Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, condannato a due ergastoli, ha riferito ai magistrati che Rossella Corazzin,la 17enne friulana, sparita il 21 agosto 1975 nei boschi del Cadore, fu seguita dalla banda di criminali romani in vacanza in Cadore, e poi sequestrata e portata sul lago Trasimeno. Lì sarebbe stata violentata dal branco e uccisa. Il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo è finito sul tavolo del procuratore di Belluno Paolo Luca, che poi lo ha trasmesso a Perugia. Lo riferisce l’edizione on line del Gazzettino.
La notizia viene smentita dall’avvocato Massimo Ciardullo, storico difensore di Gianni Guido, uno dei massacratori del Circeo e tornato libero dopo avere scontato la pena: “Quello che racconta Angelo Izzo va sempre preso con le molle perché in passato ha dimostrato di essere una persona non coerente e lineare”.
La villa a Punta Rossa, dopo tanti anni è stata venduta, ma dopo oltre 40 anni,sembra sempre avvolta dall’incubo, dal mistero, dalla follia.I massacratori sembrano sempre lì dentro a vigilare che nessuno si avvicini.
Rosaria Lopez (19 anni, barista) e Donatella Colasanti (17 anni, studentessa) provenivano da modeste famiglie residenti nel popolare quartiere romano della Montagnola: erano due ragazze dallo stile di vita morigerato, tranquillo e sereno, appassionate di fotoromanzi all’epoca popolari tra le adolescenti.
Le due amiche conobbero due dei tre ragazzi nel settembre 1975, pochi giorni prima del crimine, tramite un amico che esse avevano in comune coi due (il quale risultò poi estraneo al massacro). Egli le invitò a trascorrere un pomeriggio insieme al bar della torre Fungo dell’EUR e qui presentò loro Guido e Izzo. La Colasanti e la Lopez presero subito in simpatia i ragazzi, che davano a vedere un habitus garbato e un comportamento irreprensibile.
In occasione di questo appuntamento, rivelatosi innocuo e gradevole, Izzo e Guido proposero a Donatella, Rosaria e a un’altra amica (che all’ultimo decise però di non unirsi alla comitiva) di incontrarsi di lì a qualche giorno per una festa a casa dell’amico comune, ubicata a Lavinio, frazione di Anzio.
Alle ore 18:20 del 29 settembre Guido, Izzo, la Colasanti e la Lopez arrivarono a Villa Moresca, una dimora di proprietà della famiglia di Andrea Ghira (che non avevano ancora incontrato) che sorgeva sul promontorio del Circeo, in zona Punta Rossa, nel comune di San Felice Circeo in via della Vasca Moresca. I ragazzi dissero alle amiche che lì avrebbero incontrato un altro amico e che poi si sarebbero recati tutti insieme a Lavinio
I giovani incominciarono a chiacchierare e ad ascoltare musica, poi all’improvviso i ragazzi cominciarono a fare avances sessuali esplicite alle ragazze, le quali tuttavia non accondiscesero, provocando la reazione furiosa di Izzo e Guido (cui poi si aggiunse anche Ghira). E iniziò il massacro.
Rosaria Lopez morì annegata nella vasca da bagno,Donatella Colasanti si salvò fingendosi morta.
Morirà di tumore al seno, 30 anni dopo.