politico che appare molto molto sfumato. Il rischio è che il Pd possa diventare quel partito indistinto in cui scompaiono i confini tra destra e sinistra. E qui stiamo alle scelte di merito che sono state fatte. Ce ne sono state alcune che il nostro elettorato non ha compreso. Ad esempio quando togli la tassa sulla casa anche a un miliardario, quando dai bonus sulla scuola anche a chi ha redditi altissimi, è chiaro che finisci per disorientare un mondo che pensa che nel Pd ci sia un punto di vista di centrosinistra. Quando fai la riforma della scuola contro larga parte di studenti e insegnanti, vai chiaramente in tensione con una parte significativa del tuo elettorato. Io credo nel Pd, ma voglio battermi nel Pd perché questo partito cambi rotta e riconquisti la sua funzione di grande soggetto del centrosinistra. Io penso che si può vincere con le nostre idee e la nostra cultura politica. Il centrosinistra in Italia ha vinto, ad esempio nelle ultime elezioni amministrative, in tante grandi città. In quelle città abbiamo vinto parlando di uguaglianza, di diritto allo studio. Per vincere non bisogna per forza inseguire le idee degli altri e non bisogna fare operazioni di ceto politico che sono incomprensibili. Se mi trovo rottamati Veltroni, Prodi e Bersani e poi mi trovo in cabina di regia Verdini per me c’è un problema grande come una casa. E una parte del nostro elettorato si chiede dove lo stiamo portando questo partito”.
Il referendum sulle trivelle. “Penso che sia una posizione sbagliata quella di chi dice di andare al mare il giorno del referendum –ha affermato Speranza-. Il mio appello al Pd è di cambiare linea, perché questa linea di astensione è incomprensibile. In queste ore c’è un confronto aperto, io ho avuto modo di incontrare associazioni ambientaliste, a me sembra che tanti cittadini interpretano dentro questo referendum la possibilità di dare un segnale di traiettoria di sviluppo sostenibile nel nostro Paese. Credo che il Pd debba provare ad essere sensibile a indicazioni di questo tipo. Mi auguro che da qui alla direzione del Pd Renzi cambi rotta perché l’astensione a questo referendum è un errore politico molto grave”.
In merito alla sua interpellanza parlamentare riguardo le università del sud. “E’ un’interpellanza –ha spiegato Speranza- che segnala un dato di fatto, cioè che negli ultimi anni, con le ultime scelte fatte da vari governi, c’è un sostanziale spostamento di risorse, il cui prezzo viene pagato in maniera maggioritaria dal sistema universitario del sud”.