“Un tema importantissimo, per le ricadute negative che comporta sul piano ecologico ed ambientale, nonché per lo sviluppo di settori come il turismo che nelle città del Golfo di Gaeta sono il perno dell’economia, viene da decenni affrontato dalla Regione Lazio con sommarietà e superficialità. Un modus operandi che ieri, in consiglio regionale, con l’approvazione da parte della maggioranza di un emendamento a firma del consigliere del Pd La Penna, alla proposta di legge 243, che apre a nuovi inquietanti scenari e conferma l’incapacità di agire a tutela delle comunità e dei territori. Con questo emendamento si crea, infatti, il presupposto operativo e l’alibi politico, per consentire agli uffici della Regione Lazio di prorogare le concessioni demaniali marittime degli impianti di itticoltura che hanno creato danni enormi al Golfo di Gaeta. Parliamo di un’area, tra l’altro, che dovrebbe essere il simbolo della bellezza ambientale e che proprio la Regione Lazio con delibera nel 2010 ha definito area sensibile istituendo una serie di vincoli ambientali a tutela delle acque del Golfo di Gaeta che impone limiti specifici anche per quanto concerne gli impianti di acquacoltura. Le concessioni dovevano, stando quanto contenuto nella determinazione del luglio 2014, scadere a dicembre 2020 ma in questo modo quelli che sono dei veri e propri scempi ecologici ed ambientali potrebbero restare a dimora sino a data da destinarsi. Il tutto scaricando, vigliaccamente, sui Comuni la responsabilità, e l’arbitrarietà, di decidere. Inoltre, con questo emendamento si stabilisce che la Regione ha 18 mesi, dall’entrata in vigore della legge, per adottare la carta regionale che contiene le aree idonee e quelle no alla realizzazione e permanenza di tali impianti. La Regione in questi anni non ha fatto altro che cercare di mettere pezze a colori su quella che rappresenta un’emergenza di portata enorme. Era il 2016 quando con l’emendamento sostenuto dall’allora assessore Buschini era stato inserito un articolo specifico, nella legge cosiddetta sulle dimore storiche, riguardante proprio l’autorizzazione per gli impianti di acquacoltura e mitilicoltura sulla costa laziale. Poi il nulla grazie ad una Regione schizofrenica e confusionaria capace solo di acuire le criticità in atto evitando di risolverle venendo meno al ruolo di programmazione e concertazione che le compete. Siamo di fronte all’ennesima scorrettezza firmata Pd. Spiace essere considerati profeti in Patria ma solo il tempo dimostrerà se, speriamo ovviamente di no, abbiamo visto lungo o meno. A gennaio capiremo se le concessioni in atto saranno prorogate o meno. Purtroppo la storia insegna che a pensar male si sbaglia ma a volte ci si azzecca. E con Zingaretti & Co. Ci abbiamo sempre azzeccato. In caso contrario? Siamo pronti e felicissimi ad ammettere pubblicamente l’errore. Oggi constatiamo solo l’orrore della mancanza, da parte di Zingaretti e Co., di volontà e responsabilità necessari per liberare l’area sensibile del Golfo di Gaeta da impianti inquinanti a danno dei nostri territori condannati a subire servitù che ne stanno consumando e danneggiando in modo irreparabile l’ambiente, l’habitat e l’ecosistema”. Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare