Celebrare la Pasqua, per i cristiani, significa ritornare alla sorgente della vita, al principio. In altre parole, andare in profondità, esplorare le fondamenta e ritrovare la freschezza di un inizio. La Pasqua di Risurrezione, deve essere l’inizio di ogni autentico rinnovamento e il criterio che illumina lo spessore umano di tutti i mutamenti. Il rinnovamento proprio della Pasqua deve riflettersi sulla maggiore considerazione che, ognuno di noi, deve avere nei confronti della fragilità a 360 gradi, con l’obiettivo di diventare più inclusivi e mettere al centro della società i diritti delle persone con disabilità.
La luce della Pasqua deve e dovrà illuminare il percorso e le decisioni che, le istituzioni, il Terzo Settore e il mondo del volontariato prenderanno ad ogni livello in riguardo all’inclusione sociale, lavorativa e umana delle persone con disabilità in un’ottica di crescita vicendevole e collettiva della società. Abbiamo il compito di costruire un nuovo patto educativo tra generazioni che sia in grado di valorizzare la fragilità in ogni sua accezione senza lasciare indietro nessuno e valorizzando le diversità. Il valore dell’inclusione, seguendo l’insegnamento che ci dona la Pasqua, deve essere l’acquisizione della capacità di superare le difficoltà e diventare una società migliore, risolvendo le problematiche che rendono ancora complicata la partecipazione delle persone con disabilità in alcuni ambiti della società.
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