I Comuni coinvolti dal decreto Imu, per ciò che riguarda la sola abitazione principale, sono oltre “2.400, allo stato attuale delle conoscenze delle delibere 2013, per circa 27 milioni di abitanti e comprendono 47 capoluoghi di provincia per circa 8,5 mln di abitanti”. Compresi tra questi Comuni vi sono quelli che per obblighi di legge sono tenuti ad aumentare le aliquote o le possono aumentare per correggere eventuali squilibri di bilancio:infatti il decreto legislativo n. 267 del 2000 dispone che i Comuni che hanno dichiarato il dissesto sono tenuti a deliberare le aliquote nella misura massima consentita”. E’ quanto si legge nel documento consegnato dall’Anci all’audizione in Senato. Dall’introduzione dell’Imu sperimentale, spiega ancora l’Anci, “i comuni hanno registrato una riduzione di risorse netta pari a circa 1 miliardo, non prevista dalle norme di legge. Solo per gli anni 2013 e 2014 è stato assegnato un contributo agli enti non valido ai fini del patto per compensare la parte della riduzione di risorse connessa all’introduzione dell’IMU derivante dal calcolo degli immobili di proprietà comunale nel gettito standard del tributo. Il taglio si aggiunge agli altri operati in questi anni”.