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Inchiesta “Free Beach”, Procura chiede rinvio a giudizio per l’indagine terracinese

scritto da Redazione
Inchiesta “Free Beach”, Procura chiede rinvio a giudizio per l’indagine terracinese
Concessioni balneari e appalti a Terracina, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati del procedimento che terremotò la Giunta Tintari

Risale allo scorso 12 marzo la richiesta di rinvia a giudizio formulata dai pubblici ministeri Giuseppe Bontempo e Antonio Sgarrella a carico degli indagati dell’inchiesta denominata “Free Breach”. È attesa, ora, la fissazione dell’udienza preliminare.

È dell’anno scorso, a marzo 2023, l’avviso di conclusione indagini firmato dall’ex Procuratore Aggiunto di Latina Carlo Lasperanza, con i sostituti Giuseppe Bontempo e Antonio Sgarrella, che avevano inviato, nell’ambito dell’inchiesta “Free Beach”, 32 avvisi di garanzia, vale a dire la conclusione delle indagini a carico di altrettante persone indagate.

Tra i 32 destinatari dell’avviso di conclusione indagine, c’è anche l’ex Sindaco di Terracina, Roberta Tintari, che pare oramai fuori dalla politica ed è stata recentemente condannato per danno erariale dell’ambito della vicenda che ha coinvolto l’azienda speciale del Comune costiero pontino. L’inchiesta Free Beach, a luglio 2022, portò a una serie di arresti e alla caduta dell’amministrazione Tintari, con il commissariamento disposto dal Prefetto.

Ad essere destinatari dell’avviso di garanzia, anche l’ex assessore ed ex consigliere comunale Davide Di Leo, l’ex presidente del consiglio comunale nella consiliatura Tintari, Gianni Percoco, e l’ex assessore di Fratelli d’Italia, Luca Caringi.

Diversi i capi di imputazione: abuso edilizio, turbativa d’asta, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, frode in pubbliche forniture, induzione indebita e rivelazione di segreto d’ufficio. Tra gli indagati anche funzionari comunali, dirigenti, tecnici e imprenditori. Si trovano i nomi dell’ex dirigente dei Lavori Pubblici del Comune di Terracina, Corrado Costantino, il noto imprenditore di Gaeta, Marco Crocco, l’altro imprenditore di Terracina, Raffaele Graziani (gestore del lido White Beach), l’avvocato Giuseppe Mosa.

Ecco di seguito, tutti gli altri indagati destinatari dell’avviso conclusioni indagini: Giuseppe Zappone (imputato anche nel processo Pro Infantia), William Zanchelli, Carlo Sinapi, Margaret e Luigi Sarno, Mario Rossi, Mattia Quinti, Marco Porcelli, Ivano Perroni, Giovanna Nardone, Patrizia Menarini, Alfredo Morganti, Alberto Leone, Massimiliano Lauretti, Rosa Esposito, Ivo Di Sauro, Gaspare Di Micco, Carmela Delle Curti, Federico e Martina Corrado, Giacomo Corrado, Filippo Cirrincione, Fabio Cavallini e Pasquale Angelo.

Le indagini su Terracina, nonostante l’archiviazione dell’europarlamentare Nicola Procaccini e i colpi ricevuti dall’accusa da parte di giudici del Riesame e Cassazione, hanno portato con fatica a una richiesta di rinvio a giudizio, a distanza di 365 giorni dalla chiusura dell’inchiesta. Nell’avviso di conclusione indagini vengono contestate diversi episodi emersi nella maxi indagine denominata “Free Beach”, condotta da Carabinieri e Guardia Costiera di Terracina, come, ad esempio, la rivelazione di segreto d’ufficio contestata a Costantino, Percoco e Porcelli per agevolare Di Sauro rispetto al nuovo piano di utilizzazione degli arenili.

