Grande successo per il primo Business Leaders Share, uno degli incontri con grandi e giovani protagonisti dell’economia, dell’impresa e della finanza promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria e dai Giovani di UCID Lazio (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).
Protagonisti dell’incontro, dal titolo “Una nobile vocazione, alle radici dell’economia di mercato” sono stati Ettore Gotti Tedeschi, banchiere ed economista e Francesco Giubilei, giovane imprenditore nel campo dell’editoria e docente di auto-imprenditorialità e creazione d’impresa, i quali hanno conversato su meritocrazia, nuove generazioni, impresa, economia e dottrina sociale della Chiesa davanti ad un pubblico composto da giovani industriali, manager e professionisti.
“Come Gruppo di Giovani Imprenditori in Unindustria – ha affermato in apertura il presidente, Giulio Natalizia – siamo molto focalizzati sui temi della leadership, dell’etica e dell’innovazione: l’impresa deve riflettere queste caratteristiche, nel tentativo di assumere una centralità sempre maggiore nella vita del Paese”.
“L’incontro per noi Giovani UCID del Lazio – ha evidenziato il presidente, Benedetto Delle Site – è nato dalla volontà di avere una lettura non convenzionale dell’impresa e dell’economia, quella della dottrina sociale della Chiesa, come trasmessaci dai grandi pontefici e di cui Gotti Tedeschi è fra i più autorevoli interpreti”.
“Noi oggi – ha sottolineato Gotti Tedeschi nel corso del dibattito – investiamo in scienza, in strumenti tecnologici, ma non investiamo in sapienza per governarli e rischiamo che gli strumenti che utilizziamo ci sfuggano di mano”. “Non è – ha continuato il banchiere piacentino – l’economia che uccide, il capitalismo è un segno di contraddizione, uno strumento, ma quando a mancare è il senso della vita, c’è il pericolo che gli strumenti prendano autonomia morale”.
“Dovremmo domandarci – ha incalzato l’economista che ha collaborato alla stesura dell’enciclica Caritas in Veritate – se applicassimo davvero la dottrina sociale della Chiesa quali costi diminuiremmo e quali profitti sarebbero generati”.
“Quando parliamo di PIL e di debito – ha aggiunto Gotti Tedeschi – non si tiene conto del debito totale, pubblico e privato: nel 2016 quello italiano era il 260% del PIL, in Germania il 280, in Francia 310, in Spagna 340 fino ad arrivare alla Gran Bretagna con il 450%”. “In Italia – secondo l’ex stratega di McKinsey – il PIL non può crescere perché non ci sono nascite, abbiamo delocalizzato la produzione, puntato sull’aumento dei consumi individuali e siamo finiti addirittura ad auspicare la decrescita”.
Hanno preso parte all’iniziativa, fra gli altri, il Past President dell’Unione degli Industriali di Roma e di UCID Giancarlo Abete, il referente di UCID Giovani Pierluigi Germani, il Presidente di Unindustria Filippo Tortoriello e il Presidente di UCID Riccardo Pedrizzi.