Il ritorno della Scienza, della Competenza, della Responsabilità, della Solidarietà, del valore del Bene Comune, dell’Empatia e dell’umana Comprensione per chi soffre e muore oggi ma che domani potremmo essere noi, ecco tutto questo sta rapidamente segnando la fine del Sovranismo, un “lusso” di feroce disumanità, di presuntuoso e narcisistico orrore, che la nostra “civiltà” malata ha potuto permettersi prima di riscoprire la sua enorme fragilità e la sua paura davanti non ad un arsenale nucleare contro cui ci eravamo preparati, per anni, a combattere spendendo miliardi, l’un contro gli altri armati, ma contro un essere microscopico che ha deciso di entrare nella vita di noi umani per farci rimettere a posto le nostre cose, per farci ridare senso e ordine alle nostre vite smarrite, frenetiche e automatiche, per rimetterci al nostro posto, di comprimari, nel rapporto con madre natura, violentata da sempre, per ricordarci che siamo troppo deboli e fragili per poterci permettere un sentimento superbo ed inutile come l’odio.
Abbiamo imparato che nessun urlo, nessun insulto, nessuna violenza, nessuna minaccia, nessun confine, nessun muro, nessun filo spinato, nessun porto chiuso, nessuna, ascia, nessun fucile, nessun cannone, nessun missile, nessuna arma nucleare, nessuna ricchezza, nessun talento o furbizia infinita possono metterci al sicuro, e la sola cosa su cui possiamo contare, è imparare a vivere in comunione con gli altri esseri umani, con gli altri Popoli, con gli altri Stati, con le altre Specie e con la Natura. Non siamo né la specie più resistente e neanche la specie più forte che vive su questo Pianeta, che ci sta dicendo che può fare rapidamente, e senza rimpianto, a meno di Noi. Perché abbiamo dimenticato, come dice un vecchio proverbio africano, che è solo perché il leone non è in grado di raccontare la propria storia che abbiamo potuto continuare a sentire quella che glorifica il cacciatore. Dobbiamo capire che qui, sulla nostra Terra, Noi non siamo i padroni ma solo degli ospiti e la nostra sicurezza, la nostra sopravvivenza, la nostra salvezza si potrà realizzare solo se saremo capaci di essere responsabili e rispettosi di Tutti e di Tutto.
Solo se sentimenti come la vergogna e la compassione ridiventano, come sono sempre stati, sentimenti collettivi e non più responsabilità unicamente del singolo individuo, solo se le infinite piccole “isole” che ci hanno costretto a diventare ritornano ad essere dei “continenti”. Solo se riconquisteremo, dopo che qualcuno ce l’ha scippata in questi anni, quella che A. Camus ha descritto come “la vecchia sicurezza che l’individuo aveva in se stesso, che lo portava a credere di poter sempre suscitare delle reazioni umane in un altro individuo se solo gli avesse parlato nella lingua di una comune umanità”. Solo se saremo capaci di tornare ad essere semplicemente Umani.
Gabriele Subiaco
5 Aprile 2020
Domenica delle Palme.