Accuse rilevanti anche verso Graziani per quanto riguarda l’occupazione del demanio marittimo in qualità di amministratore della White srl. Sempre in riferimento allo stabilimento balneare Whitebeach, al geometra Zappone viene contestato il falso per aver attestato non correttamente che l’attività si sarebbe svolta in zona non vincolata. Per la vicenda Whitebeach è coinvolto anche l’ex dirigente Costantino per aver rivelato, secondo l’accusa, i provvedimenti di sospensione della licenza da parte dell’ufficio comunale Suap di Terracia, dopo i controlli dei Nas.

Accusati di turbativa d’asta per un tratto d’arenile, aggiudicato alla Invest Group srl, i Di Sarno, Delle Curti e Costantino.

Per quanto riguarda l’ex sindaco Roberta Tintari, rimane in piedi l’occultamento del verbale della riunione di Giunta Comunale, in relazione all’abusivismo accertato dalla Capitaneria di Porto all’interno dell’Arena del Molo.

E ancora: contestata l’occupazione abusiva al Presidente di “Terracina Vela Club”, Alfredo Morganti; turbativa d’asta anche per Sinapi (ex capo settore demanio marittimo), Costantino, Zanchelli e Menarini in merito a una concessione balneare; abusivismo per il titolare dello stabilimento “Il Sombrero”, Ivano Perrone, come detto recentemente sequestrato per la seconda volta; l’occupazione abusiva del camping Romantico (i Corrado e Cirrincione).

L’ex sindaco Tintari, inoltre, viene accusata con Caringi e Percoco (all’epoca de fatti, ossia nel 2017, assessori della Giunta Procaccini), di falso per la vicenda del ponte e della pista ciclopedonale. Vicenda in cui rientrano anche Crocco e Di Micco. E non manca per l’ex sindaco anche l’accusa rispetto alla vicenda dell’Ice Park A.S.D. che ha toccato anche Nicola Procaccini, l’europarlamentare la cui posizione è stata archiviata. Coinvolto anche Di Leo.

Infine, tra le accuse che secondo la Procura meritano l’avviso conclusione indagini, quella che ha a che fare con i lavori della caldaia al Fiorini.

Sempre nel mese di marzo scorso, una petizione partita dall’associazione Antonino Caponnetto, e che ha presto trovato altre adesioni tra cui Uil Trasporti Territoriali, Spi- Cgil Lega Monti Lepini Terracina e Comitato Agricoltori Pontino, chiedeva alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma di avocare a sé l’indagine.

“La presente richiesta, in nome e per conto dei cittadini, – si leggeva nel testo della petizione – al fine di richiedere formalmente l’avocazione all’intestata Procura Generale del procedimento penale promanante dell’indagine nominata “Free Beach” di Terracina e ad oggi pendente presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina.

Si assume, difatti di peculiare interesse che l’azione penale venga sollecitamente esercitata nei confronti dei soggetti che risulteranno responsabili per i fatti delittuosi verificatisi. La conclusione delle indagini preliminari risulta difatti risalire al marzo dell’anno 2023, come appreso dagli organi di stampa, ed è altrettanto evidente che il procedimento segnalato giaccia in una posizione di stallo, probabilmente in buona fede e a causa degli intervenuti trasferimenti di più Procuratori Aggiunti designato ab initio titolare, presso diversa Sede Giudiziaria.

Il tempo trascorso dall’intervenuta conclusione delle indagini senza richiesta di rinvio a giudizio e conseguente la fissazione della udienza preliminare, oltre alla gravita dei fatti denunciati, inducono così i cittadini ad esternare ampie preoccupazioni ed a proporre che l’intera fase d’indagine e conclusione della stessa possa ricevere nuovamente impulso in tal modo realizzando l’obiettivo primario della Giustizia. Segnaliamo alla Procura Generale inoltre che esistono numerose inchieste riguardanti le Istituzioni Pubbliche e Private di Terracina, promosse da Sindacato, associazioni e privati cittadini, di cui ancora oggi non conosciamo l’esito. Quanto sopra dando atto che i cittadini ricorrenti sin da ora di costituirsi parte civile nel procedimento, allo scopo di reclamare i danni perpetrati per la lesione all’immagine della città di Terracina”.

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