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Il Monte Cucca è pericoloso per le frane, la Superstrada Frosinone – Mare NO! Perche?

scritto da Redazione
Il Monte Cucca è pericoloso per le frane, la Superstrada Frosinone – Mare NO! Perche?

Dopo 12 anni dalla chiusura della ferrovia Terracina-Priverno i NO si sprecano

Un pezzo della storia del ripristino del collegamento ferroviario Terracina – Priverno – Roma, estintosi prematuramente 12 anni fa a causa della caduta di un sasso staccatosi dal monte Cucca, per certi aspetti ha dell’incredibile: per la gestione politica, per lo “scarica barile” di RFI e del Ministero dei Trasporti.

Ed infine del Comune di Terracina, che pur avendo ricevuto 4 milioni di euro per iniziare i lavori previsti per il monte Cucca, non si comprende bene perché non fa sapere al Comitato che si batte per il ripristino della tratta ferroviaria, e quindi alla popolazione terracinese, i motivi, eventualmente ostativi, che impediscono la ripresa dei lavori.

Non vorremmo, come si dice in gergo “andare lunghi”, perché abbiamo da pubblicare documenti importanti, come l’ennesima richiesta del responsabile del Comitato che chiede lumi a RFI, Regione Lazio, Ministero dei Trasporti, al consigliere del ministro dei trasporti Bordoni, al presidente della Regione Lazio Rocca e infine al sindaco di Terracina, Giannetti.

Di seguito il testo della missiva inviata il 23 SETTEMBRE 2024.

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Spett.le Regione Lazio e Rete Ferroviaria Italiana, si prega di prendere in considerazione, oltre ai già previsti lavori di messa in sicurezza sul monte Cucca, con fondi per circa mezzo milione di euro già erogati all’azienda incaricata, Cadore Asfalti s.r.l., anche eventuale altra soluzione, e cioè di costruire nel tratto non molto lungo, interessato dalla frana, con i fondi europei del PNNR, qualora fossero previste questo tipo di spese, una galleria artificiale a protezione della linea. (Vedasi foto di altra linea ferroviaria in Veneto, uno fra i tanti lavori in corso in d’Italia per il rientro in esercizio di alcune linee ferroviarie).

Nel contempo si chiede sempre a RFI di avere anche informazioni su come sia possibile che la superstrada Prossedi Terracina, detta comunemente Frosinone mare, la quale in alcuni tratti scorre molto vicina alla linea ferroviaria in argomento, ed interessata anch’essa a suo tempo dalla frana, sia stata prontamente ripristinata dall’Anas, società che dovrebbe esserne il gestore e facente del Gruppo. Alla stessa Anas è stato chiesto se nella zona sussiste situazione di pericolo, perché non si comprende come mai in quella zona, per la ferrovia il pericolo è tutt’ora esistente e per la superstrada, non molto distante invece non è esistente. Al momento nessuna risposta è stata data.

Al signor Ministro dei Trasporti On. Salvini chiediamo l’interessamento per il ritorno del treno a Terracina, una delle ferrovie più antiche d’Italia, e di superare i vari tavoli di concertazione tenutisi nei mesi scorsi. Signor Ministro venga a Terracina a fare una visita sul luogo della frana e molto probabilmente anche lei si domanderà come sia possibile che la ferrovia a distanza di 12 anni sia ancora chiusa.

Grazie per l’attenzione Comitato pendolari di Terracina”.

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Cosa strana, per un ente complesso come RFI, due giorni dopo dall’invio della richiesta di informazioni sullo stato dei lavori del monte Cucca di Terracina, il responsabile della gestione “segnalazioni e guasti” il 25 SETTEMBRE 2024 risponde con la nota che integralmente pubblichiamo.

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Oggetto: Risposta richiesta REACST/2024-9-25/540811
Mittente: “rfirisponde” <rfirisponde@pec.rfi.it>
Data: 25/09/2024, 10:38
A: “dipietromassimo” <dipietromassimo@arubapec.it>

Egregio Sig. Di Pietro,

con riferimento alla sua segnalazione, pervenuta via PEC in data 23/09/2024, le ribadiamo, per quanto di competenza RFI, quanto già riscontratole nei precedenti riscontri, ovvero che il ripristino dell’armamento ferroviario e dei dispositivi TE (trazione elettrica) della linea Priverno Fossanova – Terracina, sono subordinati alla messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico di tutto il costone del monte Cucca, da parte degli Enti preposti; aggiungiamo inoltre che, per evitare che ulteriori eventuali eventi franosi compromettano la regolarità dell’esercizio ferroviario, verranno sicuramente valutate le migliori soluzioni tecniche.

Confermiamo che ad oggi sono in corso tavoli tecnici, propedeutici al ripristino della linea, per il quale non sono ancora stati definiti i tempi d’intervento.

La informiamo, per il futuro, per agevolare il processo di riscontro, che ogni eventuale segnalazione/reclamo può essere inoltrata a RFI, utilizzando l’apposito web form “Rfi risponde” presente al seguente indirizzo

Cordiali saluti”.

Rete Ferroviaria Italiana

Gestione Reclami e Segnalazioni

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Come i lettori possono notare, la risposta di RFI è stata pronta ed immediata, chiarendo che di riattivazione della linea ferroviaria non se ne parla proprio.

Evidentemente, i responsabili di RFI conoscendo bene la classe politica si sono creati un “alibi di ferro”, e affermano in ogni momento utile il loro NO al possibile ritorno del treno a Terracina.

Come ci chiariva ulteriormente, Massimo Di Pietro, fulcro del Comitato per il ripristino della tratta ferroviaria:”Purtroppo devo amaramente constatare che le PEC non le fanno arrivare neanche sul tavolo dell’amministratore delegato, il quale molto probabilmente non conosce la situazione a fondo. Da notare, in questa ma anche nelle altre corrispondenze, RFI si guarda bene nel rispondere in merito all’agibilità della superstrada Prossedi – Terracina, la quale scorre a pochi metri dalla ferrovia. Strada chiusa e riaperta dopo alcuni lavori di restyling da parte di Anas, società facente parte del gruppo RFI. L’adozione dei due pesi e delle due misure – conclude Di Pietro – è lapalissiana: per la ferrovia la frana avvenuta nel 2012 è tutt’ora pericolosa, mentre per la superstrada NO!”.

Evidentemente, caro Massimo, il management di Rfi ha avuto e continua ad avere vita facile con le amministrazioni comunali che in questi 12 anni si sono succedute alla guida di Terracina; ma vita facile l’hanno anche con certa politica regionale e nazionale.

L’amministrazione in carica, infine, fa ancora meglio: non risponde a nessuna sollecitazione del Comitato e neanche al diritto dei cittadini di essere informati sullo stato dell’arte dei lavori al monte Cucca e sui possibili sviluppi futuri (certi) della vicenda.

e.

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